Ape Piaggio prodotta in India, dopo 76 anni addio allo stabilimento di Pontedera: i motivi

L'Ape Piaggio trasloca in India: costruire in Italia non è considerato conveniente a causa dei nuovi vincoli europei relativi ad ambiente e sicurezza

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 30 Novembre 2024 19:20

L’ennesima icona del made in Italy lascia l’Italia. Dopo 76 anni l’Ape Piaggio non verrà più prodotta in Toscana, nello stabilimento di Pontedera nei pressi di Pisa: la produzione verrà spostata definitivamente in India.

Ciò che cambia è che a Pontedera verranno realizzati altri modelli e non più l’Ape, come ha annunciato l’azienda rassicurando i lavoratori in merito alla continuità produttiva. La decisione è stata comunicata da Piaggio ai delegati Rsu nelle scorse settimane. Le linee dello stabilimento verranno riconvertite così da produrre il Porter elettrico, furgoncino a quattro ruote, e non più tre come la storica Ape.

Non si tratta di qualcosa di totalmente inedito, dal momento che da decenni l’Ape viene prodotta nel Paese asiatico, sia in versione a scoppio che in versione elettrica, con ottimi risultati di vendita. La produzione indiana spingerà in particolare su altri mercati, soprattutto in Asia e Africa.

Perché l’Ape Piaggio va in India

Piaggio sposta la produzione dell’Ape in India per due motivi: il primo è relativo agli standard di sicurezza, tra cui airbag e sistemi di frenata assistita. C’è poi il tema ambientale, con la normativa europea che cambierà nuovamente nel prossimo anno. L’azienda dovrebbe investire in ricerca e innovazione per adeguare l’Ape agli standard europei.

Meccanica da riconvertire

Angelo Capone (Fiom Pisa) invita a un bagno di realismo: “Al di là dell’aspetto romantico del legame col territorio, è una scelta in qualche modo obbligata. L’Ape è un euro 4 a due tempi, immaginare un due tempi euro 5 è una cosa complicata dal punto di vista della meccanica. Sarebbe necessario cambiare la motorizzazione, ma a quel punto non sarebbe più un’Ape”.

Verso l'India la produzione dell'Ape Piaggio
Fonte: ANSA
Una foto storica dell’Ape Piaggio utilizzata per il trasporto turistico.

La reazione dei sindacati

“Il fermo della produzione dell’Ape” nello stabilimento di Pontedera è “qualcosa che colpisce dal punto di vista sentimentale”, ha affermato Flavia Capilli, segretaria regionale della Fim Cisl. “È un automezzo storico che ha fatto sì che la Piaggio avesse l’impronta che oggi ha e che fosse visibile e riconoscibile in tutto il mondo”. “Quando ci hanno comunicato la notizia – ha proseguito la sindacalista – c’è stata preoccupazione sul momento, però abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che ci sono altri modelli da sviluppare su cui investire, le linee saranno riorganizzate, anche se spiace per questo pensionamento“.

Per la Fim Cisl rimane “una cauta preoccupazione, che c’è sempre quando ci sono di mezzo gli ammortizzatori sociali. Tre settimane di cassa integrazione per 1.100 operai hanno comunque un impatto forte. Però – si conclude – il vero tema è sapere quanto prima su quali prodotti saranno fatti gli investimenti, come avverrà la riorganizzazione. Ancora non lo sappiamo”.

“Forse certe leggi sono state introdotte un po’ frettolosamente, sembra che solo l’Europa si preoccupi dell’inquinamento, mentre al resto del mondo non frega nulla”, ha commentato Samuele Nacci, segretario provinciale Uilm Pisa. Per il resto “qua la produzione dell’Ape riguarda neanche il 10% del personale e non dovrebbero esserci ricadute occupazionali, si tratta di lavoratori facilmente ricollocabili. Anche perché nonostante la classica Cig di dicembre, questa non è un’azienda in crisi e ci troveremo già il 9 dicembre a un tavolo per discutere dell’integrativo di secondo livello”.