Terremoto nell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), con Giorgio Palù che ha rassegnato le dimissioni da presidente con tanto di polemica contro il ministro della Salute Orazio Schillaci. Palù, che era stato nominato solo poche settimane fa, ha infatti deciso di lasciare la guida dal nuovo Cda a causa di scontri di vedute col ministro, col quale è “mancata la sintonia” anche col governo.
Un fulmine a ciel sereno per l’Aifa che, a pochi giorni dall’incarico, vede l’abbandono della sua guida che ha puntualizzato una serie di problemi per i quali non ha accettato il nuovo incarico definito dallo stesso “offensivo e umiliante”. Ma cosa ha provocato la decisione di Palù?
Palù lascia l’Aifa
Nominato con il decreto dello scorso 9 febbraio, Giorgio Palù nella prima riunione informale tra i membri del consiglio di amministrazioni e i direttori dell’Aifa ha presentato la propria lettera di dimissioni. Una missiva che ha spiegato a chiare lettere le cause che hanno portato il virologo 75enne a farsi da parte.
“Vi comunico, dopo un’attenta meditazione, che la mancata sintonia col ministro e l’assenza di risposte dal governo mi costringono a dare le dimissioni da presidente nominato di Aifa hic et immediate” ha detto al Cda. Parole che hanno spiazzato i presenti, sorpresi dalla decisione di Palù. Una scelta presa, innanzitutto, per la mancata “sintonia” col ministro che però, oltre a questo, avrebbe la colpa di aver “umiliato” il medico.
Palù, infatti, avrebbe ritenuto “offensiva” la nomina per un solo anno. Una situazione che il virologo non ha saputo spiegarsi dato che, in precedenza e già da pensionato, l’ex ministro Speranza lo aveva incaricato per ben cinque anni. Quinquennio che, arrivato in scadenza, ha portato alla spiacevole sorpresa per l’ormai ex presidente Aifa.
E se l’età è stato l’ostacolo, Palù non nasconde la sua delusione chiamando anche in causa Rocco Bellantone, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, che ha quattro anni meno di lui e al quale è stato proposto un incarico più duraturo. Il virologo, infatti, denuncia “la disparità di trattamento rispetto ad altri presidenti di ente pubblico in pensione, beneficiari, contestualmente alla nomina, della legge 24 gennaio 1978 n.14, legge che nel mio caso, ancora una volta, non trova applicazione”.
L’attacco a Schillaci
Intervistato successivamente dal Corriere della Sera, Palù non si è tirato indietro nel far polemica con Orazio Schillaci, accusato di essere stato totalmente assente nelle scelte dell’Aifa. Accuse, quelle del virologo, che confermano la mancata sintonia con la guida del dicastero della Salute che non avrebbe ascoltato lui e le richieste dell’Agenzia italiana del farmaco che oggi sta vivendo una riforma importante per il futuro dell’istituzione.
E a chi lo accusava di essersi dimesso perché non contento della mancata retribuzione, l’ex presidente Aifa ha sottolineato che aveva “già svolto per tre anni le funzioni di presidente dell’Agenzia senza ricevere alcun compenso né gettone di presenza e rifiutando anche la carta di credito dell’ente”.
Parole, quelle di Palù, che hanno portato anche il Parlamento a prendere posizione. Il Movimento 5 Stelle, infatti, si è detto preoccupato per le dimissioni del virologo: “Si tratta di una situazione incresciosa, ora ci troviamo con l’Agenzia italiana del farmaco allo sbando. Crediamo sia necessario e urgente che il ministro venga in Parlamento a riferire a proposito della vicenda”.