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La Borsa del 19 dicembre, Milano e l’Europa restano deboli dopo la frenata della Fed
I mercati europei frenano a seguito della politica monetaria restrittiva della Fed, che ha preannunciato solo due tagli dei tassi nel 2025
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Borse europee deboli, Piazza Affari appesantita da Stm e Tim
I mercati azionari europei restano sotto pressione, confermando l’apertura negativa a causa delle indicazioni della Federal Reserve su una possibile pausa nel taglio dei tassi e del tonfo registrato ieri a Wall Street.
La peggiore è Madrid, con un calo dell'1,4%, seguita da Londra e Parigi in ribasso dell'1,2%, mentre Francoforte, Amsterdam e Milano arretrano dell'1,1%.
A Piazza Affari, spicca il crollo di Stm, che perde il 5% sulla scia della volatilità del titolo. Peggiora anche Tim, che dopo un avvio stabile scende del 4%, a 0,26 euro, complici le reazioni all’offerta del Mef e di Asterion per l’acquisizione di Sparkle. Nel comparto finanziario, Mediobanca subisce vendite, mentre si segnala il progresso di Unipol, in rialzo dello 0,9%, e di Saipem, che guadagna l’1,1%.
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Spread a 119 punti
Apertura negativa per i mercati obbligazionari dell'Eurozona, con gli investitori che mostrano una minore propensione al rischio, influenzati dalle previsioni ottimistiche della Federal Reserve sull’economia statunitense, accompagnate però dalla prospettiva di meno tagli ai tassi nel 2025. In Italia, il rendimento del BTp decennale benchmark è salito al 3,49% rispetto al 3,40% della chiusura precedente. Contestualmente, lo spread con il Bund tedesco di pari scadenza si è ampliato a 119 punti base dai 116 di ieri sera.
L'attenzione del mercato è ora rivolta alla Banca d’Inghilterra, che fornirà nuove indicazioni sulla sua politica monetaria a metà giornata.
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La frenata della Fed dietro al calo dei mercati
Con il terzo taglio consecutivo dei tassi di interesse, la Federal Reserve segna la fine dell'era Joe Biden ma preannuncia un rallentamento nella sua politica monetaria. Per il 2025, la Fed prevede solo due riduzioni del costo del denaro, per un totale dello 0,50%, dimezzando le stime formulate a settembre. La sorpresa di una Fed più falco delle attese ha gelato Wall Street, innescando un forte ribasso. Il Nasdaq ha chiuso con una perdita del 3,56%, mentre il Dow Jones ha registrato il decimo calo consecutivo, un record negativo che non si verificava dal 1974.
La scelta di ridurre i tassi di interesse non ha trovato consenso unanime all’interno del consiglio della Federal Reserve. Beth Hammack, presidente della Fed di Cleveland, ha votato contro, esprimendo la preferenza per mantenere i tassi invariati.
Nel frattempo, la Fed ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’economia statunitense, prevedendo un incremento del PIL del 2,1% per il 2023, rispetto al 2% inizialmente stimato. Tuttavia, sul fronte dell’inflazione, la banca centrale ha indicato che il ritorno all’obiettivo del 2% non avverrà prima della fine del 2026, segnalando un percorso ancora lungo per la stabilizzazione dei prezzi.
Ora l’attenzione si sposta sulle altre banche centrali: la Bank of Japan ha mantenuto un approccio prudente lasciando i tassi invariati, mentre oggi sarà il turno della Bank of England, il cui verdetto è atteso con interesse dai mercati.
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Settore bancario in rosso
Tra le banche, Unicredit perde l’1,29%, scendendo a 38,2 euro. Il calo segue le dichiarazioni del governo tedesco, che ha ribadito l’impegno a trovare una soluzione per Commerzbank e ha criticato l’approccio non coordinato di Piazza Gae Aulenti, che ha incrementato la sua partecipazione nella banca tedesca al 28%.
Vendite anche su Mps, che arretra dell’1,91% a 6,56 euro dopo il cambio di governance successivo alla privatizzazione. Il 18 dicembre si sono dimessi cinque consiglieri nominati dal Tesoro in occasione del rinnovo del cda del 2023. In calo anche Bper, che lascia sul terreno l’1,42% a 6,12 euro, in concomitanza con l’assemblea ordinaria e straordinaria convocata a Milano.
