Il Principato di Monaco verso la lista grigia per il riciclaggio: cosa rischia

Già da tempo gli ispettori europei avevano evidenziato una serie di gravi carenze. Adesso un organismo del G7 potrebbe far scivolare Monaco nella lista dei Paesi a rischio. L'economia della città-stato ne verrebbe danneggiata

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il Principato di Monaco potrebbe finire nella lista grigia dei Paesi a rischio per quanto riguarda le carenze nelle misure di contrasto del riciclaggio di denaro sporco e del finanziamento al terrorismo. Si attende per la prossima settimana la decisione del Gafi, il Gruppo di azione finanziaria del G7 istituito nel 1989 con l’obiettivo di avere standard e politiche comuni in materia di trasparenza fiscale e contrasto agli illeciti.

Principato di Monaco a rischio zona grigia

La bomba è stata sganciata dall’agenzia finanziaria Bloomberg. La sessione plenaria del Gafi a Singapore si chiuderà il 28 giugno. Il cuore dell’incontro sarà proprio l’aggiornamento della lista dei Paesi da attenzionare per le falle nei sistemi fiscali. Falle potenzialmente utilizzate dai criminali di tutto il mondo per far transitare e mettere al sicuro i loro denari.

La lista grigia è quella che richiede una vigilanza rafforzata (“increased monitoring”). Lo step successivo è quello della lista nera: ai Paesi precipitati in questa lista ad alto rischio viene richiesta una immediata azione correttiva (call for action).

Gli ispettori del Moneyval

A inizio 2023, Moneyval (l’organismo di monitoraggio permanente del Consiglio d’Europa) aveva già espresso alcune perplessità: “Monaco dovrebbe intensificare gli sforzi per indagare e perseguire il riciclaggio di denaro, per confiscare e recuperare i proventi del crimine e per rafforzare il suo sistema di vigilanza”, fu la conclusione.

Nonostante alcuni progressi avvenuti negli ultimi mesi, secondo gli esperti del Gafi la situazione sarebbe ancora lontana da standard accettabili. Monaco non è membro del Gafi. Ma il Gafi ha basato la sua analisi partendo dalle risultanze del Moneyval del Consiglio d’Europa. Nel 2022, gli ispettori europei visitarono Monaco e alla fine assegnarono alla città-stato il punteggio più basso relativamente al modo di persegue il riciclaggio di denaro sporco e il recupero dei beni. Moneyval rilevò come i pubblici ministeri monegaschi avessero ottenuto solo 6 condanne in casi giudicati “semplici” dal 2017 al 2022. Gli ispettori giudicarono arcaico il sistema per segnalare le transazioni discutibili, gestite attraverso la posta ordinaria.

Gli esperti del Fondo monetario internazionale ritengono che l’inserimento del Principato di Monaco nella lista grigia porterebbe a una “significativa riduzione dell’afflusso di capitali”.

Nel caso del Principato di Monaco – spiega l’agenzia Bloomberg – l’eventuale inserimento nella lista grigia potrebbe colpire l’economia interna, basata su una raccolta di circa 160 miliardi di euro gestiti a fine 2023, pari a circa 20 volte il Pil del Paese. Interpellato dall’agenzia per un commento, il Gafi ha scelto la via del silenzio.

Il Principato di Monaco, fra le altre cose, ospita la più alta concentrazione mondiale di milionari attratti dall’assenza di tassazione sulle persone fisiche.

I controlli del Greco

Oltre ad essere finito sotto la lente d’ingrandimento del Gafi, il Principato è sottoposto al controllo del Greco, Gruppo di Stati contro la corruzione. L’organizzazione dovrebbe pubblicare un rapporto sul sistema finanziario di Monaco entro l’estate 2024.