Paul Pogba squalificato per 4 anni per doping, quanto può risparmiare la Juventus

Il centrocampista francese ha rifiutato il patteggiamento, che avrebbe dimezzato la pena, e ha annunciato il ricorso. Ma la società bianconera potrebbe decidere la risoluzione del contratto

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

La squalifica di 4 anni per doping inflitta a Paul Pogba spinge la Juventus a dire addio al francese, che molto probabilmente sarà costretto ad appendere gli scarpini al chiodo. All’età di 31 anni da compiere a marzo, il numero 10 bianconero difficilmente potrà ambire a tornare a giocare ad alti livelli, soprattutto se i tempi si allungheranno con il ricorso alla Corte Nazionale antidoping e in terzo grado al Tribunale sportivo di Losanna, come lui stesso ha annunciato. La palla passa adesso alla società che, nonostante abbia comunicato di voler attendere il giudizio definitivo, ha il diritto di chiedere la risoluzione del contratto con il proprio tesserato.

La squalifica di Pogba

Il caso Pogba è scoppiato alla fine della partita Udinese-Juventus del 20 agosto 2023. Pur senza giocare nemmeno un minuto, il centrocampista bianconero era nella lista dei convocati ed è stato sorteggiato per il test antidoping, al quale è risultato “non negativo”.

Da subito Pogba aveva dato la colpa a un integratore, consigliato da un suo amico medico di Miami nell’estate dell’anno scorso, durante la vacanza negli Stati Uniti, per superare i tanti infortuni che avevano condizionato pesantemente il suo ritorno a Torino. Sulla confezione appariva la scritta sulla presenza del testosterone.

Le controanalisi previste dal protocollo, svolte il 5 ottobre dal laboratorio romano dell’Acquacetosa, avevano confermato la positività, nello specifico al Dhea, ovvero il deidroepiandrosterone, un androgeno più potente e moderno del testosterone che l’Agenzia Mondiale Antidoping ha proibito da una decina di anni.

Oggi la sentenza del tribunale nazionale antidoping ha accolto la richiesta della procura di 4 anni di classifica. I giudici hanno respinto la tesi sull’assenza di dolo da parte dei legali del calciatore, che ha respinto da subito il patteggiamento, con il quale avrebbe potuto ricevere una pena dimezzata.

Sono triste, scioccato e con il cuore spezzato –  ha scritto sui social Pogba commentando la notizia – perché tutto ciò che ho costruito nella mia carriera da giocatore professionista mi è stato portato via. Quando sarò libero dalle restrizioni legali l’intera storia diventerà chiara, ma non ho mai assunto consapevolmente o deliberatamente alcun integratore che violi le norme antidoping”.

“Come atleta professionista non farei mai nulla per migliorare le mie prestazioni utilizzando sostanze vietate e non ho mai mancato di rispetto o imbrogliato gli altri atleti e sostenitori di nessuna delle squadre con cui ho giocato o contro. In conseguenza della decisione annunciata oggi presenterò ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport” ha dichiarato Pogba.

Quanto può risparmiare la Juventus

Tornato a parametro zero dal Manchester United nell’estate del 2022, Pogba era diventato il calciatore più pagato della Juventus grazie a un contratto di 4 anni con un ingaggio da 8 milioni netti più 2 di bonus (qui avevamo riportato nel dettaglio lo stipendio di Pogba).

Di fronte alla sospensione per doping, la società bianconera aveva ridotto lo stipendio del centrocampista al minimo sindacale, circa 2mila euro al mese, 42mila euro lordi all’anno, come previsto dal regolamento federale.

Di fronte alla squalifica di 4 anni, e a un contratto in scadenza nel 2026, la Juventus è nelle condizioni di chiedere la risoluzione dell’accordo con Pogba, con un risparmio che si aggirerebbe intorno ai 33 milioni di euro (qui avevamo parlato dei milioni “in fumo” della Juventus dopo il caso Pogba).