Brics Pay sfida il dollaro, ma il nuovo sistema ha conseguenze anche sull’euro

Il nuovo sistema di pagamento dei Brics punta a ridurre la dipendenza dal dollaro e lancia una sfida anche all’euro

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 25 Ottobre 2024 16:13

Il lancio di Brics Pay, il nuovo sistema di pagamento dei Paesi Brics, segna un ulteriore passo avanti verso il consolidamento dell’alleanza dei Paesi Brics+. Brics Pay è stato ideato come alternativa ai circuiti dominati dal dollaro e mira a garantire maggiore sovranità economica ai membri del gruppo. Secondo alcuni commentatori, potrebbe avere influenze anche sull’euro e sull’economia europea. Questa iniziativa si inserisce in una più ampia strategia di de-dollarizzazione per mitigare il potere delle sanzioni occidentali e rafforzare i legami commerciali tra le economie emergenti, temi al centro del Summit svolto in questi giorni.

Brics Pay sfida la supremazia del dollaro

In un momento di tensione crescente tra il blocco occidentale e i Paesi Brics, Brics Pay nasce con l’obiettivo di ridurre la dipendenza globale dal dollaro nelle transazioni internazionali, offrendo una rete di pagamento alternativa in grado di bypassare sistemi come SWIFT.

Durante il recente vertice di Kazan, i leader dei Brics hanno lanciato la Dichiarazione di Kazan, che chiede l’eliminazione delle “sanzioni economiche unilaterali” per limitare i danni all’economia mondiale. La dichiarazione invita anche alla creazione di un sistema di pagamento indipendente, fondato sulle valute nazionali dei Paesi membri, per contrastare le sanzioni statunitensi.

Per dare un segnale tangibile del sistema, i rappresentanti del vertice hanno distribuito carte promozionali Brics Pay, caricate con 500 rubli e pronte per l’uso durante l’evento.

Come funziona e chi ne beneficerà

Il sistema Brics Pay si distingue per la sua architettura decentralizzata che utilizza una rete a “sottografi” all’interno di ciascun Paese membro.

In ciascun Paese, banche di regolamento locale gestiscono transazioni che possono connettersi direttamente a banche straniere o istituti finanziari di altri Paesi Brics, garantendo transazioni veloci e sicure in valute nazionali. Si tratta di un approccio distribuito e che garantisce scalabilità e alta velocità, elementi fondamentali per l’adozione da parte di economie emergenti come quelle dei Brics.

Il sistema potrebbe rivelarsi particolarmente vantaggioso per i Paesi africani, spesso penalizzati da tassi di cambio elevati e costi di transazione internazionali. Paesi come Sudafrica, Egitto ed Etiopia potrebbero quindi trarre beneficio da uno strumento che abbassa le barriere del commercio internazionale, facilitando i pagamenti tra i membri dell’alleanza Brics.

L’impatto a livello globale e sull’euro

Brics Pay rappresenta molto più di un’alternativa ai circuiti finanziari esistenti: si configura come una potenziale rivoluzione nell’ordine finanziario globale.

La Cina, un sostenitore chiave del progetto, vede in Brics Pay un modo per rafforzare la propria posizione finanziaria e garantire stabilità nel caso di future sanzioni. Durante il vertice di Kazan, Xi Jinping ha insistito sulla necessità di una “connettività” tra le infrastrutture dei Paesi Brics e sull’importanza della Nuova Banca per lo Sviluppo come alternativa alle istituzioni occidentali.

Per l’Europa, che continua a dipendere da Swift per gran parte delle transazioni internazionali, Brics Pay potrebbe rappresentare una sfida nuova. Man mano che i Paesi emergenti sviluppano circuiti autonomi per le transazioni in valute locali, l’euro potrebbe trovarsi a competere in un mercato sempre più frammentato. L’influenza crescente dei Brics e il loro progetto di una valuta internazionale supportata da asset come l’oro potrebbero contribuire a rafforzare l’indipendenza economica del blocco e a ridurre l’uso di dollaro ed euro come valute di riferimento.