Chi è l’imprenditore Emanuele Ragnedda accusato dell’omicidio di Cinzia Pinna

Il noto produttore del vino bianco "più caro d'Italia", Emanuele Ragnedda, ha confessato l'omicidio della 33enne Cinzia Pinna

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

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Avrebbe provato a fuggire in barca prima di essere bloccato dai carabinieri per l’omicidio di Cinzia Pinna. L’imprenditore Emanuele Ragnedda è accusato di aver ucciso la 33enne di Castelsardo, nel Sassarese, scomparsa nella serata dell’11 settembre. Il noto produttore di vino ha confessato il delitto agli inquirenti e avrebbe anche indicato il luogo dove è stato nascosto il cadavere della donna.

Il 41enne originario di Arzachena porta il cognome di una storica famiglia di viticoltori sardi ed è conosciuto a livello internazionale per la vendita del “bianco più caro d’Italia”, con prezzi fino a 1.800 euro a bottiglia.

Le indagini sull’omicidio di Cinzia Pinna

Ragnedda è indagato per il femminicidio di Cinzia Pinna insieme a un milanese di 26 anni, su cui graverebbe l’accusa di occultamento di cadavere. La vittima è stata vista per l’ultima volta in un locale di Palau, in Gallura, in compagnia di entrambi, nella notte tra giovedì 11 e venerdì 12 settembre.

Secondo quanto emerso dalle immagini raccolte dalle telecamere di videosorveglianza della zona, la 33enne sarebbe salita su un’auto per poi sparire nel nulla. Stando a quanto riferito dagli inquirenti, si sarebbe trattato di una vettura dell’imprenditore del vino.

In seguito alla denuncia della scomparsa da parte dei familiari di Cinzia Pinna, sono scattate le indagini dei carabinieri che hanno portato fino a un casolare di proprietà di Ragnedda nelle campagne di Palau, dove i Ris di Cagliari hanno effettuato oggi accertamenti irripetibili.

Da quanto ricostruito, l’imprenditore è stato bloccato dai militari dell’Arma insieme alla Guardia costiera, dopo essersi schiantato sugli scogli mentre si stava dando alla fuga a bordo della sua imbarcazione di tre metri, diretto alla casa di famiglia a Baja Sardinia.

Chi è Emanuele Ragnedda

Emanele Ragnedda è nipote di Francesco e figlio di Mario, uno dei fondatori della cantina Capichera, cantina ceduta tre anni fa che ha reso famoso nel mondo il Vermentino di Gallura.

L’altro zio Alberto è stato sindaco di Arzachena dal 2012 al 2017, mentre il nonno Sebastiano era un imprenditore edile diventato ricco negli anni dell’esplosione della Costa Smeralda.

Dopo aver lavorato a lungo con il padre e gli studi a Milano e Londra, il 41enne ha proseguito la tradizione di famiglia, bonificando nel 2016 alcuni terreni incolti nelle campagne tra Arzachena e Palau, di fronte l’arcipelago della Maddalena, 7 ettari ereditati dal nonno materno Andrea Giagheddu.

Su quella proprietà ha creato l’azienda ConcaEntosa, avvalendosi della competenza dell’enologo Piero Cella, allievo di Giacomo Tachis.

L’imprenditore è diventato famoso a livello internazionale per aver messo in vendita il vino bianco italiano più costoso al mondo, il Vermentino Disco Volante Igt 2021 con prezzi a bottiglia fino ad arrivare a 1.800 euro.

Quattro anni fa il suo bianco “Disco Volante”, prodotto in circa mille bottiglie, andò a ruba e divenne conosciuto sia per il prezzo ma anche per il riferimento nel nome alla grande pietra millenaria che si trova all’interno del vigneto.