Si è chiusa, almeno per ora, una delle pagine più tristi della storia italiana. I migranti stipati sulle due navi ong Geo Barents di Medici Senza Frontiere e Humanity 1 della Sos Humanity nel porto di Catania sono tutti sbarcati a terra. Inizialmente, il governo di Giorgia Meloni aveva messo in atto uno sbarco parziale e selettivo, consentendo di scendere soltanto ai più fragili, in palese violazione di tutte le norme di diritto internazionale.
“L’autorità sanitaria ci ha comunicato che sbarcheranno tutti i migranti presenti nella Geo Barents – ha annunciato poco prima dell’avvio delle operazioni il capo delazione di Msf Juan Matias Gil – . Ancora non sappiamo dove verranno portati. E’ un grande sollievo soprattutto per loro, noi siamo stanchi ma sono loro che hanno bisogno di cura. C’è una grande gioia a bordo. Da qui non si sente ma vi assicuro che sono molto felici. Persone che piangono e urlano di gioia”.
Cos’è successo ai migranti sulla nave Geo Barents dell’ong Medici Senza Frontiere
Ma facciamo un passo indietro. Dopo giorni di attesa in acque internazionali, nella serata di domenica 6 novembre la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso nel Mediterraneo di Medici Senza Frontiere, ha ricevuto dalle autorità italiane l’autorizzazione a entrare nel porto di Catania.
Secondo il diritto internazionale, tutti i sopravvissuti devono sbarcare in un luogo sicuro il prima possibile. Non è ciò che è stato fatto con le persone a bordo della Geo Barents: sono sbarcate le famiglie, i minori e coloro che sono stati considerati vulnerabili. A 214 sopravvissuti è stato negato questo diritto: sono rimasti ancora a bordo.
Come racconta Medici Senza Frontiere, durante le lunghe ore di attesa in porto, 3 dei sopravvissuti si sono gettati dalla nave e sono stati recuperati dalla polizia. Due di loro si sono rifiutati di risalire a bordo e hanno trascorso la notte dormendo sul molo.
Un’operazione di salvataggio può considerarsi conclusa solo quando tutti i sopravvissuti sono sbarcati in un luogo sicuro. Lo sbarco parziale e selettivo, suggerito nel decreto del governo italiano, è stato definito “brutale” dalle ong e illegale da Ue e Onu, e non può essere considerato legale secondo le convenzioni marittime.
Cos’è successo ai migranti sulla nave Humanity 1 della ong Sos Humanity
Alla fine di un lungo tira e molla, ancora una volta in violazione del diritto internazionale da parte del governo italiano, Meloni e il suo esecutivo sono stati costretti ad autorizzare anche lo sbarco dei 35 migranti ancora rimasti a bordo della nave Humanity 1, ferma nel molo 25 del porto di Catania.
Gli ispettori dell’Usmaf, come in precedenza per la Geo Barents, hanno riscontrato l’alto rischio psicologico.
Governo Meloni sotto attacco per violazione del diritto internazionale
Intanto, il governo Meloni è sotto attacco internazionale per come ha scelto di gestire la vicenda. “Se vi volete fermare all’esegesi delle espressioni burocratiche fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani” ha ribattuto il neoministro dell’Interno Matteo Piantedosi rispondendo a chi gli chiedeva conto dell’espressione “carichi residuali” utilizzata per definire i migranti a bordo delle due navi.
Quanto alla selezione operata tra i migranti, giudicata “illegale”, il titolare del Viminale replica netto: “Ci sono ricorsi in atto, poi si deciderà nelle sedi competenti”.
Un governo, quello a guida Meloni, che rischia già di implodere, non solo per le rischiose “boutade” di Berlusconi e di Salvini, ma anche per via dei numeri difficili al Senato (ne abbiamo parlato qui) e dei diversi, presunti, conflitti di interessi che interessano i suoi ministri: da Guido Crosetto a Daniela Santanchè, da Marina Calderone a Francesco Lollobrigida.
Nave Ocean Viking dell’ong Sos Mediterranée costretta ad andare in Francia
Per quanto riguarda l’altra nave in attesa di aiuto, ha dovuto virare verso la Francia, destinazione Marsiglia. La Ocean Viking è stata costretta a lasciare le acque della Sicilia e risalire verso la Francia.
“Di fronte al silenzio dell’Italia e a causa dell’eccezionalità della situazione, la Ocean Viking è costretta a richiedere un porto sicuro alla Francia”, ha reso noto l’ong Sos Mediterranée. L’arrivo della nave umanitaria nelle acque internazionali adiacenti alla Corsica è previsto il 10 novembre.
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, come ovvio, ha commentando con gioia la decisione francese di aprire il porto di Marsiglia all’Ocean Viking sulla quale ci sono 234 persone, tra cui 55 minori dei quali 43 non accompagnati. “Bene così – ha scritto Salvini sui social – L’aria è cambiata”.
Ma “questa soluzione estrema – ha accusato l’ong – è il risultato di un fallimento gravissimo e drammatico di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e degli Stati associati, che non sono stati in grado di indicare un porto sicuro alla nostra nave. Chiediamo che il Centro di coordinamento per la ricerca e il soccorso in mare francese trovi una soluzione immediata per i naufraghi a bordo della Ocean Viking”.
La situazione sulla Ocean Viking è diventata insostenibile, come ha spiegato Francesco Creazzo di Sos Mediterranée: a bordo ci sono 234 persone, tra cui ben 55 minori che hanno bisogno di sbarcare immediatamente. “La situazione a bordo dopo venti giorni in mare è di tensione. Non ce la fanno più con diversi casi medici a bordo: 17 persone che hanno bisogno di essere diagnosticate e 3 certamente di essere ospedalizzate, una in particolare ha la polmonite e non risponde agli antibiotici. Le autorità sono informate della situazione a bordo della Ocean Viking ma non c’è ancora alcuna risposta positiva”.
Meloni ringrazia la Francia, che però accusa l’Italia
A fronte di tutto questo, stride non poco il ringraziamento ufficiale del governo Meloni alla Francia: “Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri Stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking”.
È importante proseguire in questa linea di collaborazione europea con gli Stati più esposti per la loro collocazione geografica, così da trovare una soluzione condivisa e comune, per fermare la tratta degli esseri umani e gestire in modo legale ed equilibrato il fenomeno migratorio che ha assunto dimensioni epocali, si legge in una nota di Palazzo Chigi. “L’emergenza immigrazione è un tema europeo e come tale deve essere affrontato, nel pieno rispetto dei diritti umani e del principio di legalità”.
Eppure, la reazione di Parigi è stata durissima. Una fonte del governo francese citata dai media nazionali sostiene che l’atteggiamento dell’Italia è “contrario al diritto del mare e allo spirito di solidarietà europea. Noi ci aspettiamo altre cose da un Paese che oggi è il primo beneficiario del meccanismo di solidarietà europea”.
Non dimentichiamo che l’Italia incassa una notevole quota di aiuti Ue proprio per la gestione dei flussi migratori e degli sbarchi, essendo uno dei Paesi di primissimo arrivo.