L’export cresce del 3,9%, dove e cosa esporta di più l’Italia all’estero

Export italiano in salita verso i Paesi extra Ue: l'Italia mantiene l'avanzo commerciale nonostante le difficoltà globali. Ecco i settori e le aree geografiche chiave

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 29 Gennaio 2025 12:23

L’Italia continua a confermare la sua posizione di rilievo nel commercio internazionale, nonostante le sfide economiche globali. I dati diffusi dall’Istat il 29 gennaio 2025, relativi a dicembre 2024, mostrano infatti un incremento delle esportazioni del 3,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Anche a fronte di un lieve calo nelle importazioni dello 0,3%, l’export italiano dimostra una resilienza che si traduce in un avanzo commerciale di 7.790 milioni di euro, sebbene con una riduzione rispetto agli 8.104 milioni di dicembre 2023.

Ma vediamo nel dettaglio cosa dicono i dati e dove e cosa esporta di più l’Italia all’estero.

Settori e prodotti trainanti dell’export in Italia

A livello settoriale, l’Italia ha registrato una crescita significativa nelle vendite di energia (+5,4%), beni di consumo non durevoli (+16,5%) e durevoli (+14,8%), nonché beni intermedi (+4,7%). Questi settori, cruciali per l’economia italiana, continuano a essere determinanti nel bilancio commerciale estero.

In particolare, l’aumento delle esportazioni di beni di consumo non durevoli e durevoli sottolinea una domanda stabile, soprattutto nei mercati emergenti, ma anche in territori tradizionali come il Regno Unito, che ha visto un aumento delle vendite italiane pari all’11,5%.

Per esempio, la crescita dell’export di energia, sebbene inferiore rispetto ad altri settori, conferma la costante importanza per l’Italia della sua produzione e delle sue risorse naturali, che trovano un mercato in espansione, nonostante i cambiamenti nei prezzi dell’energia e in generale nei costi energetici globali.

Tuttavia, non tutte le categorie hanno visto un trend positivo. Le esportazioni di beni strumentali e di consumo durevoli hanno registrato un calo rispettivamente del -7,5% e del -9,4%, fenomeno che potrebbe essere legato a una domanda più debole in alcune aree chiave, come Stati Uniti e Cina, mercati tradizionali che hanno visto una contrazione delle importazioni italiane.

Le geografie emergenti e i mercati tradizionali

Un altro elemento fondamentale è la distribuzione geografica delle esportazioni italiane. A dicembre 2024, si registrano incrementi impressionanti verso i paesi ASEAN (+39,9%) e una solida performance verso il Regno Unito (+11,5%).

La crescita nelle esportazioni verso i paesi Asean (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam) è una chiara testimonianza della crescente apertura del mercato asiatico, che continua a rappresentare una frontiera chiave per l’industria italiana, soprattutto nei settori della moda, dell’alimentare e dell’energia.

All’opposto, si osserva una flessione delle vendite verso Cina (-6,0%), Stati Uniti (-3,7%) e paesi OPEC (-1,6% in Algeria, Angola, Congo, Ecuador, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Arabia Saudita, Emirati Arabi). Questi cali potrebbero riflettere dinamiche complesse legate a tensioni geopolitiche e a una competizione sempre più agguerrita da parte di altri attori economici globali. In particolare, la diminuzione delle esportazioni verso la Cina potrebbe essere correlata a una domanda in rallentamento in alcune aree industriali e all’incertezza che circonda la politica commerciale cinese.

Come va l’export italiano e quanto è solido

Per quanto riguarda l’avanzo commerciale, che si verifica quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, i dati Istat mostrano un’Italia solida.

Nel dettaglio, l’avanzo è pari a 12.427 milioni di euro, rispetto ai 13.112 milioni dello stesso mese dell’anno precedente, ma ciò non sminuisce la performance generale, che continua a essere positiva. Significa che il paese continua a vendere più beni e servizi all’estero di quanti ne acquisti, generando un saldo positivo nella sua bilancia commerciale. 

Tuttavia, le esportazioni italiane mostrano una crescita moderata ma costante, il panorama delle importazioni non è altrettanto omogeneo. Le importazioni da paesi come gli Stati Uniti (-27,5%), i paesi Opec (-15,1%) e il Mercosur (-4,5% in Argentina, Brasile e Uruguay) sono infatti in forte calo.

Al contrario, l’Italia ha visto un forte aumento degli acquisti da paesi come l’Asean (+93,0%), l’India (+39,6%), la Turchia (+18,2%), la Cina (+15,7%) e la Svizzera (+14,5%), come un riflesso di una crescente domanda di beni strumentali, beni intermedi e prodotti di consumo durevoli, che testimoniano un ritorno di fiducia in alcune aree industriali e una riscoperta della competitività italiana nei settori tecnologici e infrastrutturali.

Alla luce dei dati riportati e aggiornati da Istat, è possibile dire che l’export italiano sta vivendo una fase positiva. Anche se alcune aree hanno registrato una contrazione, infatti, ci sono altri settori che continuano ad essere strategici e trainanti. Per questo motivo, l’export italiano mostra una solida competitività e resilienza.