Riscaldare casa con la pompa di calore, ecco quanto si risparmia

Tra le normative imposte dall’Unione europea e i regolamenti degli enti territoriali, come orientarsi e capire se vale la pena installarla nella propria abitazione

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Con i recenti aumenti del costo dell’energia elettrica e le temperature di febbraio che sono tornate in linea con i valori invernali di stagione sempre più bassi, un tema che è divenuto assai di attualità è quello del risparmio per il riscaldamento della propria abitazione. In alternativa ai classici termosifoni appesi ai muri e al sistema di riscaldo a pavimento, molti cittadini si stanno chiedendo se valga la pena prendere in considerazione l’opzione di installare una pompa di calore per mitigare l’aria di casa.

Ma come funziona questo metodo alternativo per le abitazioni? Le pompe di calore funzionano trasferendo energia termica da un ambiente più freddo ad uno più caldo. In pratica il meccanismo che bisogna immaginare è quello che consiste nell’estrarre il calore da una fonte naturale (sia essa l’aria, l’acqua o il terreno del suolo) e di trasportarlo all’interno dell’edificio, in modo che la temperatura raggiunga il livello impostato a seconda delle diverse tipologie di impianto che già sono installate nelle nostre case (caldaia autonoma o centralizzata in un condominio; climatizzazione preimpostata o uso del termostato).

Pompa di calore: le diverse tipologie e le leggi in materia

Andando a leggere quello che prevede la normativa europea in materia, se il calore catturato da una pompa eccede in modo significativo la quantità di energia necessaria al suo funzionamento, il dispositivo viene inserito tra quelli attualmente considerati rinnovabili. Tra i modelli di pompa di calore ad oggi più diffusi, ci sono sicuramente i condizionatori ad energia elettrica, che fungono anche da impianti di raffreddamento durante la calda stagione.

Ma esistono diverse tipologie di pompe in commercio in questo momento. Una differenza importante che riguarda il loro funzionamento, ad esempio, è quella che individua una differenza sostanziale tra le varie fonti da cui viene prelevato il calore, che può provenire dall’aria, dall’acqua o dal terreno. Sono tutti aspetti di difficile comprensione per un normale cittadino, che fatica a muoversi e orientarsi tra le moltissime leggi che regolano questo ambito. Infatti, oltre ai diktat provenienti dall’Ue, esistono differenze tra regione e regione e, in molti casi, addirittura tra comuni diversi anche se vicini logisticamente.

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Pompa di calore: il risparmio in bolletta esiste davvero?

Quello che però interessa ad ognuno di noi è se davvero sia conveniente installare una pompa di calore all’interno della propria abitazione. Tra i vantaggi derivanti da una scelta del genere ci sono di certo gli incentivi fiscali previsti dall’Ecobonus, che permette una detrazione del 65% dilazionata nel tempo in dieci anni. Inoltre, occorre tenere in considerazione che chi decide di installare un dispositivo di questo genere può beneficiare del Conto Termico: si tratta di un’agevolazione per l’incremento dell’efficienza energetica della propria unità immobiliare tramite fonti rinnovabili. Il rimborso copre fino a una spesa massima di 700 euro e avviene tramite bonifico.

Infine c’è da valutare il fattore più importante, ossia l’efficacia di questo sistema di riscaldamento degli ambienti domestici. Il coefficiente di prestazione di una pompa di calore può arrivare fino a un valore di 5 (quelli delle altre tipologie di impianto vanno in media da 3 a 4): questo significa che riesce a produrre fino a 5 chilowattora di energia termica partendo da un solo di energia elettrica. E così il risparmio medio in bolletta per una famiglia italiana va da un minimo del 40% fino ad un 70% dei sistemi più all’avanguardia.