Condomini malsani, lo scarso benessere costa 750 milioni di euro all’anno

Condomini malsani, fino a 750 milioni di euro di costi economici ogni anno in Italia. Giornate di malattia e produttività persa

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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Circa il 75% delle famiglie in Italia, pari a oltre 45 milioni di persone, risiede in edifici condominiali. Un dato che rende il tema della qualità abitativa non solo una questione di comfort o salute, ma un vero fattore economico. Secondo le stime di Anaci e della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), le condizioni di scarso benessere negli edifici residenziali generano ogni anno fino a 15 milioni di giornate di malattia tra i lavoratori, con un impatto economico che può arrivare a 750 milioni di euro annui in termini di produttività persa e costi sociali. Il condominio, quindi, non è soltanto un luogo di vita privata, ma una infrastruttura che incide direttamente sul sistema economico nazionale.

Quanto costa vivere in edifici poco salubri

Gli italiani trascorrono fino al 90% del proprio tempo in ambienti chiusi. Una quota significativa del patrimonio abitativo presenta criticità strutturali e ambientali. I dati mostrano che il 16,3% delle abitazioni ha problemi legati a umidità, muffe o isolamento inadeguato. Il 24% soffre condizioni di sovraffollamento, mentre l’11% registra livelli di rumorosità eccessiva. A questo si aggiunge un dato particolarmente rilevante: fino al 30% delle abitazioni ha una qualità dell’aria dentro le quattro mura è considerata scarsa. Questi fattori incidono direttamente sul benessere fisico e mentale degli occupanti. Disturbi respiratori, stress, riduzione della qualità del sonno e maggiore incidenza di patologie si traducono in assenze dal lavoro, minore concentrazione e calo della produttività. Il risultato è un costo economico che si scarica non solo sui singoli lavoratori, ma sull’intero sistema Paese.

Giornate di malattia e produttività persa

Le 15 milioni di giornate di malattia annue attribuite allo scarso benessere abitativo rappresentano una voce rilevante nel bilancio economico complessivo. Ogni giorno di assenza dal lavoro comporta costi diretti per il sistema sanitario e per le imprese, oltre a costi indiretti legati alla riduzione dell’efficienza produttiva. Anaci e Sima stimano che il danno economico complessivo possa raggiungere i 750 milioni di euro all’anno. Una cifra che rende evidente come investire nella qualità degli edifici non sia soltanto una scelta di tutela della salute, ma anche una strategia di prevenzione economica.

Il ruolo degli amministratori di condominio

Per rispondere a queste criticità è nato un progetto congiunto tra Anaci, Sima e KNX Italia che punta a trasformare gli amministratori di condominio in veri e propri “ambasciatori” della salute urbana. L’iniziativa prevede un percorso strutturato di formazione specialistica che unisce competenze sanitarie, ambientali e tecnologiche.

Gli amministratori aderenti saranno formati sui principali determinanti ambientali della salute, come la qualità dell’aria indoor, la gestione di muffe e umidità, il comfort termoacustico e l’illuminazione naturale e artificiale. Accanto a questi aspetti, il progetto introduce anche la conoscenza di tecnologie digitali per il monitoraggio e il controllo dei parametri ambientali negli edifici.

Tecnologie e prevenzione: un investimento con ritorno economico

Secondo le stime presentate dalle associazioni coinvolte, l’adozione completa dei protocolli Sima, insieme all’installazione di sistemi di monitoraggio e automazione degli edifici, potrebbe ridurre fino al 10% il totale delle giornate di malattia. Questo si tradurrebbe in un aumento della produttività stimato intorno al 5,5% e in una riduzione dei disturbi respiratori fino al 20%. Circa 6 milioni di cittadini potrebbero sperimentare un miglioramento diretto del proprio benessere quotidiano. Dal punto di vista economico, una simile riduzione delle assenze dal lavoro avrebbe effetti positivi sulla spesa sanitaria, sui bilanci aziendali e sulla competitività complessiva del sistema produttivo.