Streaming illegale, maxi operazione in Italia e in Europa: 22 milioni di utenti rischiano

Indagine condotta dall'Italia e in sette paesi in Europa. L'organizzazione criminale transnazionale serviva oltre 22 milioni di utenti

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 27 Novembre 2024 10:53Aggiornato: 27 Novembre 2024 13:47

La polizia, sotto il coordinamento della Procura di Catania, ha portato a termine l’operazione Takendown, la più ampia azione contro la pirateria audiovisiva mai realizzata in Italia e in Europa, smantellando la principale organizzazione criminale transnazionale che forniva contenuti illegalmente a oltre 22 milioni di utenti. La Procura della Repubblica di Catania fornirà ulteriori informazioni sull’operazione Takendown nel corso di una conferenza stampa, prevista per le ore 11:30 di oggi, presso la sede in viale XX Settembre n. 51.

I dettagli dell’operazione Takendown

Oltre 270 agenti della polizia postale hanno eseguito 89 perquisizioni in 15 regioni italiane e, con il supporto delle forze di polizia internazionali, altre 14 in Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Romania e Croazia, coinvolgendo 102 indagati. La polizia croata ha eseguito misure cautelari per 11 persone. I dettagli dell’operazione contro lo streaming illegale, che ha coinvolto otto Paesi europei, tra cui l’Italia, e che ha preso il nome di Takendown, saranno resi noti durante un incontro con la stampa alle 11:30 nella sala conferenze della Procura di Catania, in viale XX Settembre.

Ma come è nata l’indagine che ha portato allo smantellamento della rete internazionale? È stato necessario un monitoraggio costante durato mesi, partito dalla polizia postale di Catania e che si è esteso in tutta Europa. Sono state messe sotto controllo le piattaforme che gestiscono lo streaming illegale di eventi sportivi, film e serie TV, un affare milionario gestito da un’organizzazione con complici in vari Paesi europei.

Fondamentale è stata la cooperazione tra le diverse forze di polizia, che hanno condiviso i dati raccolti. L’organizzazione smantellata mirava a espandere la propria attività, acquisendo nuovi clienti, e stava anche considerando di modificare i propri siti per ostacolare le indagini. Tuttavia, gli investigatori e la magistratura sono arrivati prima.

Giro di affari da 250 milioni al mese

Nell’ambito dell’operazione Takendown, condotta dalla polizia contro lo streaming illegale e coordinata dalla Procura di Catania, sono stati sequestrati oltre 2.500 canali e server illegali che gestivano gran parte dei segnali pirata in Europa, alimentando un giro d’affari illecito di oltre 250 milioni di euro al mese. L’operazione, pianificata da Eurojust ed Europol, è stata coordinata dal Servizio di Polizia Postale con il supporto della rete operativa @on, finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla DIA.

Le indagini hanno permesso di individuare le sedi estere in Romania e Hong Kong, dove sono stati rintracciati e disattivati 9 server responsabili della diffusione dei contenuti pirata in Europa. In Inghilterra e Olanda sono stati identificati tre amministratori di alto livello della struttura informatica, oltre a 80 pannelli di controllo IPTV utilizzati dagli indagati su tutto il territorio italiano. Durante le perquisizioni, sono state sequestrate criptovalute per un valore di oltre 1,65 milioni di euro e denaro contante per oltre 40mila euro, considerati proventi delle attività illecite.

Un giro di mercato da 2 miliardi

Lo streaming illegale rappresenta una grave minaccia non solo per la protezione dei diritti d’autore, ma anche per l’intera economia legata all’industria dei contenuti. Si stima che la pirateria, in particolare quella legata a film e serie TV, comporti perdite miliardarie annuali per il settore dell’intrattenimento, erodendo i ricavi legittimi e ostacolando le opportunità di crescita e investimento per i produttori e i creatori di contenuti.

Il danno economico per l’industria audiovisiva è ingente: si stima una perdita di fatturato annuale pari a 2 miliardi di euro, che corrisponde a una riduzione del PIL di 821 milioni di euro e a una minore entrata fiscale di 377 milioni. Questi numeri non solo mettono in luce la gravità del fenomeno, ma indicano anche una pesante erosione delle entrate per le aziende del settore.

Secondo un’indagine recente della Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), 23 milioni di italiani hanno guardato contenuti pirata almeno una volta nel 2023. Il fenomeno del “pezzotto” è non solo ampiamente diffuso, ma anche altamente organizzato. Ben 11,8 milioni di italiani accedono a contenuti attraverso IPTV illegale, evitando così la ricerca manuale di siti pirata. Questo sistema offre una comodità simile a quella dei servizi legali, consentendo l’accesso illecito a film, serie TV e eventi sportivi direttamente dal televisore di casa.