Euro in calo dopo le Elezioni europee, si avvicina la partà con il dollaro

Le elezioni europee fanno scendere il valore dell'euro che si avvicina alla parità con il dollaro

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il valore dell’euro è crollato in apertura dei mercati internazionali dopo il risultato delle elezioni europee. Pesa la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di sciogliere la camera bassa del parlamento e andare a elezioni anticipate per l’Assemblea Nazionale. La moneta unica ha raggiunto il valore più basso sul dollaro da un mese, perdendo quasi mezzo punto percentuale di valore in poche ore.

L’andamento dell’euro nei confronti del dollaro è indirizzato verso la parità anche a causa delle differenti politiche monetarie delle due banche centrali. La Bce ha abbassato i tassi di interesse ma la Fed non sembra avere intenzione di seguirla in tempi brevi.

L’effetto delle elezioni europee sull’euro

A seguito del risultato delle Elezioni europee, il valore dell’euro sui mercati internazionali è calato sensibilmente. Nei confronti del dollaro, valuta di riferimento a livello internazionale, la moneta unica ha perso in mattinata circa mezzo punto percentuale di valore. Al momento viene scambiato a 1,0736 dollari, ai livelli più bassi da un mese. Un calo atteso ma comunque significativo dopo che in diversi Paesi d’Europa i risultati delle elezioni sono stati avversi alle forze di governo.

Particolarmente sensibile la situazione francese. Il partito euroscettico e di estrema destra Rassemblement national ha raccolto più del 31% dei voti prendendo più del doppio delle preferenze di quello del presidente in carica Emmanuel Macron. Subito dopo l’uscita dei primi exit poll, la presidenza ha annunciato lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, la camera più importante del parlamento francese, e l’avvio del processo per arrivare il prima possibile a elezioni anticipate.

Il risultato di queste consultazioni, unito all’avanzata dell’estrema destra in Germania, con AfD che ha raggiunto il 16% diventando il secondo partito in assoluto dietro al Cdu di centrodestra, preoccupa gli investitori per la stabilità delle istituzioni europee e della stessa moneta unica. Ma la traiettoria del valore dell’euro era già in parte segnata.

Le politiche monetarie e la parità con il dollaro

L’euro si sta avviando sul medio periodo verso la parità con il dollaro. La Banca centrale europea ha infatti deciso di ridurre dello 0,25% i tassi di interesse alla luce dei risultati soddisfacenti dell’inflazione a livello Ue, attorno al 2% ritenuto ideale, e di una crescita economica che in alcune aree, come in Italia, stenta a mantenersi soddisfacente. La diminuzione dei tassi di interesse è vista come un modo per stimolare l’economia, ma ha anche altre conseguenze, in particolare se altre banche centrali non seguono la stessa politica monetaria.

La Fed, la banca centrale americana, ha infatti annunciato che non taglierà i tassi di interesse in tempi brevi. Gli Usa hanno ancora un’inflazione relativamente alta, ma soprattutto la loro crescita economica è stata molto più significativa di quella europea. Il sistema statunitense non sembra aver bisogno di una spinta da parte della politica monetaria della Federal Reserve, che preferisce quindi non intervenire e lasciare immutati i tassi di interesse.

Questo però significa che, mentre la quantità di dollari sui mercati internazionali rimarrà sostanzialmente invariata, quella di euro comincerà ad aumentare. Questo porterà a una maggiore offerta di moneta unica e di conseguenza a un calo del suo valore.