Vaccino Novavax in Italia, come funziona e chi potrà farlo

Circolare del ministero della Salute: solo per ciclo primario over 18, da somministrare in 2 dosi a distanza di 21 giorni. Allargerà ulteriormente la platea dei vaccinati contro il Covid?

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 24 Febbraio 2022 12:55

Arriva in Italia entro la fine di questa settimana Nuvaxovid*, il vaccino di Novavax, il primo prodotto scudo anti-Covid a base di proteine autorizzato in Ue. Come si userà? Le indicazioni le dà una circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza: sarà un vaccino somministrato a over 18 e viene incluso nel programma di vaccinazione “attualmente solo per il ciclo primario”, precisa il documento.

Le indicazioni

Per Nuvaxovid è previsto un ciclo di 2 dosi (da 0,5 ml l’una, contenenti 5 microgrammi della proteina Spike di Sars-CoV-2 con adiuvante Matrix-M), “da somministrare per via intramuscolare (preferibilmente in regione deltoidea del braccio)” a distanza di 3 settimane (21 giorni) l’una dall’altra.

La circolare riporta anche la scheda tecnica del farmaco e la nota informativa predisposta da Aifa. Nei documenti che illustrano le caratteristiche del prodotto si specifica che “i dati relativi all’uso di Nuvaxovid in donne in gravidanza sono limitati” e che “gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrio-fetale, parto o sviluppo postnatale”. La somministrazione del vaccino in gravidanza deve essere dunque “considerata solo quando i potenziali benefici superano i potenziali rischi per la madre e per il feto”. Per quanto riguarda l’allattamento “non è noto se Nuvaxovid sia escreto nel latte materno umano”. Ma “non si ritiene che possa causare effetti su neonati/lattanti, dal momento che l’esposizione sistemica” al prodotto scudo “di donne che allattano è trascurabile”. Nel capitolo dedicato alla fertilità si spiega che “gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva”.

Posologia

Ogni flaconcino multidose di Nuvaxovid contiene “10 dosi, non richiede diluizione e pertanto è già pronto all’uso – si spiega nella circolare del ministero – Il flaconcino chiuso, conservato in frigorifero a una temperatura compresa tra 2 e 8° C, ha una validità di 9 mesi. A temperatura ambiente fino a 25° C, è utilizzabile entro 12 ore. Dopo la prima perforazione, il flaconcino può essere conservato ad una temperatura tra 2 e 25° C ed è utilizzabile entro 6 ore”.

Novavax e altri vaccini

Nelle caratteristiche del prodotto si precisa anche che al momento “non ci sono dati disponibili sull’intercambiabilità” del vaccino Novavax con altri vaccini anti-Covid per il completamento del ciclo di vaccinazione primario. Chi ha ricevuto una prima dose di Nuvaxovid deve ricevere la seconda dose dello stesso per completare il ciclo di vaccinazione. Viene poi ricordato che al momento la “durata della protezione offerta dal vaccino non è nota, in quanto ancora in via di determinazione nelle sperimentazioni cliniche in corso”. E che “la protezione potrebbe non essere completa fino a 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose”.

La differenza coi vaccini mRna

La speranza delle autorità scientifiche è che questo nuovo prodotto possa convincere molti scettici della vaccinazione, se non addirittura convincere un buon numero di no vax duri e puri. Nuvaxovid si basa, infatti, sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata da decenni per altri vaccini, come quello già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus. Nulla a che fare dunque con la tecnologia mRna invisa in alcuni ambienti.

Novavax: efficacia

I due studi principali sono stati condotti negli Usa e in Gran Bretagna. Presi insieme, i risultati dei due studi mostrano un’efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90%. Il ceppo originale di SARS-CoV-2 e alcune varianti preoccupanti come Alpha e Beta erano i ceppi virali più comuni in circolazione quando gli studi erano in corso. Riguardo alla nuova variante Omicron i dati disponibili sull’efficacia del nuovo vaccino proteico sono limitati.

Novavax: i possibili effetti collaterali

Gli effetti indesiderati osservati negli studi sono stati generalmente lievi o moderati e sono stati eliminati entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. I più comuni erano:

  • dolorabilità o dolore al sito di iniezione
  • stanchezza
  • dolori muscolari
  • mal di testa
  • sensazione generale di malessere
  • dolori articolari
  • nausea o vomito.