I russi “rubano” una super tecnologia ucraina: cosa succede ora

I droni si sono dimostrati armi e mezzi efficacissimi per la guerra in Ucraina. Ora un piccolissimo e prezioso "elicottero" finisce in mani russe. Cosa vuol dire?

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Pubblicato: 10 Giugno 2023 13:35

Le guerre vengono decise anche da “trucchi” e da “furti” di tecnologia. È accaduto in passato e accade anche oggi nella guerra in Ucraina. Il ruolo dei servizi di intelligence è diventato primario e irrinunciabile per le operazioni degli eserciti, che grazie a strumenti open source e satellitari sono in grado di vedere tutto ciò che qualche decennio sarebbe rimasto nascosto e segreto agli occhi del nemico.

Parliamo di movimenti delle truppe, sabotaggi, evacuazioni, trasporti. E anche tecnologie. Negli scorsi giorni è toccato ai russi esultare per aver messo le mani su un mezzo piccolissimo ma temibile che ucraini e occidentali hanno utilizzato ampiamente nel corso del conflitto. Si tratta del drone Black Hornet. Ecco cos’è e perché è così importante (a tal proposito, si sta per scatenare la guerra aerea?).

Il drone intercettato dai russi

“Un raro trofeo delle nostre forze speciali”. Così la Russia ha celebrato la “cattura” di un drone di fabbricazione statunitense: l’UAV PD-100 Black Hornet Nano. “In un’area forestale vicino a Novaya Tavolzhanka (al confine russo-ucraino), un gruppo di forze speciali ha teso un’imboscata a un distaccamento di nazisti ucraini del Battaglione Kraken. Durante la battaglia, il nemico è stato annientato. E abbiamo trovato un set completo di Black Hornet Nano”, ha riferito una fonte militare russa su Telegram.

L’intento dei vertici militari di Mosca è ora quello di “smontare il drone occidentale fino all’ultima vite, studiarlo e creare qualcosa di simile nel prossimo futuro”. I Black Hornet sono stati donati all’esercito ucraino dal Regno Unito, che presto fornirà anche il sistema portatile anti-drone Night fighter. Un’altra arma che potrà anche cambiare gli esiti del conflitto (qui abbiamo parlato del grande tradimento che può decidere la guerra).

Cosa sono i droni Black Hornet e a cosa servono

I Black Hornet sono droni di tipo elicottero britannico di piccole dimensioni, progettati per la ricognizione segreta nell’interesse di una squadra, di un gruppo di combattimento o di un singolo soldato. Sono i più piccoli al mondo (lungo 10 centimetri e largo 2) e pesano appena 18 grammi, ideati appositamente per effettuare operazioni di ricognizione a distanza ravvicinata nelle aree urbane. Le dimensioni ridottissime lo rendono un mezzo silenzioso che può penetrare inosservato attraverso una finestra o un’apertura nel muro in strutture civili e militari. Nella guerriglia urbana in corso in molte città, tra cui Bakhmut, è utilissimo per scovare i quartieri nemici e scoprire dove si nascondono i loro soldati.

A vederlo sembra quasi un giocattolo: lo si può tenere sul palmo della mano, il diametro del rotore è di 120 millimetri e il peso del set completo con telecomando e display è di circa un chilo. Ridotte dimensioni vuol dire però anche ridotte prestazioni: questo drone di livello tattico non può percorrere lunghe distanze, arrivando massimo a due chilometri di ricognizione e a un’autonomia della batteria che non supera i 25 minuti. In passato le truppe della Nato li hanno utilizzati in Afghanistan, nella versione che è divenuta famosa come “gli insetti spia”.

Quanto costa un mini drone Black Hornet

Vengono utilizzati solitamente in coppia, a prezzi che però al contrario risultano ciclopici: i primi esemplari sono stati venduti a 190mila dollari, mentre attualmente una coppia di Black Hornet Nano costa attorno ai 40mila dollari.