Via al primo processo smog a Torino, tra gli imputati Fassino e Appendino

Torino si appresta a vivere il primo processo "Smog" sull'inquinamento ambientale, con gli ex sindaci Fassino e Appendino imputati per vari reati insieme a Chiamparino

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Per la prima volta in Italia si terrà un processo penale per inquinamento ambientale colposo, con amministratori pubblici regionali e comunali come imputati. A Torino, infatti, si è tenuta l’udienza pre-dibattimentale del processo “smog”, un iter giudiziario nato dall’esposto presentato dal comitato Torino Respira che ha portato i giudici a non mettere una pietra sopra alla questione. Molto spesso, in altre città, processi del genere si sono fermati ancor prima di arrivare alla discussione, ma nel capoluogo piemontese si è deciso di andare avanti, facendo di fatto la storia. E a essere imputati, tra gli altri, ci sono figure di spicco della politica torinese e piemontese, con gli ex sindaci Piero Fassino e Chiara Appendino, ma anche l’ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino.

Primo processo per inquinamento in Italia

C’è sempre una prima volta, e in questo caso sarà a Torino. Il processo “Smog”, infatti, è il primo di questo tipo in Italia, con le accuse mosse dal comitato Torino Respira che chiamano in causa ex sindaci di Torino e presidente della Regione. Secondo i pubblici ministeri Vincenzo Pacileo e Gianfranco Colace, che hanno disposto per gli indagati la citazione diretta a giudizio, gli amministratori pubblici in carica tra il 2015 e il 2019 non avrebbero preso le adeguate contromisure per contenere l’inquinamento.

Motivo per cui tra gli imputati risultano Piero Fassino, ex sindaco di Torino già nei guai nel caso duty free, l’ex sindaco Chiara Appendino, di recente chiamata al processo bis per la tragedia di piazza San Carlo, e anche l’ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Un secondo filone, che si riferisce al periodo successivo, vede indagati l’attuale presidente della Regione, Alberto Cirio, e il suo assessore Matteo Marnati.

La contestazione è di non aver adottato misure efficaci per evitare il continuo sforamento dei limiti di concentrazione degli inquinanti nell’aria stabiliti dalla legge, sforamenti che hanno determinato, secondo i consulenti tecnici della Procura della Repubblica, oltre mille morti premature e numerosi ricoveri ospedalieri.

Le accuse del comitato sullo smog

Un processo che, come detto, prende il via dall’esposto presentato nel 2017 dal presidente del comitato Torino Respira, Roberto Mezzalama, che aveva fornito dei numeri chiari e allarmanti sull’effetto dello smog sulla popolazione.

A grande sorpresa, infatti, Mezzalama nella sua raccolta dati per l’esposto aveva trovato sui siti del Comune e della Regione le relazioni degli epidemiologi dell’Arpa che parlavano chiaramente di molte centinaia di morti a causa dello smog ogni anno. Una prova evidente che confermava come gli amministratori comunali e regionali fossero perfettamente a conoscenza della situazione. Consapevoli ma non tanto, dato che Torino Respira contesta il fatto che non siano state prese le decisioni necessarie a risolvere il problema.

E le conseguenze sulla popolazione sarebbero state molteplici, con gli effetti dell’inquinamento che si sono manifestate sia sul breve sia sul lungo periodo. Come detto da Simona Ferrero, dottoressa in Medicina interna all’Ospedale Molinette e membro del comitato, alcune conseguenze sono state rintracciate sui bambini, come l’aumento delle infezioni alle basse vie respiratorie, l’aumento delle riacutizzazioni di asma e una probabile associazione con un ritardo dello sviluppo neurocognitivo.

Non solo, perché secondo quanto evidenziato dal comitato esisterebbe anche un’associazione probabile con lo sviluppo di malattie neurocognitive come l’Alzheimer.