Negli ultimi due anni anche i profani hanno imparato a conoscere importanti esponenti italiani del mondo medico e scientifico. Sono diventati presenze fisse dei salotti televisivi, consultati dai giornalisti della carta stampata e del tubo catodico per parlare della pandemia di Covid. Un evento che appariva remoto e che, una volta concretizzato, ha gettato la popolazione e la classe dirigente nello sconforto. Per rispondere ai tanti dubbi si sono fatti avanti virologi ed esperti di malattie infettive, anestesisti, pediatri, ricercatori che hanno dedicato la vita allo studio dei patogeni.
E che sono diventati vere e proprie star, in Italia come nel resto del mondo, con tanto di manager e procuratori, e a volte vere e proprie agenzie di comunicazione che ne curano l’immagine e ne programmano gli interventi in tv.
Lecito dunque domandarsi se e in che modo i camici bianchi più telegenici abbiano guadagnato qualcosa dall’emergenza sanitaria. O se hanno prestato la propria voce ai talk show solo per puro amore della divulgazione.
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Il “tariffario” dei virologi in Tv
Vale la pena precisare che la consulenza di un professionista, in ogni settore, dovrebbe essere pagata profumatamente. Nel nostro Paese, però, sono numerose le denunce che arrivano dal mondo accademico e che riguardano la penuria di fondi dedicati alla scienza e alla medicina.
Quasi come se professionisti altamente specializzati e competenti, dopo decenni di studi e carriere accademiche, dovessero lavorare solo per vocazione. La stessa che il pubblico si aspetta, probabilmente sbagliando, dai virologi super star.
Certo, un’apparizione televisiva è pur sempre un lavoro extra, spesso della durata di pochi minuti, e che accresce la popolarità degli esperti. Non è un caso che molti di loro abbiano pubblicato libri e sfruttato i social, diventando vere celebrità, al pari degli influencer, e addirittura tentato carriere politiche e imprese esterne alla medicina. Ma quanto guadagna un virologo per parlare di Covd in tv?
Secondo un dossier pubblicato da Repubblica, gli esperti del coronavirus guadagnerebbero cifre molto diverse in base al tipo di intervento, al tipo di contratto firmato con l’emittente televisiva e la casa di produzione, e alla bravura del proprio addetto stampa.
Il tariffario comprende rimborsi, gettoni di presenza e, in alcuni casi, veri e propri stipendi, che possono andare dalle poche centinaia di euro a ben 2 mila euro a puntata. Più Iva, ovviamente.
Chi sono i virologi che sarebbero pagati per andare in televisione
Tra i virologi più pagati ci sarebbe Roberto Burioni, che secondo il quotidiano avrebbe un contratto in esclusiva con la società che produce Che Tempo Che Fa, il talk show condotto da Fabio Fazio sulle reti Rai. Il professore di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano si sarebbe affidato all’agenzia Elastica per la gestione della sua immagine, ottenendo così la “cattedra” su Rai 3, con vere e proprie mini lezioni settimanali sul virus.
Nella stessa scuderia ci sarebbe anche Ilaria Capua, virologa e autrice di libri, docente dell’Università della Florida e direttrice del One Health Center. L’esperta, soprattutto durante la prima ondata, è stata ospite fisso di Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, per poi apparire in altri programmi della stessa emittente, come Otto e Mezzo di Lilli Gruber.
Anche Antonella Viola, immunologa, docente di Patologia generale all’Università di Padova e a capo della direzione scientifica dell’Irp, l’Istituto di Ricerca Pediatrica, avrebbe scelto Elastica per guadagnare i gettoni di presenza in televisione. A lei è stata inoltre attribuita una collaborazione con l’esperta di comunicazione Gabriella Nobile, ma la dottoressa ha smentito un rapporto lavorativo e parlato invece di una vecchia amicizia.
I diretti interessati non hanno per ora confermato né smentito quanto scritto da Repubblica. Non che ci sia nulla di cui vergognarsi nel monetizzare il proprio tempo passato fuori dall’università, considerando che per gli interventi televisivi è necessario comunque prepararsi e studiare i dati. Ma tanti colleghi hanno invece negato esplicitamente di ricevere compensi per interviste e ospitate.
Chi sono i virologi che negano di ricevere compensi per andare in tv
Tra loro anche l’ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti, finito nelle polemiche per la villa milionaria di cui vi abbiamo parlato qua, che ha dichiarato di non aver mai fatto “comparsate a pagamento” per “evitare situazioni equivoche”.
Stessa posizione espressa anche dal direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, che però ha ammesso di apparire spinto anche da una punta di narcisismo, e dell’ex primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ora in pensione, Massimo Galli.
Sulle polemiche che riguardano i compensi dei virologi che parlano di Covid in televisione è intervenuto anche Massimo Andreoni, primario di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma, che ad Adnkronos ha dichiarato di ritenere “poco opportuno prendere un gettone” per parlare nei salotti televisivi, e di non aver mai ricevuto compensi per farlo. Ribadendo però che “non c’è nulla di male se un professionista, un medico, uno scienziato, riceve un compenso se è ospite fisso di una trasmissione”.
Proprio Massimo Andreoni ha spiegato di recente che differenza c’è tra pandemia ed endemia. Qua le parole dell’esperto, che è anche direttore scientifico della Simit, la Società italiane di Malattie infettive e tropicali.
Quanto guadagnano virologi e medici senza partecipare ai programmi
Insomma, non è detto che quando sentiamo un esperto parlare in tv sia pagato profumatamente. Ma bisogna sottolineare, come già detto, che molti virologi televisivi hanno certamente beneficiato dell’improvvisa popolarità dovuta alla pandemia, partecipando anche a panel ed eventi senza le telecamere, pubblicando libri da cui addirittura sono stati tratti film (è il caso di Trafficante di virus, con Anna Foglietta, tratto dall’autobiografia di Ilaria Capua).
Altri si sono buttati in politica o nello sport, come Alberto Zangrillo che, oltre alla carriera di anestesista, medico personale di Silvio Berlusconi e autore di libri, è diventato pochi mesi fa il nuovo presidente del Genoa
Ai compensi per le attività extra vanno aggiunti invece quelli da virologi, medici e tecnici specializzati in Microbiologia, e infettivologi, che invece sono medici specializzati nella cura delle Malattie infettive. Con i contratti di ricerca gli stipendi si aggirano intorno a solo 1.500 euro al mese, che salgono per i dirigenti oltre i 6 mila euro al mese, in base al ruolo occupato e all’attività svolta in ambito pubblico e privato e alle cattedre nelle università.