Maria Rosaria Boccia è indagata per truffa dalla Procura di Pisa “per fatti riguardanti la presunta partecipazione ad un progetto imprenditoriale riguardante un immobile, avvenuta nel 2021“. Così rende noto il procuratore Teresa Angela Camelio tramite una nota. A Boccia è stato notificato l’invito a comparire per sottoporsi a interrogatorio, sotto l’assistenza di un legale.
L’indagine a Pisa
La nota della Procura spiega che “ricorrono specifiche ragioni di interesse pubblico alla diffusione” dell’informazione “consistenti nel fatto che è già circolata la notizia concernente il possibile coinvolgimento di Maria Rosaria Boccia in un procedimento penale a lei ascritto e che la non univocità del contenuto potrebbe essere pregiudizievole per l’interessata”.
Il procedimento aperto dalla Procura di Pisa “si trova nella fase delle indagini preliminari” e, come sempre, “il soggetto, quindi, beneficia della presunzione di non colpevolezza sino alla pronuncia definitiva della sentenza”. L’imprenditrice di Pompei ha ricevuto l’invito a comparire dalla guardia di finanza di Torre Annunziata.
Già alcuni giorni prima era stato Il Fatto Quotidiano ad anticipare la notizia che Maria Rosaria Boccia risultasse indagata per reati contro il patrimonio dalla Procura di Pisa. Il quotidiano non aveva però precisato quali addebiti le venissero contestati.
Il commento di Maria Rosaria Boccia
Dopo la diffusione della nota della Procura di Pisa, la 41enne Maria Rosaria Boccia è stata contattata dal Corriere della Sera ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni: “Sono impegnata in questo momento: sto lavorando“, ha risposto.
Il suo ultimo post pubblicato su Instagram, che la ritrae sorridente in auto, risale a venerdì 18 ottobre 2024. “Sul mio profilo c’è spazio solo per i sani sentimenti. Non c’è spazio per l’odio, l’invidia, il rancore e il giudizio. Non permetterò più a nessuno di fare insinuazioni ne tantomeno di insultare. A chi non piace la mia persona o quello che scrivo può andare altrove. Io rispetto tutti e pretendo lo stesso rispetto. PS: Il diritto di critica non deve mai essere scambiato con il diritto di offendere e perseguitare. Buongiorno mondo”, ha scritto la protagonista del caso Sangiuliano.
La denuncia di Sangiuliano
Oltre ai guai di Pisa, per Maria Rosaria Boccia ci sono anche altre grane. Il caso Sangiuliano è finito con scambi di accuse reciproche e con carte bollate. L’ex ministro della Cultura ha denunciato Boccia alla Procura di Roma per minacce a un corpo politico, oltre che per lesioni aggravate. La prima fattispecie di reato è punita con 7 anni di carcere a norma dell’articolo 338 del codice penale, la seconda con la reclusione da 6 mesi a 3 anni a norma dell’articolo 582, senza contare le aggravanti.
Durante la perquisizione a casa dell’imprenditrice di Pompei, i carabinieri hanno requisito 3 telefoni, 1 tablet, 1 computer fisso, 1 computer portatile, 9 pendrive e un certo numero di microsim. La Procura passerà in rassegna oltre 600 gigabyte di memoria fra cui foto, video e registrazioni audio.
Gli investigatori potrebbero passare in esame anche i dati e le immagini raccolte da Maria Rosaria Boccia durante la sua attività di presso il ministero della Cultura. Allora Boccia fece una serie di registrazioni, anche utilizzando degli occhiali dotati di telecamera nascosta.
Ma, come dimostrano i selfie recentemente pubblicati via social, Boccia ha già provveduto a utilizzare altri smartphone per poter continuare ad essere operativa sulla sua pagina Instagram dove è seguita da 135.000 follower.