Confindustria smentisce il governo e taglia le stime di crescita, Pil +0,8% nel 2024

La crescita del Pil dell'Italia si fermerà sotto l'1% anche secondo l'ultimo rapporto di Confindustria

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 22 Ottobre 2024 12:07

Il Centro Studi di Confindustria ha diffuso i dati sulla stima della crescita italiana nel 2024 e nel 2025. Il risultato del Rapporto di previsione autunnale smentisce l’ottimismo del Governo: il prodotto interno lordo del nostro Paese crescerà dello 0,8% e non dell’1% come ribadito dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti anche dopo l’approvazione della Manovra finanziaria.

Sarà ridotta anche la crescita nel 2025, prevista allo 0,9%. A pesare nel breve periodo è soprattutto la crisi industriale del settore automobilistico, con i risultati di Stellantis che hanno compromesso una parte importante  del sistema industriale italiano. Per il futuro invece è la situazione demografica a preoccupare, visti anche gli ultimi dati sulle nascite.

Crescita al +0,8 per l’Italia: il rapporto di Confindustria

Confindustria ha pubblicato il Rapporto di previsione autunnale del suo Centro Studi, che ha analizzato la situazione economica italiana stimando la crescita del Pil per i prossimi due anni. La ricerca ha rilevato un aumento del Pil più lento del previsto. Nel 2024 il prodotto interno lordo italiano crescerà dello 0,8% e non dell’1% come previsto dal Governo Meloni. Una riduzione che potrebbe pesare anche sulla Manovra finanziaria che ha cominciato il suo iter di approvazione.

L’unico comparto a crescere in maniera significativa dovrebbe essere il settore terziario, aiutato dall’inflazione e dalla riduzione dei tassi di interesse che permette un accesso più semplice al credito. Male invece le costruzioni, che soffrono la fine del Superbonus 110% e non riescono a compensare l’assenza delle ristrutturazioni edilizie con i nuovi progetti infrastrutturali permessi dal Pnrr.

Va male anche l’industria, che nel terzo trimestre conferma il calo della produzione e la stagnazione degli investimenti. Rimane molto bassa anche l’inflazione, tra le più moderate di tutti i Paesi europei, mentre l’occupazione dovrebbe continuare a crescere più del Pil segnalando una bassa produttività dei nuovi assunti.

La crisi di Stellantis pesa sul Pil

Il Rapporto di Confindustria individua poi alcuni fattori critici che stanno rallentando la crescita italiana nel breve e nel lungo termine. Tra le situazioni contingenti che stanno influenzando negativamente l’economia italiana c’è la crisi del settore automobilistico. Un ulteriore calo del 4,2% delle immatricolazioni in Europa conferma il periodo critico per le aziende del segmento, con in testa Stellantis, che gestisce la quasi totalità degli impianti di produzione di automobili nel nostro Paese.

Sul lungo periodo però a preoccupare maggiormente è la situazione demografica. Il calo della popolazione in atto dal 2017 comporta una riduzione del numero di lavoratori, al punto che da dopo la pandemia il 26% delle posizioni lavorative risulta di difficile reperimento per le aziende. Entro il 2028 la popolazione lavorativa scenderà di 850mila persone nonostante il saldo migratorio positivo.

Questo sta causando il fenomeno del mismatch, la differenza tra domanda e offerta di lavoro che non permette alle aziende di trovare le competenze necessarie al loro sviluppo. Una situazione che secondo Confindustria è aggravata dal problema della mancanza di alloggi, che comporta prezzi degli affitti molto alti per i lavoratori che devono spostarsi sul territorio. Per questa ragione il Governo sarebbe al lavoro per prevedere alcuni sussidi sotto forma di fringe benefit, per aiutare i lavoratori a pagare l’affitto in caso di trasferimento.