Sono due gli emendamenti presentati al decreto Aiuti quater per sostenere federazioni, associazioni e società sportive, entrambe su spinta del senatore di Forza Italia e presidente della Lazio, Claudio Lotito. Il primo consente il pagamento a rate dei versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 22 dicembre. L’emendamento – bipartisan a firma di Fi, FdI, Pd, M5S, Autonomie e Misto – prevede 60 rate mensili, di cui le prime tre vanno pagate entro il 22 dicembre. Il versamento avviene inoltre non solo senza sanzioni e interessi fiscali ma anche “senza sanzioni penali e sportive”. Il secondo invece interviene sui diritti tv ed è firmato solo da parlamentari forzisti e vede anche la firma dello stesso Lotito insieme a quella di Dario Damiani (firmatario per Forza Italia anche del primo emendamento) e Francesco Silvestro.
Diritti tv
Questa seconda proposta di modifica va a intervenire sulla cosiddetta Legge Melandri che regola la contrattazione e la vendita dei diritti tv del campionato. Nello specifico si chiede di allungare i contratti di licenza da una durata massima di tre a una di cinque anni, aggiungendo “la durata dei contratti di licenza nel territorio nazionale relativi al triennio 2021/2024, in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione, può essere prorogata fino a un massimo di due anni”. In questo modo, se l’emendamento venisse approvato la Lega Serie A potrebbe rinnovare i due contratti in essere con DAZN e Sky fino al 2026. I dettagli della questione andrebbero in ogni caso valutati anche da un punto di vista dell’Antitrust.
La reazione
Le proposte hanno raccolto come prevedibile consenso soprattutto tra i presidenti delle società di calcio interessate. “Premesso che come molti sanno spesso mi capita di non essere d’accordo con Lotito, stavolta la pensiamo alla stessa maniera”, ha dichiarato al telefono con l’Ansa il presidente del Torino e di Rcs, Urbano Cairo. Per Cairo “il discorso della rateizzazione fiscale per le società, che non è a fondo perduto come i tax credit ma una semplice dilazione, ha un senso, tra l’altro, anche come sostegno ad un comparto che contribuisce in larga parte al mantenimento delle altre discipline sportive e rappresenta il 70% della contribuzione fiscale di tutto lo sport”.
Quanto all’idea di modificare la legge Melandri e prolungare da tre a cinque anni la durata dei diritti tv, “non è certo un assist a un’emittente tv o un’altra. Qualsiasi persona di buon senso capisce che è una sacrosanta opportunità per chi investe di ottenere un guadagno grazie alla continuità del progetto. E di conseguenza consente a chi vende di ottenere di più. Mi pare elementare da capire, e se non sbaglio funziona così anche all’estero. In Spagna, ad esempio, dove i diritti tv li valorizzano bene, gli anni di durata sono appunto cinque e sei per quelli internazionali”.
I precedenti
Si tratta di un tema quest’ultimo di certo non nuovo per la Serie A. Fa infatti parte di uno dei punti sostenuti dalla Lega per allinearsi agli altri top campionati d’Europa, così come lo stop al divieto di sponsorizzazioni da parte delle società di betting. Resta da valutare la reazione dei broadcaster concorrenti di Dazn – che al momento ha l’esclusiva – sulla possibilità di proroga per due anni degli attuali contratti. Una situazione simile si è già verificata in Inghilterra dove la Premier League dove sono stati rinnovati i diritti tv per il triennio 2022/25 in base agli accordi del 2019/22: in quel caso però ciò è stato reso possibile solo con l’ok del governo e di tutte le emittenti coinvolte.