Inter, chi c’è dietro il bond da 415 milioni oltre Oaktree: da Pimco a Blackrock

Tra i sottoscrittori del bond in scadenza nel 2027 compaiono altri investitori, come il fondo Pimco, da cui Zhang voleva chiudere il prestito per ripagare Oaktree

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Con il passaggio dell’Inter Steven Zhang ha lasciato in dote ad Oaktree un bond da circa 415 milioni di euro, che non pesa però tutto sulle spalle del fondo americano passato alla guida del club. Il prestito obbligazionario che pesa per circa metà degli oltre 800 milioni di debiti del bilancio nerazzurro è coperto per una quota da 50 milioni dalla nuova proprietà, mentre il resto è suddiviso tra altri fondi di investimenti e investitori istituzionali.

Il bond dell’Inter

Il bond è stato emesso nel febbraio del 2022 da Inter Media Communication, la società del Gruppo nerazzurro in cui confluiscono i ricavi da diritti tv e da sponsorizzazioni del club, che ha completato l’operazione alla Borsa di Lussemburgo, con scadenza nel 2027 e interessi annui del 6,75%.

Come ricostruisce Calcio e Finanza, il prestito è servito a coprire il precedente finanziamento da 230 milioni di euro ottenuto dall’ex proprietario Erick Thohir nel maggio 2015 per liberare le garanzie ottenute dal predecessore Massimo Moratti.

Nel 2017, con il passaggio di proprietà a Suning, il finanziamento è stato ripagato con un primo bond da 300 milioni scaduto nel 2022, rifinanziato con il bond attualmente in carico alla società.

Il prestito obbligazionario da 415 milioni di euro con orizzonte 2027 prevede un piano di rimborso che si articola in sette rate, con quasi il totale dell’ammontare nell’ultima scadenza, così scandito:

  • rata da 3,57 milioni di euro il 30 giugno 2024;
  • rata da 3,69 milioni il 30 dicembre 2024;
  • rata da 3,82 milioni il 30 giugno 2025;
  • rata da 3,95 milioni il 30 dicembre 2025;
  • rata da 4,08 milioni il 30 giugno 2026;
  • rata da 4,22 milioni il 30 dicembre 2026;
  • rata finale per 391,67 milioni entro il 9 febbraio 2027.

Ma non è soltanto l’azionista di maggioranza dell’Inter, Oaktree, a sostenere il bond emesso il 2022. Tra i chi ha una quota nel prestito compare anche Pimco, l’altro fondo statunitense con cui l’ex presidente Steven Zhang ha provato fino all’ultimo ad ottenere un altro finanziamento per rimanere alla guida del club.

Insieme a Pimco, che detiene 4 milioni di euro solo dai propri fondi in Lussemburgo e altri 14 milioni complessivi, compaiono tra i sottoscrittori nei documenti ufficiali anche Blackrock e UBS, mentre tra gli altri investitori istituzionali partecipano anche Arcano Partners, T. Rowe Price (circa 10 milioni), Eaton Vance, Six Circles Trust e Lord Abbett (circa 17 milioni).

Marotta e le parole sui rinnovi di contratto

Dalla finanza al campo, è il neo presidente Giuseppe Marotta a parlare di temi altrettanto centrali come i contratto di due colonne della squadra: il centravanti e capitano Lautaro Martinez e il tecnico Simone Inzaghi.

In una delle sue prime uscite durante un evento della Figc nel ritiro di Euro 2024 dell’Italia a Casa Azzurri, il numero uno nerazzurro appena nominato da Oaktree ha tranquillizzato la tifoseria sui rinnovi dei pilastri su cui si fonda il futuro dell’Inter.

“Siamo attenti a tutto, l’importante è che ogni giocatore abbia senso di appartenenza. Situazione tranquilla. Il rinnovo di Lautaro è virtualmente fatto, manca solo la firma – ha assicurato Marotta – Così come per Inzaghi, che ha dimostrato di essere un valore aggiunto. Il suo rinnovo è continuità, non ci saranno problemi perché entrambe le parti vogliono continuare. Il suo ciclo non è nemmeno alla metà del percorso”.

Ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’, Marotta ha poi parlato della visione societaria della nuova proprietà: “Lo sport rappresenta un grande, rilevante patrimonio della nostra Italia e va tutelato. Dall’altra dico che ormai non siamo più l’Eldorado del calcio, rappresentiamo un calcio di transizione. Difficile per noi trattenerli, la capacità nostra è quella di sostituirli degnamente e non creare barriere andando a pagare giocatori in modo sconsiderato” ha affermato in un’intervista a tutto tondo.

“Delle 20 proprietà di Serie A, 10 sono straniere. Questo significa che il nostro modello di mecenatismo non c’è più e meno male che arrivano capitali stranieri – ha spiegato – Chiaro che questi investitori, come nel caso di Oaktree, manifestano la volontà di mantenere sempre continuità e stabilità nella loro gestione con grande trasparenza e con grande rigidità economico-finanziaria. No alle spese folli, sì alla valorizzazione dei giovani e questo è il motto che ci deve contraddistinguere”.