Gli indici PMI (Purchasing Manager Indexes) – tra gli indicatori macroeconomici maggiormente seguiti da economisti, gestori e trader – non lasciano spazio a interpretazioni: lo stato di salute delle economie del Vecchio Continente e degli Stati Uniti continua ad essere molto diverso. Mentre le prime deludono, mostrando una certa debolezza, la seconda continua a dimostrare una continua forza, anzi anche un’accelerazione in alcuni segmenti.
In particolare, ciò è emerso dai dati di giugno dei PMI, indici che si basano sulle risposte a un questionario dei direttori degli acquisti nei settori manifatturiero e dei servizi. Le indicazioni dei responsabili degli acquisti sono particolarmente importanti in quanto essi comprano materie prime, semilavorati e in generale tutto quello che è necessario alle loro aziende per produrre, e hanno quindi uno sguardo ben informato sull’andamento dei vari settori.
In Eurozona la ripresa rallenta
Dall’analisi dei dati provvisori dell’indagine PMI di Hamburg Commercial Bank e S&P Global, alla fine del secondo trimestre l’economia dell’eurozona ha subito una battuta d’arresto. Per la prima volta in quattro mesi, il volume dei nuovi ordini si è ridotto causando un rallentamento della crescita dell’attività economica e dell’occupazione. Allo stesso tempo, la fiducia è scesa ai minimi da febbraio mentre il tasso d’inflazione dei costi di acquisto e dei prezzi vendita è sceso ai minimi in sei e otto mesi rispettivamente.
La frenata dell’espansione dell’attività di giugno segnala un indebolimento della crescita del settore terziario ed un calo più pronunciato della produzione manifatturiera, con quest’ultima che ha segnato il crollo maggiore in un anno.
“Su base settoriale, i PMI suggeriscono che la manifattura, pur avendo superato il punto di minimo, si sta al massimo stabilizzando, con le componenti più anticipatorie che non mostrano ancora chiari segnali di un’imminente significativa riaccelerazione – hanno commentato gli analisti di Intesa Sanpaolo – I servizi rimangono in espansione e continuano a trainare la ripresa ma sembrano iniziare a perdere un po’ di slancio“.
Esaminando l’eurozona da un punto di vista geografico, la Germania ha registrato a giugno un leggero incremento dell’attività, mentre il resto dell’eurozona ha continuato ad indicare una forte espansione ma ad un tasso rallentato ai minimi in quattro mesi. La Francia, riportando la seconda contrazione mensile consecutiva, ha registrato un risultato meno positivo.
Negli USA crescita allunga mentre calano prezzi
A giugno 2024 la crescita dell’attività economica negli Stati Uniti ha raggiunto il livello più rapido in 26 mesi, segnalando una forte conclusione del secondo trimestre. Il settore dei servizi ha guidato la ripresa con un ulteriore sostegno da parte del settore manifatturiero, anche se la recente ripresa di quest’ultimo ha perso un po’ di slancio, secondo quanto emerge dai dati provvisori dell’indagine PMI di S&P Global.
Il miglioramento della fiducia delle imprese per l’anno a venire, in particolare nel settore dei servizi, nonché la rinnovata pressione sulla capacità operativa derivante dall’aumento della domanda, hanno nel frattempo incoraggiato le aziende ad aumentare il numero dei salari per la prima volta in tre mesi.
Nel frattempo, l’indicatore dell’inflazione dei prezzi di vendita è sceso, a causa della crescita più lenta dei costi di produzione, per indicare una moderazione delle pressioni inflazionistiche.
“Il PMI si trova a un livello sostanzialmente coerente con la crescita dell’economia a un tasso annualizzato di poco inferiore al 2,5% – ha spiegato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence – La ripresa è generalizzata, poiché la crescente domanda continua a filtrare attraverso l’economia. Sebbene trainata dal settore dei servizi, che riflette la forte spesa interna, l’espansione è sostenuta dalla continua ripresa del settore manifatturiero, che quest’anno sta vivendo il suo periodo di crescita migliore da due anni a questa parte”.