Anche in Italia arrivano i vini dealcolati, le novità del decreto Lollobrigida

Il decreto Lollobrigida sui vini dealcolati apre una nuova fase per il settore vitivinicolo italiano, consentendo la produzione di vini a bassissimo o zero alcol

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 24 Dicembre 2024 11:43

Il ministero dell’Agricoltura italiano, con la firma del decreto da parte di Francesco Lollobrigida, ha dato il via libera alla produzione e alla commercializzazione dei vini dealcolati. La decisione arriva dopo una lunga discussione che ha coinvolto le Regioni e diversi attori del settore vitivinicolo. Cosa significa questo per l’Italia, il maggior produttore mondiale di vino?

Cos’è il vino dealcolato?

Il vino dealcolato è un prodotto che ha subito un processo di riduzione del suo contenuto alcolico, portandolo a livelli molto bassi o addirittura a zero. Questo tipo di vino risponde a un’esigenza crescente, soprattutto tra chi non può o non vuole consumare alcol, come gli astemi, le donne in gravidanza, gli sportivi e coloro che seguono restrizioni alimentari o religiose. Il processo di dealcolazione può essere totale, riducendo l’alcol a meno dello 0,5%, o parziale, mantenendo una piccola percentuale di alcol, ma comunque inferiore ai livelli tipici di un vino tradizionale.

Nel decreto firmato dal Ministro Francesco Lollobrigida, si stabilisce che il termine “dealcolato” sarà utilizzato per i vini con un contenuto alcolico inferiore allo 0,5%, mentre i vini con un alcol tra lo 0,5% e i 9% saranno definiti come parzialmente dealcolati”. La nuova categoria di bevanda non include i vini con denominazioni di origine protetta (DOP) o indicazione geografica protetta (IGP), che resteranno esclusi dal processo di dealcolazione.

L’introduzione di questa nuova tipologia di vino, che arriva a pochi mesi dalla crescente attenzione verso le bevande senza alcol, risponde anche a un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, con il 36% degli italiani già interessato a queste bevande alternative, ma soprattutto potrebbe risollevare un settore in crisi.

Cosa dice il decreto Lollobrigida sui vini dealcolati

Il decreto ministeriale, firmato dal Ministro Lollobrigida, segna un’importante svolta per il settore vitivinicolo italiano. Il testo definitivo, che è stato messo a punto dopo ampie consultazioni con le Regioni e il settore, stabilisce le regole per la produzione e l’etichettatura dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati. La principale novità è che il limite del contenuto alcolico, precedentemente fissato al 9% per il vino, è stato abbassato, consentendo la produzione di vini con un tenore alcolico inferiore.

Il decreto prevede che i vini dealcolati possano essere prodotti in ambienti separati ma all’interno dello stesso stabilimento vitivinicolo, a patto che vengano rispettate le normative per garantire la qualità e la sicurezza del prodotto. Inoltre, per il settore questo provvedimento rappresenta un’opportunità per espandere il mercato e rispondere a una domanda crescente, soprattutto internazionale. L’obiettivo è attrarre nuovi consumatori, tra cui quelli appartenenti al segmento “sober curious”, che rappresentano una fascia sempre più ampia, sia in Italia che all’estero.

Per Federvini, la firma del decreto è vista come un passo fondamentale per il rafforzamento del Made in Italy, poiché consente al settore di innovare e rispondere alle nuove tendenze di consumo, pur mantenendo intatta la tradizione vinicola italiana. La presidente di Federvini, Micaela Pallini, ha sottolineato che il decreto è il risultato di un dialogo proficuo con le istituzioni, che ha permesso di inserire delle novità importanti, come l’uso del termine “dealcolato” al posto di “dealcolizzato”, per rendere il linguaggio più preciso e comprensibile.