Mal di schiena, falsi miti e non: cosa dice la scienza per prevenirlo e affrontarlo al meglio

Riposo, movimento e abitudini quotidiane: i falsi miti da sfatare sul dolore alla schiena, un fastidio di cui soffrono nove persone su dieci nel corso della vita

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Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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Diciamolo. Il rischio di mal di schiena è connaturato alla natura umana ed è un naturale esito dell’evoluzione, visto che l’uomo, assumendo la posizione eretta, ha messo sotto “pressione” la colonna vertebrale. Ma attenzione: il dolore, soprattutto se parliamo della classica lombalgia, può avere origini diverse. Ed ovviamente lo stress cronico, quindi protratto nel tempo, si aggiunge alle cattive posizioni, ai movimenti bruschi e agli altri elementi che mettono ko la schiena. La tensione, infatti, gioca un ruolo importante: può infatti favorire un’alterazione nel rapporto tra muscoli e tendini in prossimità delle vertebre e, portando a ridurre i livelli del cortisolo nel sangue, con conseguente minore resistenza al dolore.

Basta questo esempio per capire quanto sia importante conoscere il mal di schiena e quanto conti soprattutto eliminare diversi falsi miti che non hanno un razionale scientifico. Ricordando che la prevenzione è fondamentale così come è basilare parlare con il medico se il dolore si mantiene nel tempo, ecco in questo senso quanto propone un’esperta della Mayo Clinic nello spazio web dello stesso istituto americano. Il suo nome è Meghan Murphy: l’esperta fa parte del tema del Mayo Clinic Health System di Mankato.

Un dolore “democratico”

Prima di giungere a discutere quanto propone la studiosa, conviene fare il punto su quanto e come sia diffuso. Le cifre dicono che nove persone su dieci, nel corso della vita, sono infatti destinate a provare questo fastidio e a volte sotto accusa possono finire anche le scarpe o gli accessori, che magari rappresentano la classica goccia che fa traboccare il vaso.

Le scarpe basse da uomo, ad esempio, a volte non sono realizzate tenendo conto dei criteri per garantire una corretta salute del piede, dal plantare anatomico alla forma confortevole. Questo può portare il piede a soffrire, perché il piede viene appoggiato male sul terreno, senza il dovuto rispetto per il naturale arco che disegna la pianta della nostra estremità. E tutto l’apparato scheletrico ne risente, schiena compresa.

Allo stesso modo occorre prestare attenzione a borse e tracolle troppo pesanti, necessarie per portare con sé i classici attrezzi da lavoro di chi ha con sé sempre computer portatili e simili. Le borse da portare a tracolla, per evitare rischi, non dovrebbero mai superare i due chili di peso.

In ogni caso, chi soffre di mal di schiena e non presenta lesioni della colonna o dei dischi vertebrali (ricordate che va sempre sentito il medico per la diagnosi) ricordi che quando la schiena rimane per lungo tempo nella medesima posizione, soprattutto seduta, senza che i muscoli che corrono lungo la spina dorsale si rilassino a dovere, lo spasmo che si crea è capace di bloccare la zona lombare della colonna, dando luogo alla temutissima lombalgia. E qualcosa di simile, anche se la zona interessata dal dolore si trova all’altezza del tratto cervicale della colonna, determina lo spasmo dei muscoli di un lato della spina dorsale con rigidità ed impossibilità a muovere il capo in maniera adeguata. Ovvero il fastidioso torcicollo.

Falsi miti: movimento e riposo

L’esperta parte da un assunto che la scienza conferma. Non pensate che il classico dolore lombare sia sempre da associare ad uno sforzo compiuto per sollevare oggetti estremamente pesanti. E’ vero che sforzando i muscoli che circondano la colonna vertebrale, magari dimenticando di piegare le gambe come si dovrebbe fare, si potrebbe peggiorare la situazione. Ma non dimentichiamo che lo stile di vita sedentario, il sovrappeso, la predisposizione genetica e soprattutto le cattive posizioni in ufficio, a scuola e al lavoro sono all’origine de disturbo con lo sforzo acuto (peggio se improprio) che diventa il carburante per il malanno.

Sul fronte del riposo, va detto che bisogna capire la causa del dolore per dare una risposta su misura. Secondo l’esperta, nella sua disamina dei falsi miti, in caso di stiramento dei muscoli della schiena il riposo può aiutare ma al contempo può rivelarsi anche deleterio e peggiorare la situazione se il quadro ha un’altra origine. Un esempio? Se il dolore è dovuto a compressione nervosa o magari ad una patologia del disco intervertebrale, solo per citare alcuni esempi, rimanere inattivi può favorire l’irrigidimento dei muscoli e far paggiorare il dolore, oltre a far perdere forma fisica e quindi a far sentire peggio. Occorre quindi sfruttare i momenti in cui ci si può muovere, in accordo con il curante, per svolgere esercizi a basso impatto come camminare e nuotare ed evitare movimenti come piegamenti o sollevamento pesi.

Insomma: il riposo totale non è sempre positivo. Parlando di riposo, infine, ricordate che anche letto e materasso debbono essere scelti caso per caso. La rigidità ideale del materasso varia da persona a persona. Alcune persone possono trovare sollievo con un materasso rigido, mentre altre potrebbero preferirne uno medio o morbido.

Falsi miti: portafogli pesanti ed esercizi su misura

Tra i consigli che vengono offerti, senza entrare nelle dinamiche specifiche che vanno affrontate con il proprio medico, ci sono anche aspetti che a volte vengono dimenticati. Pensate ad esempio alla posizione in cui si mette il portafoglio, magari rigonfio, all’altezza delle natiche. Se si deve star seduti per molto tempo, in genere, eventuali piccoli fastidi sono destinati a manifestarsi più ai glutei e alla coscia che alla schiena. Ma non bisogna sottovalutare che chi sta molto in auto, o comunque seduto in modo non propriamente comodo, si può trovare a comprimere il nervo sciatico proprio per il portafoglio. Risultato: possono comparire dolore o intorpidimento mentre si è seduti o si guida. Non solo, magari il formicolio alle gambe diventa una costante dopo che si è stati molto seduti.

In ultimo, riportiamo qualche indicazione per l’esercizio fisico, raccomandato per prevenire il dolore. E’ certo che rendere più forti i i muscoli più importanti compresi quelli della schiena, migliora la flessibilità. L’attività fisica consente poi di consumare calorie, e quindi di controllare meglio il sovrappeso che attacca la schiena.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.