I risparmi degli italiani sono in crescita, +270 miliardi nel 2024 ma cala la liquidità

Nei salvadanai italiani ci sono complessivamente 5.732 miliardi di euro, in crescita rispetto agli ultimi anni

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 3 Novembre 2024 17:47

I risparmi degli italiani aumentano di circa 270 miliardi rispetto al 2023, dovuto principalmente alla crescita del valore dei titoli nei portafogli, mentre la liquidità è aumentata in misura minore. Lo affermano i dati di Unimpresa, che si riferiscono al primo trimestre del 2024. Il patrimonio complessivo degli italiani ammonta a 5.732 miliardi di euro, con un incremento di 270 miliardi (+5%) rispetto all’anno precedente e di oltre 1.000 miliardi (+22%) rispetto alla fine del 2019.

Cambiano le abitudini degli italiani

Secondo l’associazione, questi dati indicano che “l’inflazione e la corsa dei prezzi non hanno intaccato la capacità di accumulo da parte delle famiglie del nostro Paese, confermando una tendenza cristallizzata ormai da decenni”.

Nei conti correnti italiani sono attualmente parcheggiati 1.120 miliardi di euro, ma il comportamento dei risparmiatori sta cambiando: se in passato la preferenza era rivolta principalmente a liquidità e depositi, nel 2024 si osserva un ritorno deciso verso strumenti finanziari più remunerativi. Gli investimenti azionari hanno superato, in termini percentuali, tutte le altre opzioni: a marzo 2024, la quota di risparmi investita in Borsa ha raggiunto il 29,1%, rispetto al 27,3% della liquidità e al 19,6% delle polizze assicurative.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, la liquidità complessiva, cioè contanti e depositi, ammonta a 1.564,2 miliardi nel 2024, in calo rispetto ai 1.601 miliardi del 2023 (-36,9 miliardi, pari a -2,30%). All’interno di questa cifra ci sono i conti correnti, che si attestano a 1.119,2 miliardi rispetto ai 1.183 miliardi del 2023, con una diminuzione di 63,8 miliardi (-5,40%). Gli altri depositi vincolati sono invece cresciuti, raggiungendo i 444,9 miliardi dai 418 miliardi dell’anno precedente (+27 miliardi, pari a +6,45%). Anche il valore dei titoli ha segnato un notevole aumento, attestandosi a 458,9 miliardi nel 2024 rispetto ai 301,9 miliardi del 2023 (+157 miliardi, pari a +52%).

Prestiti stabili

Analizzando le altre componenti, i prestiti restano stabili a 9,3 miliardi, invariati rispetto al 2023. Le azioni si attestano ad un valore di 1.666,2 miliardi nel 2024, in aumento di 39,1 miliardi (+2,40%) rispetto al 2023. Di queste, le azioni italiane di imprese e banche ammontano a 1.541 miliardi (+1,97%), con le società quotate che salgono a 87,7 miliardi (+27,64%) e le azioni di emittenti stranieri a 125,2 miliardi (+8,02%).

I derivati e le stock option registrano una crescita del 15,49%, raggiungendo 9 miliardi. I fondi comuni totalizzano 740,5 miliardi (+6,95%), con fondi italiani e stranieri rispettivamente a 242,7 miliardi (+12,99%) e 497,9 miliardi (+4,24%). Le polizze assicurative sommano 1.122,9 miliardi (+3,69%), mentre gli altri conti attivi arrivano a 161,7 miliardi (+16,07%).

In termini percentuali, le azioni sono la principale componente dei portafogli, dato che costituiscono il 29,1% dei portafogli finanziari delle famiglie italiane, seguite dai biglietti e depositi con il 27,3%. Le polizze assicurative rappresentano il 19,6%, i fondi comuni il 12,9%, i titoli a breve e medio-lungo termine l’8%, e infine gli altri conti attivi il 2,8%.

Spadafora: “Ricchezza privata componente fondamentale per il Paese”

“I dati sul risparmio e sugli investimenti degli italiani evidenziano come la ricchezza privata rappresenti una componente fondamentale per l’economia del Paese – commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora – Incentivare e proteggere il risparmio degli italiani non significa solo preservare il patrimonio delle famiglie, ma anche offrire una leva cruciale per la crescita economica nazionale. Tuttavia, è necessario intervenire sulla struttura fiscale che grava su questi asset, differenziando tra investimenti di natura speculativa e quelli di lungo termine”.