Stadio San Siro bocciato per Euro 2032, serve un nuovo impianto

San Siro non rispetta gli standard UEFA per Euro 2032: Milano rischia l’esclusione. In corso trattative per il nuovo stadio di Inter e Milan

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Claudio Cafarelli

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Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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Il futuro dello stadio di San Siro rimane incerto soprattutto in vista degli Europei di calcio del 2032 che l’Italia ospiterà insieme alla Turchia. Durante un incontro a Palazzo Marino del 17 luglio, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, dei rappresentanti della Figc, della Uefa, dell’Inter e del Milan, è emerso che l’attuale struttura del Meazza non rispetta gli standard UEFA richiesti per ospitare le partite del torneo. Una notizia inaspettata considerando che da tempo l’impianto di Milano era già dato per omologato e in grado di poter ospitare le partite di Euro 2032, una delle poche certezze tra gli stadi candidabili alla manifestazione continentale.

I requisiti UEFA e la selezione degli stadi

La Federcalcio Italiana dovrà comunicare all’UEFA entro ottobre 2026 i cinque impianti italiani designati per Euro 2032. A oggi, l’unico stadio conforme ai parametri è l’Allianz Stadium di Torino. Tutti gli altri, compreso l’Olimpico di Roma, necessitano di interventi più o meno significativi. L’attuale San Siro, sebbene situato in una città dotata di ottimi collegamenti e servizi, non rispetta i requisiti minimi richiesti. Secondo quanto riferito durante il summit, anche una ristrutturazione profonda dell’impianto non sarebbe sufficiente. Questo elemento rafforza ulteriormente le intenzioni di Inter e Milan, da tempo orientate verso la costruzione di un nuovo stadio e abbandoare l’idea di ammodernare il Meazza.

Il progetto di vendita e il nuovo impianto

La vendita di San Siro e delle aree circostanti è al centro delle trattative tra i club e il Comune. Il valore dell’area è stato stimato dall’Agenzia delle Entrate in 197 milioni di euro, somma confermata anche da Politecnico e Università Bocconi. Inter e Milan potrebbero usufruire di uno sconto pari a circa 30 milioni di euro per opere di urbanizzazione, portando il costo netto a circa 160 milioni.

Il contratto di vendita, in via di definizione, prevede due clausole principali: l’obbligo per i due club di disputare le partite casalinghe nel nuovo stadio per almeno 15 anni e il mantenimento della maggioranza societaria nell’entità che gestirà l’impianto da parte di almeno uno dei due club. Restano però da definire alcuni aspetti cruciali, tra cui il meccanismo di calcolo di un eventuale premio per il Comune nel caso di rivendita a prezzo maggiorato delle aree.

L’inchiesta sull’urbanistica e i suoi effetti

A complicare ulteriormente il quadro è l’inchiesta aperta dalla Procura di Milano su una serie di operazioni urbanistiche. Il sindaco Sala è tra gli indagati, e l’intero contesto politico-amministrativo risulta appesantito. Anche se San Siro non è direttamente coinvolto, l’evoluzione dell’indagine potrebbe rallentare l’iter di approvazione del nuovo progetto.

La Giunta comunale ha in programma di approvare la delibera di vendita entro fine mese, ma i tempi sono sempre più stretti. Dal 10 novembre 2025 entrerà in vigore il vincolo architettonico sul secondo anello di San Siro rendendo ancora più complessa un’eventuale ristrutturazione.

Il rischio esclusione dagli Europei

Durante il vertice a Palazzo Marino, i rappresentanti UEFA e FIGC hanno ribadito l’inadeguatezza del Meazza per ospitare partite di Euro 2032. Milano, che inizialmente faceva parte di un pacchetto di dieci città proposte dalla FIGC, rischia quindi l’esclusione dalla lista definitiva.

Entro ottobre 2026, la Federcalcio dovrà indicare i cinque impianti ufficiali. L’unico oggi pienamente conforme è lo Juventus Stadium. L’Olimpico, pur non a norma, potrebbe essere adeguato più facilmente per via del suo status istituzionale. Gli altri impianti tra cui quelli di Bari, Napoli, Firenze, Bologna, Genova, Verona e Cagliari richiedono interventi significativi o addirittura la costruzione da zero di un nuovo impianto.