Scuola, è allarme mense: cosa è stato scoperto

I Carabinieri del Nas hanno controllato le mense scolastiche e i cibi che vengono preparati: il quadro emerso dal blitz preoccupa le famiglie italiane

Pubblicato: 15 Marzo 2023 18:00

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Redazione

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Per molte famiglie il servizio di mensa scolastica è una vera e propria salvezza, con l’alimentazione dei figli che viene affidata alle scuole che hanno al loro interno cucine che offrono ai più piccoli svariati piatti ogni giorno. Ma non sempre la mensa è un toccasana, perché capita anche di incappare in spiacevoli inconvenienti non di poco conto. Ecco allora che nell’ottica di garantire la massima sicurezza anche ai commensali più piccoli che i Carabinieri del Nas hanno messo in atto un blitz nelle mense scolastiche d’Italia venendo a scoprire che una su tre, purtroppo, è irregolare.

Mense irregolari in Italia, scatta l’allarme

Da alcuni controlli a vasto raggio condotti dai Carabinieri del Nas è infatti emerso che 341 mense scolastiche in Italia sono irregolari, tra constatate infiltrazioni d’acqua, presenza di muffe, pannelli del soffitto divelti, ma anche per gravi carenze igienico-sanitarie. Non c’è distinzione tra Nord, Centro e Sud, con un blitz che ha portato alla luce irregolarità e dimenticanze che non possono essere ignorate.

Dai prodotti congelati al posto di quelli freschi al “finto” parmigiano spacciato per Dop, al bagno della palestra trasformato in deposito stoviglie ed utensili da cucina a persino una “pasta e patate”, ma senza patate, agli occhi dell’Arma si è presentato uno scenario preoccupante. Da alcuni controlli, per esempio, è emerso che in una scuola di Treviso svariati cibi come carne, ortofrutta e latte erano scaduti, altri conservati in confezioni anonime e altri ancora avariati (qui vi abbiamo parlato delle scuole vecchie, a rischio e poco sicure).

Ma la lista dei problemi non si limita a questo. A Sassari la legale rappresentante di una cooperativa gerente la mensa di una scuola dell’infanzia è stata deferita per aver detenuto e somministrato agli alunni alimenti di qualità differente da quelli previsti dal contratto d’appalto del servizio. A Napoli è stata sospesa l’attività di somministrazione e vendita di alimenti e bevande del punto ristoro di un liceo classico, dove sono state riscontrate pessime condizioni igieniche con riferimento alle attrezzature ed agli ambienti di stoccaggio e somministrazione dei cibi. A Bari, invece, è stato dato lo stop immediato per il centro cottura fornitore di un plesso scolastico per le gravi carenze igienico sanitarie e strutturali.

Mense irregolari in Italia, il bilancio

Al termine del blitz, come detto, il bilancio presentatosi agli occhi dei Nas è preoccupante: 341 mense scolastiche irregolari, nove cucine chiuse. Secondo i dati emersi sono state ispezionate 1.058 aziende di ristorazione collettiva all’interno di mense scolastiche di ogni ordine e grado sia pubbliche che private, e tra le ditte controllate in 341 sono state riscontrate irregolarità, pari al 31% del totale dei controlli (qui invece vi abbiamo parlato del boom di iscrizioni a scuola).

Sono state quindi accertate 482 violazioni penali e amministrative, con sanzioni per 240.000 euro, contestate per “violazioni nella gestione degli alimenti e nelle condizioni d’igiene nei locali di preparazione dei pasti”, nella mancata rispondenza in qualità e quantità ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto e nella “regolarità di impiego delle maestranze e relativo possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale”.

Deferiti all’autorità giudiziaria 22 gestori dei servizi-mensa ritenuti responsabili dei reati di frode ed inadempienze in pubbliche forniture, alla detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione ed inosservanze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli accertamenti del Nas hanno poi rilevato “l’impiego fraudolento di ingredienti di minore qualità” rispetto a quella pattuita nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni (come per esempio il “finto” Parmigiano DOP sostituito con altri formaggi o uova convenzionali anziché da agricoltura biologica).