Minacce di morte al ministro Calderoli per l’autonomia: il caso

Il ministro per gli Affari regionali e l'Autonomia ha pubblicato sui social la lettera minatoria ricevuta, contro la riforma dell'autonomia differenziata

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Scoppia il caso delle minacce di morte contro il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli. “Siamo la mafia” è la firma alla lettera minatoria inviata all’esponente della Lega al Governo, con bersaglio la riforma per l’autonomia differenziata che porta il suo nome.

La lettera con le minacce di morte

“In questi ultimi giorni di agosto –  ha scritto in un post su Facebook Roberto Calderoli – mi è arrivata una lettera in cui mi dicono testuale: ‘Se non la smetti di attuare la politica di genocidio nei confronti del Sud, con la nostra potenza di fuoco noi ti uccideremo. Siamo la mafia, non ci costa niente uccidervi'”.

“Io non ho paura delle minacce, non mi spavento e vado avanti fino a quando non avrò realizzato l’autonomia regionale. E poi dopo andrò a fare il pensionato sul mio trattore” ha aggiunto il ministro sotto l’immagine del messaggio minatorio (qui abbiamo riportato tutte le tappe della riforma sull’autonomia differenziata mentre qui abbiamo spiegato cos’è l’autonomia differenziata e cosa cambia per le Regioni).

Le reazioni del Governo

Le minacce al ministro hanno provocato l’immediata reazione di tutto il Governo, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che sui social ha parlato di “un gesto ignobile da condannare con assoluta fermezza. Avanti, insieme, a testa alta”.

“So bene che non si farà intimidire e che l’Italia del Sud non ha bisogno della criminalità per tutelare i propri interessi –  è il messaggio del ministro degli Esteri Antonio Tajani – Sempre contro le mafie! Forza Roberto!”.

Stesso sostegno espresso dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: “Nessuna paura: la Lega va avanti a testa alta e porterà fino in fondo tutte le riforme, compresa l’Autonomia che porterà meno sprechi e più efficienza rendendo il Paese più forte, soprattutto al Sud. Avanti tutta, Roberto!”.

“Questo governo è totalmente impegnato nella lotta alla mafia, e non ci sono intimidazioni che possano condizionare il nostro lavoro. Avanti con fermezza e rigore”, ha affermato il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Vicinanza anche dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè: “Minacce simili sono da condannare senza se e senza ma, non è questa la strada per un confronto utile alla crescita, lo sviluppo e l’innovazione della Nazione. Insieme continuiamo a lavorare con la serietà che ci contraddistingue senza farci intimorire”.

La solidarietà delle opposizioni

Messaggi di solidarietà nei confronti di Roberto Calderoli sono arrivati anche dai partiti di opposizione: “Il confronto politico, anche il più aspro, non deve mai trascendere in linguaggio o in atteggiamenti violenti – si legge in una nota del gruppo del Pd al Senato – Per questo riteniamo inaccettabili le minacce ricevute da Roberto Calderoli a cui va la solidarietà di tutte le senatrici e di tutti i senatori del Pd”.

“È sempre legittimo opporsi alle idee che non si condividono, ma va fatto all’interno degli spazi garantiti dalla nostra Costituzione – scrivono dal Movimento 5 Stelle – È invece grave e inaccettabile farlo utilizzando la violenza. Condanniamo con assoluta fermezza la lettera indirizzata al ministro e i suoi contenuti”.

Vicinanza da parte anche della presidente di Azione Mara Carfagna che esprime “ferma condanna” per le minacce inviate a Calderoli: “Ci sono molte cose del suo progetto di autonomia differenziata che non condivido e contro cui continuerò a battermi nel pieno rispetto delle regole democratiche, perché il legittimo dissenso non può e non deve mai sconfinare in intimidazioni e insulti”.