Abramovich, niente sanzioni: può essere decisivo per la pace

Gli Stati Uniti non hanno imposto sanzioni su Roman Abramovich su richiesta di Volodymyr Zelensky. L'oligarca potrebbe essere la sponda giusta per parlare con Putin.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe chiesto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden in un recente colloquio telefonico di non sanzionare l’oligarca Roman Abramovich, che potrebbe rivelarsi importante per facilitare un accordo con la Russia. Lo rivela il Wall Street Journal.

L’ex patron del Chelsea aveva partecipato al primo round di negoziati tra russi e ucraini in Bielorussia il 28 febbraio scorso.

La lista americana

All’inizio di marzo i funzionari del Dipartimento del Tesoro americano avevano messo a punto una bozza di sanzioni per punire Abramovich in seguito all’attacco della Russia all’Ucraina. Al momento di annunciarle, però, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale ha detto al Tesoro di attendere. Dietro la richiesta, riporta il Wall Street Journal, c’era il consiglio di Zelensky a Biden di attendere nell’imporre sanzioni ad Abramovich in quanto l’oligarca avrebbe potuto essere un importante intermediario con la Russia nell’aiutare a negoziare la pace.

La posizione di Abramovich

Il ritardo degli Stati Uniti nel sanzionare Abramovich è una piega inattesa nella strategia dell’Occidente di punire i ricchi oligarchi con legami con il Cremlino per punire Putin. Anche se diversi oligarchi si sono espressi contro la guerra, Abramovich è l’unico ad aver pubblicamente detto di tentare di spingere Mosca a trovare una soluzione pacifica al conflitto. Inoltre ha il triplo passaporto russo, inglese e israeliano.

Roman Abramovich: chi è il miliardario con Solaris, lo yacht più costoso al mondo

Roman Abramovich è una personalità nota soprattutto agli appassionati di calcio, visto che è stato uno dei primi miliardari a investire in un club ‘straniero’ rispetto alle sue origini. Nato in Russia, con cittadinanza israeliana, ha acquistato il Chelsea perché si era innamorato dello stadio sorvolandolo con l’elicottero. Per qualcuno, un semplice capriccio: ma negli anni, dal 2003, è riuscito a inanellare successi importanti. Fino ad essere costretto proprio dall’invasione ucraina a cedere il club.

Ma il calcio è un’attività accessoria: la fortuna di Abramovich è iniziata col petrolio. Da lì ha costruito un patrimonio che oggi, secondo il Corriere della Sera, ammonta a 14,5 miliardi di dollari. Oltre al Solaris, tra le voci più notevoli ci sono una villa a Kensington (125 milioni di sterline), un attico sul Tamigi (22 milioni di sterline), un jet privato (75 milioni di sterline), lo yacht Eclipse (400 milioni di dollari, il secondo più lungo al mondo con 164 metri, inoltre è dotato di un sistema personale di difesa missilistica), lo yacht Sussurro (16 milioni di sterline), lo yacht Le Gran Bleu (135 milioni di sterline).