Per le economie nazionali il debito pubblico è un elemento molto importante. Esso influenza infatti la stabilità economica nonché le politiche di sviluppo di un paese. Entrando più nel dettaglio, con tale termine si indica l’ammontare totale dei prestiti che uno Stato ha contratto per finanziare spese (come ad esempio infrastrutture, deficit pubblico e servizi pubblici) che risultano superiori alle entrate fiscali. Più esattamente si tratta di un debito contratto da uno Stato per far fronte alle proprie necessità finanziarie. Ovviamente se un qualsiasi Governo contrae un debito, deve poi restituirlo. Il problema sono però gli interessi che maturano nel tempo. La domanda che sorge dunque spontanea è chi detiene il debito pubblico dell’Eurozona. Ecco i dettagli in merito e gli ultimi dati Eurostat sul rapporto tra debito e PIL nonché le possibili strategie per tentare di ridurlo.
Indice
Che cos’è l’Eurozona?
Prima di approfondire l’argomento “debito pubblico” è importante spiegare anche cos’è l’Eurozona. Quest’ultima, nota anche come zona Euro, è un’area economica composta dai paesi Ue ovvero dell’Unione Europea che hanno adottato l’euro come moneta ufficiale. Significa che essi utilizzano quest’ultima per effettuare le transazioni giornaliere nonché le diverse operazioni economiche. Il vantaggio è ovviamente la facilitazione del commercio in quanto si adotta un’unica moneta eliminando il rischio del cambio. In questo modo si riducono i costi e le complicazioni legate ai tassi di cambio. Dato che si tratta di una valuta unica e i paesi hanno economie e condizioni economiche diverse, è la Banca Centrale Europea che ha il compito di bilanciare le esigenze di tutti i membri.
Le ultime notizie sul debito pubblico nell’Eurozona
Dagli ultimi dati Eurostat si evince che al termine del primo trimestre 2024, il rapporto tra debito pubblico e PIL è di poco aumentato nell’Eurozona. È passato infatti dall’88,2% del quarto trimestre del 2023 all’88,7%. Nella Ue, invece, è salito dall’81,5% all’82%. Sempre in tale periodo, si evince che esso è aumentato in 20 stati membri in particolar modo in Slovacchia, Estonia, Belgio, Romania, Ungheria e Austria. Si sono riscontrate invece delle diminuzioni in Germania, Bulgaria, Irlanda, Svezia, Paesi Bassi, Cipro e Grecia.
L’Eurostat ha fornito inoltre i dati su base annua dai quali si evince che il debito pubblico è aumentato in 12 paesi e diminuito in 14. Le principali variazioni su base annua ci sono state in Estonia, Romania, Finlandia e Slovacchia. I paesi in cui si sono state le maggiori diminuzioni sono stati invece la Croazia, il Portogallo, la Grecia e Cipro.
Infine, per quanto concerne il rapporto deficit/PIL destagionalizzato, esso è sceso al 3,2% nella Zona Euro rispetto al 4% dell’ultimo trimestre dello scorso anno.
Il confronto con il 2023
Dai dati Eurostat si evince che nei primi tre mesi del 2024, venti stati membri hanno visto un aumento del debito pubblico rispetto agli ultimi tre mesi del 2023. Gli incrementi più elevati ci sono stati in tali paesi:
- Slovacchia +4,6 punti percentuali;
- Estonia +4 punti;
- Belgio +3,1 punti;
- Romania +2,8punti;
- Ungheria +2,5 punti;
- Austria +2,1 punti.
È invece diminuito nei seguenti paesi:
- Grecia -2,1 punti;
- Cipro/Paesi Bassi -1,2 punti percentuali;
- Svezia/Irlanda -0,8 punti percentuali;
- Bulgaria -0,5 punti;
- Germania -0,2 punti.
Il debito dell’Eurozona
Nell’Eurozona il debito pubblico è detenuto da una vasta gamma di investitori, sia pubblici che privati. Ci sono gli investitori interni ovvero i cittadini e le imprese dell’Eurozona che possiedono una parte significativa di esso. Tali investitori acquistano obbligazioni sovrane emesse dai governi e altri strumenti finanziari come forma di investimento a lungo termine.
C’è poi la Bce ovvero la Banca Centrale Europea che detiene una parte considerevole del debito pubblico. Essa acquista obbligazioni sovrane mediante programmi di acquisto titolo (ad esempio il PSPP) come parte delle sue operazioni di politica monetaria. Fa ciò per influenzare i tassi di interesse e sostenere l’economia.
Anche le Banche centrali nazionali dei paesi membri detengono una quota del debito pubblico come parte delle loro operazioni di politica monetaria. La Banca d’Italia e la Bundesbank, ad esempio, giocano un ruolo fondamentale per mantenere il mercato del debito nazionale liquido e funzionante.
Ne detengono poi una parte gli organismi internazionali e i fondi specializzati come quello Monetario Internazionale. La composizione esatta del debito pubblico dell’Eurozona, in ogni caso, è diversa da paese a paese e nel tempo. Esso è detenuto infatti dalla combinazione tra investitori privati, banche centrali nazionali, Bce e altri stati membri. Ogni categoria di detentori contribuisce alla dinamica del mercato.
Come fare per ridurre il debito pubblico
La sfida che si sono posti i ministri economici dell’Eurozona è quella di ridurre il debito senza compromettere la crescita economica. Come viene spiegato nella dichiarazione dell’Eurogruppo, è necessario che vi sia un consolidamento fiscale graduale e duraturo per poter abbattere i livelli elevati di disavanzo e di debito minimizzando allo stesso tempo l’impatto sulla crescita economica.
Come fare quindi per realizzare tale obiettivo? Ebbene, è di fondamentale importanza migliorare la qualità, l’efficacia e la composizione della spesa pubblica. La strategia sarebbe quella di ridurre la spesa complessiva e spenderla nel modo più efficiente possibile.
Anche Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici e monetari, ha spiegato che il consolidamento del bilancio è un qualcosa di impegnativo ma è essenziale per tutti i paesi, anche quelli con alti livelli di debito.
I paesi del Nord Europa che sono quelli noti per il loro rigore fiscale, intanto, stanno insistendo affinché si rispettino le regole stabilite nel nuovo Patto di stabilità in modo tale che non vi siano altri aumenti di debito pubblico. Tali paesi sono infatti preoccupati per l’aumento di quest’ultimo e sono determinati a prevenire che ve ne siano altri. In particolare, il ministro delle finanze olandesi Eelco Heinen e quello tedesco Christian Lindner hanno sottolineato l’importanza di mantenere sostenibili le finanze pubbliche e di rispettare le regole che vigono. Hanno avvertito che solo una gestione rigorosa può garantire la stabilità economica e la fiducia a lungo termine all’interno dell’Eurozona. Le norme fiscali, infatti, favoriscono una crescita economica sostenibile e la coesione tra i membri dell’Unione Europa. Solo seguendo tali regole è possibile evitare che si creino degli squilibri che potrebbero compromettere la solidità dell’intera zona dell’euro.