Come in tutti gli appuntamenti elettorali che si sono avvicendati negli ultimi 15 anni, c’è una vera grande protagonista che puntualmente si prenderà la scena il prossimo 25 settembre. Visto l’uso del femminile, in molti staranno pensando a Giorgia Meloni, data in testa ai sondaggi da tutti gli esperti e candidata ad essere la prima donna premier nella storia d’Italia. Eppure, anche lei rischia di essere sorpassata da quella che molto probabilmente sarà la prima forza del Paese anche in questa consultazione: quella degli astenuti. Una frangia sempre più estesa, che ingloba al suo interno soprattutto cittadini delusi, elettori disinteressati e molti altri profili di ogni genere e provenienza.
In effetti i dati parlano chiaro e fotografano un trend che ha visto crescere in maniera continua ed esponenziale il partito di chi decide di non recarsi alle urne. Se alle elezioni politiche del 2008 (anno in cui Silvio Berlusconi tornò a Palazzo Chigi per il suo quarto governo) la partecipazione al voto si attestò all’80,63%, mentre già alle successive del 2013 il dato era sceso al 75,19%. Cinque anni dopo, nel 2018, solo il 72,93% degli aventi diritto decise di presenziare al seggio: se il calo venisse confermato anche quest’anno, gli astenuti rappresenterebbero oltre il 30% del corpo elettorale, soglia che ad oggi nessun partito riuscirebbe ad eguagliare.
Raggiungere i più giovani e gli astenuti: la strategia social dei politici, tutti sbarcati su TikTok
I leader politici nazionali – che conoscono molto bene queste dinamiche, essendone parte in causa – stanno facendo di tutto per rivolgere i loro messaggi proprio a questa galassia sempre più ampia. La strategia comunicativa di chi vuole raggiungere gli astenuti deve tenere ben presente in primis la loro età anagrafica e siccome tutti gli analisti concordano nel dire che sono soprattutto i giovani a disinteressarsi della competizione elettorale, ecco che modi, tempi e contenuti devono tentate di coinvolgere sempre di più quella precisa fascia della popolazione.
È proprio in questo quadro che si inserisce l’ultima tendenza che sta contagiando in maniera irresistibile i vertici del mondo politico italiano: tutti infatti – da ultimi anche Matteo Renzi e lo stesso Silvio Berlusconi, che hanno aperto i loro profili nell’ultima settimana – hanno deciso che la campagna elettorale andrà condotta anche tramite l’utilizzo del social network ritenuto l’espressione più fedele dei ragazzi di oggi, ossia TikTok.
Perché tutti i politici utilizzano TikTok e a quale pubblico si rivolgono: la corsa per convincere i più giovani
La piattaforma cinese ad oggi in Italia conta oltre 14 milioni di utenti secondo l’ultimo report per il 2022 realizzato dall’istituto Social Media Trend: rappresentano circa un terzo di tutti coloro che nel nostro Paese usano internet ogni giorno, una comunità in continua espansione che segue la tendenza registrata a livello globale. Lo scorso anno infatti TikTok ha superato la quota di un miliardo di utenti in tutto il mondo, ha sorpassato gli ormai obsoleti Twitter e Snapchat (almeno nella concezione delle nuove generazioni) e si è imposta come terzo canale più utilizzato dopo Facebook e Instagram (per l’immenso dispiacere di Mark Zuckerberg).
Molto presente sul mercato asiatico (dove si prevede che raggiungerà la saturazione già entro i prossimi dodici mesi), il social network nato a Pechino sta conquistando molto velocemente anche il continente europeo e quello americano. La sua specialità? I video molto brevi pubblicati con tanto di accompagnamento musicale accuratamente scelto, nel pieno rispetto delle tempistiche sempre più ristrette che oggi il mondo della comunicazione impone ad ognuno di noi. Pochi secondi ben congegnati e il messaggio arriva dritto al destinatario, catturandone l’attenzione.
L’esordio di Silvio Berlusconi su TikTok e il grande successo dei suoi video: ecco com’è andata per il Cavaliere
L’istantaneità e l’urgenza sono i paradigmi anche di questa corsa elettorale quanto mai frenetica, che ha l’obbligo di condensare tutto – dalla scelta dei candidati alla definizione dei programmi, passando per i comizi e i bagni di folla – in poco più di un mese. E così ecco che TikTok diventa indispensabile per giungere ad un pubblico più ampio possibile nel giro di pochi minuti. Ma come si fa ad usarlo bene? L’esempio perfetto è stato proprio l’esordio del Cavaliere, che ha mostrato per l’ennesima volta tutto il suo potenziale comunicativo.
La sua prima pubblicazione è stata un video della durata di un minuto e 19 secondi e gli ingredienti che da sempre caratterizzano l’ex premier c’erano tutti: tono di voce squillante, seduto alla scrivania con a fianco la libreria, alle sue spalle gli immancabili cimeli della sua vita, dal ritratto di famiglia alla foto con la maglia del Milan fino alla bandiera di Forza Italia. “Provo un po’ di invidia” ha affermato rivolgendosi alla cosiddetta generazione Z, ossia alla fascia under-25 che occupa in massa la piattaforma. Risultato? Oltre 50 mila condivisioni e 180 mila visualizzazioni solo nelle prime ore. E Matteo Renzi, che aveva esordito solo pochi minuti prima, ha dovuto cedere il passo, finendo inevitabilmente nell’ombra.
Da Salvini a Conte, da Meloni a Berlusconi: tutti su TikTok in vista del voto del 25 settembre
Ma c’è anche chi di TikTok è ormai un veterano. Primo fra tutti Matteo Salvini, che già nel 2019 aveva aperto il proprio canale ufficiale, sulla scia del successo che lo aveva visto trionfare alle elezioni europee di quell’anno con il 34% delle preferenze. Anche Giorgia Meloni era già presente sul social network prima di quest’estate: la leader di Fratelli d’Italia sa di doversi conquistare quella parte dell’elettorato che spesso la guarda con diffidenza e sospetto, tanto che fino ad ora non è riuscita a spopolare come invece hanno fatto gli altri leader della coalizione di centrodestra.
Caso unico è invece quello di Giuseppe Conte, sbarcato sulla piattaforma ad inizio anno: l’ex premier – che sta conducendo una campagna molto improntata sull’utilizzo dei social, dove ogni giorno pubblica video, foto e contenuti – rappresenta ancora per molti italiani un punto di riferimento dopo il difficile periodo della pandemia e questo lo porta ad avere un seguito molto elevato aldilà del reale potenziale elettorale del Movimento 5 stelle, che comunque in questi anni ha saputo essere il contenitore degli scontenti e degli sfiduciati, attraendo proprio la galassia dei più giovani.