Il cotone è una fibra morbida che viene raccolta da una pianta che si chiama Gossypium. È coltivata principalmente in Cina, in India, negli Stati Uniti e in Pakistan. Si stima che la produzione di cotone ammonti a circa 25 milioni di tonnellate ogni anno.
Bene indispensabile per l’industria tessile e per l’abbigliamento, le fibre di cotone vengono utilizzate per realizzare gli indumenti, anche se solo con la rivoluzione industriale il loro ruolo è cresciuto notevolmente.
Vengono prodotti quattro tipi di cotone:
- cotone di montagna;
- cotone levante;
- cotone a fiocco extra lungo;
- cotone arboreo.
Il 90% della produzione mondiale è costituito da cotone di montagna.
Cotone, un bene primario per l’industria
Il cotone è un bene primario e il suo utilizzo avviene trasversalmente a livello mondiale. Questo è il motivo per cui i prezzi del cotone sono seguiti con attenzione dagli investitori, che cercano in questa commodity uno strumento finanziario attraverso il quale contrastare l’inflazione.
A spingere le quotazioni del cotone non è esclusivamente l’industria dell’abbigliamento. La commodity, infatti, viene utilizzata per realizzare dei filtri di caffè e per produrre la polvere da sparo. Ma non solo: la cellulosa del cotone viene impiegata nella carta.
I maggiori produttori di cotone a livello mondiale sono quattro:
- la Cina che ne produce 6.532 migliaia di tonnellate;
- l’India: 6.423 migliaia di tonnellate;
- gli Stati Uniti: 3.553 migliaia di tonnellate;
- il Pakistan: oltre 2.000 migliaia di tonnellate.
Anche altri Paesi producono il cotone, ma con dei numeri decisamente inferiori.
Cosa determina il prezzo del cotone
Storicamente il prezzo del cotone è sempre stato condizionato da degli eventi storici. A determinare, per la prima volta, un aumento delle quotazioni è stata la Guerra Civile statunitense, che ha causato una prima interruzione di produzione: il calo dell’offerta e l’aumento della domanda hanno fatto sì che i prezzi del cotone crescessero.
In un altro momento storico le quotazioni del cotone sono, invece, calate, ovvero durante la Grande Depressione. A seguito della diminuzione dell’attività economica e del potere d’acquisto delle famiglie, la domanda ha iniziato a diminuire. L’eccesso dell’offerta della merce ha determinato una riduzione significativa delle quotazioni del cotone.
A parte gli eventi di questo tipo, è sempre bene tenere sotto controllo il clima: essendo una pianta, il raccolto può essere condizionato dalle abbondanti piogge, dalla siccità o da eventi meteo estremi.
Come investire sul cotone
I risparmiatori hanno diverse soluzioni per poter investire direttamente sul cotone. Ecco alcune possibilità:
- future sul cotone. Sono dei contratti fortemente standardizzati, che permettono di tutelarsi dalla stagionalità. Danno, inoltre, la possibilità di effettuare delle negoziazioni a dei prezzi prestabiliti, in anticipo rispetto a quando avverrà lo scambio.
- ETF sul cotone. Una valida soluzione per investire su questa materia prima sono gli Exchange Traded Fund, che sostanzialmente sono dei panieri all’interno dei quali sono incluse delle azioni, dei futures e altri prodotti finanziari che ruotano intorno al cotone. Sono poco volatili e il loro rendimento è generalmente basso.
- CFD sul cotone. Sono dei contratti per differenza attraverso i quali vengono negoziate le variazioni di prezzo intervenute nel corso di un determinato periodo. Non si vende o si compra un determinato asset, ma si va a speculare su una differenza di prezzo. I CFD, infatti, emulano l’andamento di un sottostante.