Stadio Fiorentina, Rocco Commisso pronto a mettere 100 milioni ma a una condizione

Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso sarebbe pronto a mettere sul tavolo le risorse per la ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 29 Dicembre 2024 22:04

Lavori in corso per il rinnovamento dello stadio della Fiorentina, ma mancano i soldi. I fondi necessari per ristrutturare l’Artemio Franchi entro il 2029 potrebbero arrivare dal presidente del club viola Rocco Commisso, che dopo le distanze con l’amministrazione comunale avrebbe concesso aperture per il finanziamento risolutivo dell’opera. A patto, però, di ricevere l’impianto in concessione per 50 anni.

I lavori sullo stadio Artemio Franchi

Il riavvicinamento con il Comune di Firenze si è avverato dopo mesi di scontri, anche con la minaccia di una guerra a carte bollate, in seguito a due incontri con la sindaca Sara Funaro. In particolare, nell’ultimo vertice al centro sportivo Viola Park la prima cittadina ha comunicato la presentazione al presidente Commisso di “una prima ipotesi del cronoprogramma dei lavori di riqualificazione” dello stadio.

Con una nota, l’amministrazione gigliata ha previsto un aumento progressivo della capienza dello stadio da qui alla conclusione della ristrutturazione, fissata per la primavera del 2029, per arrivare alla nuova piena capacità da oltre 34mila posti entro la data del centenario della Fiorentina, il 29 agosto 2026.

Finora i nodi principali del muro contro muro tra Commisso e Comune sono stati legati alla mancanza di coperture certe e definitive per portare a compimento l’opera di rifacimento e la chiusura di diverse sezioni dello stadio durante gli interventi, con un danno economico, secondo quanto contestato dalla società, tra i 9 e 13 milioni di euro.

Secondo il progetto del Comune, il primo lotto di lavori dovrebbe finire proprio nel 2026 e riguarderà principalmente la curva Fiesole, mentre la curva Maratona e le tribune laterali rimarrebbero inagibili solo in parte.

Fino ad allora la Fiorentina dovrebbe giocare in uno stadio a capienza ridotta, con la ristrutturazione che sarà estesa a tutto il resto dell’impianto nel corso dell’annata 2025-26.

Il club è riuscito a scongiurare l’ipotesi di finire il campionato in corso lontano da casa e a ottenere di iniziare anche il prossimo con la stessa disponibilità di posti. Ad assicurarlo è stato il direttore generale dei viola Alessandro Ferrari, al termine del vertice in prefettura di inizio dicembre, nel quale è stato stabilito l’obiettivo di riaprire la curva Fiesole per la stagione 2026/27.

L’intervento di Commisso

Comune di Firenze e Fiorentina hanno ricevuto il via libera da parte della Serie A a far cominciare il prossimo campionato della squadra con tre trasferte, in modo da concedere un mese in più per far avanzare i lavori senza partite e predisporre il cantiere in tutto lo stadio.

Lo scoglio delle risorse insufficienti rimane e il coinvolgimento di Rocco Commisso risulterebbe fondamentale per il completamento della ristrutturazione dell’impianto.

Per portare a termine i lavori mancherebbero almeno 55 milioni di euro destinati a realizzare la copertura dello stadio e la riprofilazione delle sedute in Maratona e 50 milioni per l’ultimazione dei lavori nelle aree vip e per le attività commerciali.

Il presidente della Fiorentina sarebbe pronto a mettere sul tavolo 100 milioni, ma soltanto a patto di prendere il controllo del progetto.

Come riportato dall’edizione locale della Repubblica, per staccare l’assegno il proprietario italo-americano dei viola chiede al Comune di gestire in particolar modo tre aspetti dell’operazione: controllo dei lavori e del cronoprogramma per finire il rifacimento, l’amministrazione futura delle aree commerciali e di tutte le attività connesse una volta chiusi i cantieri, e soprattutto una concessione di almeno 50 anni, in modo da far diventare l’Artemio Franchi uno stadio di proprietà che faccia aumentare il valore della società.

Quest’ultima sembrerebbe per Commisso una condizione irrinunciabile: una concessione dell’impianto anche solo di 20 anni non sarebbe sufficiente.