Gli italiani stanno assistendo attoniti e drammaticamente scossi agli ultimi casi di cronaca nera che hanno visto protagonisti diversi bambini deceduti in modo tragico durante queste settimane. L’ultimo angosciante episodio che vede coinvolto un bimbo di soli pochi anni è avvenuto in Sicilia, precisamente a Termini Imerese, comune italiano di 25 mila abitanti della città metropolitana di Palermo e rinomata località balneare situata a pochi chilometri dal comprensorio cittadino del capoluogo siciliano.
Bambino morto in spiaggia a soli 4 anni in provincia di Palermo
Una vera e propria strage di minori di cui giornali e agenzie sono costretti a fornire i dettagli ma che sta colpendo l’opinione pubblica come poche altre volte nella storia d’Italia.
Brian Puccio, bambino di soli 4 anni di Palermo, è annegato in mare durante il pomeriggio del 2 giugno. Era andato in spiaggia in compagnia dei genitori, che però a un certo punto lo hanno perso di vista, ritrovandolo pochi minuti dopo sull’orlo dell’acqua, con il corpicino galleggiante e privo di sensi.
Nonostante sia stato subito chiamato il numero di emergenza per trasportate il piccolo al pronto soccorso dell’ospedale Cimino di Termini Imerese, i medici hanno cercato di rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare. Ora i carabinieri, coordinati dalla procura locale, stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia sentendo i genitori, i parenti e gli amici presenti in spiaggia. Gli inquirenti stanno anche ascoltando i testimoni che si trovavano nell’arenile e quelli che hanno prestato i primi soccorsi, in attesa che venga effettuata l’autopsia.
Il caso della babysitter di Modena: Italia sconvolta
La vicenda è avvenuta nelle stesse ore in cui Monica Santi, la babysitter 32enne di Carpi che ha gettato dal secondo piano il bimbo di 13 mesi di Soliera (provincia di Modena), ha confermato di essere stata lei ad aver compiuto il gesto, sostenendo davanti al giudice della cittadina emiliana che “non è stato un atto deliberato ma dettato da un malore che ho avuto”. La donna ha anche aggiunto: “Ero in catalessi, vengo da un periodo difficilissimo”.
La 32enne aveva iniziato a lavorare con la mamma e il papà del piccolo dal mese di gennaio. Secondo quanto dichiarato dalla nonna del bimbo, la babysitter non aveva mai dato segni di squilibrio. Il minore era molto affezionato alla tata, tanto da spingere i genitori a farle un contratto di lavoro full time. Non sono ancora chiari i motivi del gesto: ad oggi si indaga per tentato omicidio, in quanto il bimbo è attualmente ricoverato in condizioni critiche all’ospedale Maggiore di Bologna.
La terribile vicenda de L’Aquila, dove un’auto ha ucciso un bambino in un asilo
Il periodo di dolore e sconforto che sta attanagliando il nostro Paese è cominciato lo scorso 18 maggio, quando un’auto parcheggiata in strada in discesa a L’Aquila si è messa in movimento travolgendo la recinzione di un asilo e piombando su alcuni bambini. A farne le spese un piccolo di 4 anni, che ha perso la vita sul colpo a causa del violento impatto con la vettura.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, una mamma avrebbe parcheggiato l’auto in strada per andare a prendere il figlio, lasciando dentro il mezzo l’altro figlio più grande. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori c’è anche quella che sia stato proprio il bambino ad aver sfrenato l’auto, versione ancora da confermare da parte.