DEF, spinta al PIL dal PNRR: ecco i numeri

In caso di piena attuazione del piano: gli scenari

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Redazione

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Pubblicato: 14 Aprile 2023 08:06

Con 83 si, 57 no e 6 astenuti, semaforo verde dell’Aula del Senato al decreto sulla governance del PNRR.  Il provvedimento passa alla Camera e va convertito entro il 25 aprile.

PNRR, spinta al PIL

L’impatto del PNRR sul PIL si potrebbe tradurre in un 1% in più quest’anno, fino ad una potenziale spinta del 3,4% nel 2026, anno finale del Piano. È la stima contenuta nel Programma nazionale di Riforma allegato al Def. Nell’ipotesi di realizzazione integrale di tutti i progetti del Piano così come attualmente previsti, quest’anno il Pil risulterebbe più alto dell’1% rispetto allo scenario che non considera tali spese, nel 2024 la spinta sarebbe dell’1,8%, nel 2025 del 2,7%, nel 2026 del 3,4%. La valutazione considera solo le risorse per progetti aggiuntivi, non quelli che si sarebbero realizzati anche senza il Pnrr.

Gli scenari

Nella delega fiscale verrà riservata attenzione alle famiglie: “sono allo studio misure, nel quadro del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e degli equilibri di bilancio, per aumentare gli importi base dell’assegno unico, aiutare le famiglie con figli neonati e le famiglie numerose, nonché per superare alcune criticità emerse dopo la prima annualità di applicazione”.

Bonus casa, che succede?

“Il primo obiettivo è superare gradualmente alcune delle misure straordinarie attuate negli ultimi tre anni e individuare nuovi interventi sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell’economia”, scrive nel Def il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, soffermandosi in particolare sui bonus edilizi: “la normalizzazione della politica di bilancio” passa anche attraverso la revisione degli incentivi come Superbonus e bonus facciate, che hanno avuto un tiraggio “nettamente superiore alle stime”. Per questo il governo intende “rivedere l’intera materia degli incentivi edilizi” combinando l’efficientamento con la sostenibilità della finanza pubblica e l’equità distributiva.

Inoltre, nel prossimo triennio “verranno stanziate risorse per le cosiddette politiche invariate, quali quelle relative ai rinnovi contrattuali”.