Nexi non fa eccezione, registrando una flessione dell’1,94% a 5,46 euro, nonostante Fitch abbia migliorato il rating Long-Term Issuer Default (IDR) e senior unsecured della società, portandolo a BBB- da BB+, con outlook stabile.
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Listino milanese in rosso: Stm e Stellantis sotto pressione
Avvio di giornata negativo per Piazza Affari, con il listino interamente in territorio negativo. Stm registra una flessione del 3,26%, attestandosi a 24,29 euro, dopo che Micron Technology ha segnalato un calo della domanda di personal computer e smartphone, prevedendo ricavi e utili trimestrali inferiori alle attese (-15% nell’after hours).
Anche Stellantis cede terreno, con un ribasso dell’1,63% a 12,53 euro. A pesare sono i dati Acea sulle immatricolazioni auto in Europa, che a novembre sono tornate a scendere del 2% su base annua, con un totale di 1.055.319 veicoli. Il calo è stato particolarmente accentuato in Francia (-12,7%) e Italia (-10,8%), mentre il mercato tedesco è rimasto quasi stabile (-0,5%). Stellantis ha registrato una contrazione delle immatricolazioni del 10,8%, con la quota di mercato in calo al 13,5% rispetto al 14,4% di ottobre.
Per il momento, l'unico titolo in positivo è Saipem a +1,14%, che si è aggiudicata una nuova commessa offshore da Shell per il progetto Bonga North, relativo allo sviluppo di un giacimento petrolifero in acque profonde, a 130 km dalla costa della Nigeria. Il valore complessivo del contratto è di circa 1 miliardo di dollari e la quota parte del gruppo guidato da Alessandro Puliti ammonta a circa 900 milioni di dollari.
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Borse europee in forte calo in apertura
Le principali piazze europee registrano un avvio di seduta negativo: il Dax cede l’1,13%, il Cac40 l’1,29%, il Ftse100 l’1,17% e il Ftse Mib l’1,28%, attestandosi a 33.960 punti. Il ribasso segue la pesante chiusura di Wall Street, dove gli indici sono crollati dopo la decisione della Federal Reserve. Sebbene la Fed abbia ridotto i tassi di 25 punti base, come previsto, ha indicato una prospettiva di minori tagli nel 2025, innescando un’ondata di vendite sui mercati.
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I titoli sotto osservazione a Piazza Affari
Sul listino milanese attenzione a Stellantis, che ha segnato una contrazione del 10,8% nelle immatricolazioni, con la quota di mercato scesa al 13,5% dal 14,4% di ottobre.
In ambito istituzionale, il presidente John Elkann sarà ascoltato dalle commissioni parlamentari per discutere la situazione del gruppo automobilistico, come richiesto dal Parlamento.
Nuovo importante contratto in Nigeria per Saipem. La società si è aggiudicata una commessa offshore da Shell per il progetto Bonga North, riguardante lo sviluppo di un giacimento petrolifero in acque profonde a 130 km dalla costa nigeriana. Il contratto ha un valore complessivo di circa 1 miliardo di dollari, di cui circa 900 milioni spettano al gruppo guidato da Alessandro Puliti.
Continua l’attenzione su Tim, dopo che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, insieme a Retelit (controllata di Asterion Industrial Partners), ha presentato un’offerta vincolante per l’acquisizione dell’intero capitale di Sparkle. L’offerta, pari a 700 milioni di euro, rimarrà valida fino al 27 gennaio 2025.
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Ci si aspetta un’apertura in calo per i mercati
La prudenza della Federal Reserve riguardo alla riduzione dei tassi d’interesse ha aumentato la volatilità sui mercati. Il 18 dicembre, l’indice S&P500 ha chiuso a Wall Street con un calo del 3% (anche se i futures questa mattina mostrano un rimbalzo), segnando la peggiore performance giornaliera dal 2021. Anche le borse europee sono previste in forte ribasso: il future sull’Eurostoxx50 segna -1,55%.