Truffa del falso Crosetto, denuncia del ministro: “Questione di sicurezza nazionale”

Crosetto denuncia un raggiro milionario con la sua voce clonata. La Procura di Milano indaga su una frode che ha preso di mira gli imprenditori più influenti

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 10 Febbraio 2025 09:19

La Procura di Milano ha ricevuto un esposto da Guido Crosetto, ministro della Difesa, vittima di un raggiro orchestrato con estrema precisione. Il suo nome è stato sfruttato da truffatori che hanno preso di mira alcuni dei più importanti imprenditori e professionisti italiani, convincendoli a versare ingenti somme per il finto riscatto di giornalisti inesistenti, spacciando la richiesta come un’urgenza nazionale.

“La mia denuncia è già pronta”, ha dichiarato il ministro all’agenzia Ansa, sottolineando di aver avvisato personalmente molte delle potenziali vittime prima che cadessero nel tranello. L’esposto presentato ipotizza il reato di sostituzione di persona, un meccanismo che ha permesso ai criminali di inscenare l’intero inganno con una credibilità inquietante.

Telefonate trappola e voci imitate alla perfezione

Una voce indistinguibile da quella di Crosetto o di un suo collaboratore ha preso di mira alcuni tra i più noti esponenti dell’industria italiana. Con chiamate studiate nei minimi dettagli, i truffatori hanno convinto Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani e Patrizio Bertelli di trovarsi di fronte a una richiesta d’emergenza dal ministero della Difesa.

Tra le vittime, Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, avrebbe effettuato un bonifico milionario prima di rendersi conto della frode. La sofisticazione del raggiro fa strabuzzare gli occhi: software avanzati per la clonazione della voce, numeri telefonici con prefissi ministeriali e una messinscena impeccabile hanno reso l’inganno quasi perfetto.

L’intervento immediato del ministro Crosetto

Il castello di menzogne è crollato quando un imprenditore ha deciso di verificare di persona la richiesta sospetta. Dopo una telefonata al vero Guido Crosetto, il ministro ha subito colto il meccanismo della truffa e ha fatto scattare l’allarme: Carabinieri mobilitati, magistratura allertata, servizi segreti messi in moto.

La Procura di Milano ha immediatamente avviato un’indagine, affidata al pubblico ministero Giovanni Tarzia e al procuratore Marcello Viola, per smascherare la rete di impostori dietro l’operazione. “Questi sono professionisti della truffa che evidentemente hanno sia la tecnologia sia la capacità di individuare i soggetti”, ha dichiarato Crosetto nel corso di un intervento a Zona Bianca su Rete 4.

Il bersaglio perfetto per una volta non sono gli anziani o la classe media già impoverita, ma imprenditori dal forte senso patriottico, pronti a credere di poter dare una mano in una crisi internazionale. La credibilità dell’inganno ha reso il piano tanto audace quanto efficace.

Un piano studiato nei dettagli

Gli autori della truffa del falso Crosetto hanno orchestrato un meccanismo raffinato, utilizzando numeri di telefono clonati con prefissi ministeriali per rendere la messinscena più credibile. Il linguaggio era calibrato per non lasciare spazio a dubbi, presentando la richiesta di denaro come una necessità imprescindibile. Le indagini suggeriscono che i truffatori abbiano preso spunto dal recente caso di Cecilia Sala, sfruttando la sensibilità legata ai sequestri di cronisti in zone di conflitto.

Le richieste erano precise e mirate: versamenti di centinaia di migliaia di euro su conti esteri, tra cui Hong Kong, con la promessa di un rimborso garantito da Bankitalia, una garanzia fittizia costruita ad arte per ingannare le vittime.

I fondi spariti all’estero, indagini sui flussi finanziari

Il denaro trafugato è stato instradato verso conti esteri, sfruttando la frammentazione dei circuiti finanziari europei per rendere più arduo il tracciamento. Gli inquirenti stanno ricostruendo il flusso di denaro, che potrebbe aver trovato rifugio in paradisi fiscali o fondi offshore. La macchina giudiziaria è in azione per recuperare il milione già svanito e intercettare altre eventuali operazioni sospette.

Per arginare l’emorragia finanziaria, sono stati attivati i canali di cooperazione internazionale, mentre la magistratura vaglia almeno tre denunce da parte di imprenditori caduti nella rete dei truffatori. Gli investigatori sono al lavoro per smontare il sofisticato ingranaggio dell’inganno e individuare i mandanti dietro questa operazione criminale.