Decreto Bollette 2025, bonus sociale e imprese energivore: le novità sul tavolo

Decreto Bollette, governo tra bonus sociale, aiuti alle imprese e nucleare. Meloni boccia la bozza, Pd propone acquirente unico e disaccoppiamento energia-gas

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 28 Febbraio 2025 07:00

Il Consiglio dei ministri ha messo mano al solito puzzle energetico, il Decreto Bollette, assemblando misure contro il caro energia e una riforma sul nucleare. L’incontro c’è stato oggi 28 febbraio 2025 a Palazzo Chigi.

Giorgia Meloni ha riunito l’altro ieri il suo team, tra cui il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, per un’altra sessione di equilibrismo politico ed economico. Da un lato, le famiglie che arrancano tra bollette fuori controllo, dall’altro, imprese sempre più rumorose nelle richieste di aiuti. La coperta è corta, i soldi pochi e trovare una quadra senza scontentare nessuno è una sfida che si gioca sul filo del rasoio.

Decreto Bollette, risorse limitate e focus sulle fasce più vulnerabili

Sul tavolo ci sono circa 2,8-2,9 miliardi di euro. Il Bonus bollette appena approvato consiste in un bonus sociale potenziato, con una soglia Isee che sale da 9.530 a 25.000 euro per tre mesi. Per le famiglie numerose, il tetto, secondo i dati Arera, dovrebbe alzarsi in proporzione, perché a quanto pare più bocche da sfamare significano più problemi.

Ma facciamo un passo indietro, perché questo decreto non ha avuto un inizio facile. Dietro le quinte, Giorgia Meloni non ha preso bene la prima bozza del decreto, poi rinviato. L’ha bocciata e ha ordinato un restyling immediato, chiedendo misure più incisive, in particolare per chi è maggiormente in difficoltà. Il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto e il responsabile per gli Affari europei Tommaso Foti sono stati messi al lavoro per risolvere il rebus. Dall’altra parte del globo, Giancarlo Giorgetti, in trasferta a Cape Town per il G20, segue la situazione a distanza.

Nel frattempo, si fa strada un’altra idea: eliminare la differenza tra il prezzo del gas europeo e quello italiano, perché pagare di più a parità di mercato è un lusso che il Paese non può permettersi. Il governo sta valutando una compensazione statale per azzerare il divario di circa 2 €/MWh tra il mercato di Amsterdam (TTF) e quello italiano (PSV), abbassando così le bollette del gas e, di riflesso, anche quelle elettriche.

Si pensa inoltre di vincolare una parte dell’energia idroelettrica a tariffe ridotte per le industrie energivore, mettendo un freno al solito meccanismo speculativo che fa lievitare i costi di produzione.

Il ministro dell’Ambiente ha confermato che il governo sta esplorando questa opzione, ma il settore è nel pieno di un braccio di ferro con Bruxelles per il rinnovo delle concessioni: tra le ipotesi, la cessione di una quota dell’energia prodotta al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) o il prolungamento delle concessioni per chi accetta di investire a lungo termine.

Interventi per le imprese: quali opzioni sul tavolo

Oltre al sostegno alle famiglie, il governo sta cercando di dare respiro alle imprese con margini di manovra sempre più stretti. Con buona parte delle risorse già destinate al bonus energia, si punta su soluzioni rapide e a basso impatto sui bilanci pubblici. Una delle strade più praticabili è l’anticipo delle compensazioni per i costi indiretti dell’ETS, la tassa europea sulla CO₂, attingendo subito ai crediti maturati dalle imprese energivore per ridurre i costi delle bollette elettriche.

Intanto, circa 1,2 miliardi di euro del nuovo Decreto Bollette saranno destinati al contenimento dei costi per le aziende: 600 milioni serviranno a ridurre gli oneri di sistema per le PMI, mentre altri 600 milioni rafforzeranno il fondo per la compensazione ETS. L’idea è tagliare in fretta i costi delle imprese, evitando lungaggini burocratiche e garantendo un sostegno immediato al settore produttivo.

Proposte del Partito Democratico

Parallelamente, il Partito Democratico ha messo sul tavolo due proposte per rispondere all’emergenza energetica. La segretaria Elly Schlein ha dichiarato:

“Le proposte del Pd sono due: disaccoppiare il prezzo dell’energia dal prezzo del gas. Oggi a fare il prezzo dell’energia in Italia è il prezzo del gas, che è la fonte di energia più cara”.

Un’altra mossa che il Pd vorrebbe vedere attuata è la creazione di un acquirente unico pubblico per garantire tariffe più basse e ridurre la volatilità del mercato.

Il Partito Democratico, supportato da Alleanza Verdi e Sinistra e dal Movimento 5 Stelle, ha alzato la pressione sull’esecutivo affinché adotti soluzioni concrete per famiglie e imprese alle prese con costi fuori controllo.

Il Consiglio dei ministri di oggi metterà mano anche al ddl nucleare, con l’approvazione della delega legislativa sul settore. Un argomento che promette di infiammare ulteriormente il dibattito.