Chiesto il processo per i dirigenti della Juventus: cosa rischia Agnelli per le plusvalenze

La procura di Roma ha chiesto il processo per Andrea Agnelli sul caso plusvalenze: cosa rischia la società

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 17 Luglio 2024 14:09

Lo procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per i dirigenti della Juventus, nell’indagine sulle plusvalenze fittizie. I reati contestati ad Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Maurizio Arrivabene e agli altri indagati sono quelli di aggiotaggio, fatture false e ostacolo alla vigilanza.

Già concluso invece da tempo il processo sportivo, che ha condannato la squadra a una penalizzazione durante il campionato 2022/2023, che l’ha vista arrivare settima in classifica. I procedimenti sono ora quelli penali e civili a carico dei singoli individui, sotto la giurisdizione della giustizia ordinaria. Ecco cosa rischiano e cosa potrebbe succedere alla Juventus.

Le accuse ai dirigenti della Juve

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per dieci indagati nell’inchiesta che riguarda le plusvalenze fittizie che la società di calcio torinese della Juventus avrebbe emesso negli anni della pandemia e di alcune manovre sugli stipendi dei calciatori.

La richiesta di processo è arrivata da parte dei magistrati romani dopo che la Cassazione aveva tolto alla procura di Torino l’indagine per un conflitto di competenza territoriale.

I reati per cui gli indagati potrebbero essere processati sono:

  • aggiotaggio, la manipolazione dei prezzi sul mercato pubblico o in Borsa, a scopi fraudolenti
  • emissione di fatture false al fine di gonfiare il bilancio della società
  • ostacolo alla vigilanza delle autorità preposte

In tutto gli indagati sarebbero una decina, ma i più importanti sono alcuni dei membri della dirigenza che ha guidato la Juventus nei nove anni di vittorie domestiche nel campionato di calcio italiano, tra il 2012 e il 2021. Si tratta di

  • Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus dal 2010 al 2022
  • Pavel Nedved, ex vice presidente e calciatore della squadra all’inizio degli anni 2000
  • Fabio Paratici, ex direttore sportivo e direttore dell’area sport della Juventus tra il 2010 e il 2018
  • Maurizio Arrivabene, ex amministratore delegato della Juventus tra il 2021 e il 2023

Starà ora al tribunale stabilire se le prove raccolte dalla procura siano tali da poter cominciare un processo nei confronti degli indagati oppure se archiviare la richiesta dei magistrati che hanno seguito l’indagine, il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e il sostituto procuratore Lorenzo Del Giudice.

I comportamenti contestati ai dirigenti della Juventus e che avrebbero portato ai reati per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio sono principalmente due. Il primo sono le presunte plusvalenze fittizie, l’aumento arbitrario del valore di due giocatori scambiati tra altrettanti club in modo da aumentare il fatturato e truccare i bilanci.

Il secondo sono le manovre per gli stipendi: la società avrebbe raggiunto accordi personali con i calciatori per pagare loro parte dello stipendio dell’annata 2019/2020, quella in buona parte sospesa a causa del Covid-19, in modo da non farli risultare a bilancio.

Per queste stesse ragioni la Juventus è già stata condannata in sede di giustizia sportiva, con multe e penalità in campionato, oltre che con l’esclusione dalle coppe europee della scorsa annata. Questo però non significa che l’esito del processo per i dirigenti della società sia segnato.

Alcuni dei reati contestati sono infatti penali, e vanno dimostrati seguendo la formula Oltre ogni ragionevole dubbio, che altre forme di processo, come quello civile o sportivo, non richiedono.

Cosa rischiano gli imputati e la Juventus

A ognuno degli indagati del caso plusvalenze sono contestati diversi reati, molti dei quali regolati dal codice penale. Oltre al fatto che andranno dimostrati oltre ogni ragionevole dubbio, alcuni di questi prevedono una pena in carcere.

Date le attenuanti di cui i possibili imputati potrebbero godere, è possibile che nessuno dei dirigenti finisca in carcere nonostante le condanne. Potenzialmente però, la reclusione potrebbe essere significativa.

L’aggiotaggio prevede pene fino a 3 anni di carcere mentre per le fatture false si rischiano fino a 6 anni di carcere. Possibili anche serie sanzioni pecuniarie, che per l’aggiotaggio superano i 25mila euro, mentre per le fatture false sono commisurate all’entità delle stesse.

Non c’è invece nessun rischio per la società Juventus e, di conseguenza, per la squadra di calcio. Il processo penale analizzerà la responsabilità personale degli indagati. È stato quello sportivo, già svolto, a punire la società per la violazione delle regole nazionali e internazionali delle associazioni e delle federazioni di cui fa parte, oltre che alle leggi del diritto sportivo.

La Juventus ha già ricevuto una penalizzazione di 10 punti nel campionato 2022/2023 e ha patteggiato una multa di poco superiore a 700mila euro. Anche al Uefa, l’organo regolatore del calcio europeo, punì la società imponendo una multa da 20 milioni di euro e l’esclusione dalle coppe europee per la stagione 2023/2024. La squadra si era infatti qualificata per la Conference League nonostante la penalizzazione.

Cosa sono le plusvalenze fittizie

La Juventus e i dirigenti che la guidavano tra il 2019 e il 2021 sono accusati di aver attuato alcuni scambi di mercato per registrare a bilancio delle plusvalenze in realtà mai esistite. Una plusvalenza è un effetto positivo sul bilancio dato spesso dalla vendita di un asset che è stato acquistato a un costo minore di quello a cui è stato venduto. Per le squadre di calcio, gli asset sono le prestazioni sportive dei calciatori.

Normalmente sarebbe difficile realizzare una plusvalenza fittizia con la vendita del cosiddetto “cartellino” di un giocatore. Questo perché la società a cui viene venduto dovrebbe pagare più del previsto. L’operazione si semplifica però in caso di “scambio” di giocatori. Valutando eccessivamente e vicendevolmente i cartellini di due giocatori, due squadre di calcio possono organizzare un’operazione che registra a bilancio una plusvalenza significativa ma in realtà mai esistita.

Provare questa dinamica è complesso. Il mercato calcistico è libero e ogni società può valutare i propri giocatori quanto crede, come qualsiasi altra società è libera di acquistarne le prestazioni sportive a quella cifra. Bisogna quindi provare l’intenzione fraudolenta. Nel processo sportivo contro la Juventus, in questo senso, furono infatti fondamentali alcune intercettazioni.

Più semplice invece capire la manovra stipendi. Durante la stagione 2020/2021, la Juventus ottenne che i suoi giocatori si tagliassero gli stipendi per aiutare la società, in difficoltà a causa del Covid-19. In realtà, stando a quanto sostenuto dai magistrati, la squadra avrebbe preso accordi privati con i calciatori, promettendo loro in seguito il pagamento della decurtazione dello stipendio, senza però che questa situazione debitoria risultasse a bilancio.