Manovra, le banche verseranno 4,3 miliardi: Meloni trova la quadra

La maggioranza trova l’intesa sulla Manovra: le banche verseranno 4,3 miliardi e una nuova addizionale Irap finanzierà la sanità pubblica

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

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Un’intesa di rilievo tra i partiti di governo chiude uno dei match più delicati della Legge di bilancio: il contributo del sistema bancario e assicurativo al finanziamento delle nuove misure economiche.

Dopo settimane di confronto e tensioni interne, la premier Giorgia Meloni ha trovato la sintesi tra le posizioni di Lega e Forza Italia, definendo un quadro che garantisce le coperture necessarie e preserva la compattezza della maggioranza.

Il compromesso prevede un prelievo modulato e l’introduzione di una nuova addizionale Irap per la sanità, accanto al rafforzamento delle misure già previste nel Documento programmatico di bilancio.

Un vertice a Palazzo Chigi per superare le tensioni

Dopo settimane di botta e risposta su quanto e come le banche dovessero contribuire alla Manovra, le forze politiche si sono riunite a Palazzo Chigi per un vertice di tre ore di tensione tra Lega e Forza Italia.

Al tavolo, oltre alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, erano presenti i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, e il viceministro dell’Economia Maurizio Leo.

Da Washington, collegato in video, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, impegnato negli incontri del Fondo Monetario Internazionale. Lo stesso, in modo molto poetico ed evasivo ha poi rassicurato i cronisti:

Voi non credete ai miracoli, io invece ci credo ai miracoli.

Manovra, trovato l’equilibrio sul contributo delle banche

L’intesa raggiunta non prevede una singola misura ma un insieme di interventi per garantire il gettito di circa 4,4 miliardi di euro previsto per il 2026. Tra le ipotesi principali, la conferma di un prelievo del 27,5% a carico di banche e compagnie assicurative sui depositi vincolati, collegato alla norma del 2023 che tassava gli extraprofitti al 40%.

Fonti di maggioranza sottolineano che non si tratterebbe di una nuova tassa sugli extraprofitti in senso stretto, ma di un contributo concordato con il settore, che sarà chiamato a discutere i dettagli tecnici nelle prossime ore. Il nodo principale resta la modalità di versamento: si valuta se agire tramite crediti d’imposta o attraverso un prelievo diretto ridotto sul capitale accantonato.

Dove verranno presi i soldi per la Legge di bilancio

Secondo le stime aggiornate, contenute nel Documento programmatico inviato a Bruxelles, nel 2026 le misure economiche previste in Manovra ammonteranno a 18,4 miliardi di euro. Il tutti finanziato con un lieve incremento del deficit e con 17,3 miliardi tra minori spese e nuove entrate.

Di questi, 4,3 miliardi arriveranno da banche e assicurazioni, che in tre anni saliranno a 11 miliardi. Questi famosi 4,3 miliardi saranno coperti in parte dal rafforzamento delle misure già previste per il biennio 2026-2027, pari a 2 miliardi l’anno, e in parte dall’affrancamento, su base volontaria, delle riserve accantonate nel 2024 in base alla precedente normativa sugli extraprofitti.

Una parte del gettito sarà assicurata da una nuova addizionale Irap destinata a sostenere la Sanità pubblica, oltre ai 2,2 miliardi derivanti dai tagli ai ministeri e ai 5 miliardi ottenuti dalla rimodulazione del Pnrr.

Il meccanismo per le banche

Il paradosso delle banche italiane continua: dopo aver accantonato 6,2 miliardi di utili nel 2023, evitando di versarli allo Stato, ora potranno sbloccare quelle risorse pagando un’imposta ridotta del 27,5%, invece del 40% originariamente previsto.

Il Governo precisa che si tratterà di una opzione volontaria, ma il settore finanziario non nasconde il malumore per un intervento percepito come imposto più che concordato. Una lamentela paradossale da parte di un comparto che ha beneficiato per decenni di salvataggi pubblici e protezioni sistemiche.

Le banche e le assicurazioni dovranno inoltre contribuire con una nuova addizionale Irap, che si aggiunge a quella già in vigore di 0,75 punti, e con un’Ires maggiorata di 3,5 punti rispetto alle altre imprese.