Ricordate Open to Meraviglia, la campagna di comunicazione pensata dal ministero del Turismo per rilanciare il turismo in Italia? Un progetto che, sin dal suo lancio tra aprile e maggio, aveva fatto ampiamente discutere per alcune scelte rivedibili, errori grossolani e utilizzo di risorse ingenti per un lavoro che in tanti avevano criticato. Una campagna che ancor oggi fa discutere, non tanto per i risultati che doveva portare, ma per la grande assente che è costata migliaia e migliaia di euro: la Venere influencer.
Rivisitazione della ben più famosa Venere di Botticelli, quella in versione influencer sembra aver perso presto la voglia di pubblicare sui social con il suo profilo “Venere Italia 23” che risulta essere fermo dallo scorso 27 giugno. E quindi dov’è finita? A chiederselo sono anche i magistrati, con la Corte dei conti che ha deciso di aprire un’istruttoria per vederci chiaro.
Dov’è la Venere influencer
Se influencer dev’essere, quel che è certo è che la presenza social ci deve essere. Ed essere assente da oltre due mesi non è un punto a favore di chi dovrebbe esaltare e pubblicizzare la bellezza dell’Italia in una campagna di comunicazione costata milioni al Governo. Ecco allora che l’assenza di quella che doveva essere la testimonial per eccellenza della campagna fa rumore, con la Venere finita nel mirino della magistratura, così come lo stesso ministro Santanchè.
Già critica con i suoi per alcuni errori grossolani, Santanchè si trova ora a dover gestire una grana non di poco conto. Perché in estate, proprio nei mesi più caldi che a stretto giro avrebbero dovuto portare più turismo in Italia, la Venere influencer è scomparsa dai social. Su Instagram, come detto, l’ultimo post di “Venere Italia 23” è datato 27 giugno, con uno “scatto” sul belvedere di Taormina con granita e cannoli, mentre su Facebook e Twitter si sono perse le tracce. C’è chi scherza ipotizzando che anche lei possa essere andata in ferie, ma non è di questo avviso la Corte di conti che ha deciso di avviare un’istruttoria.
L’inchiesta su Open to Meraviglia
Già ampiamente criticata, la Venere influencer fa ancora parlare e discutere. E i magistrati vogliono vederci chiaro, non tanto per l’esposto del Codacons di maggio né per le denunce sul possibile danno erariale che aveva avanzato +Europa, ma perché le informazioni che la Corte ha raccolto sugli organi di stampa fanno tanto rumore.
Le accuse, però, potrebbero essere proprio quelle mosse da +Europa, anche se soltanto il lavoro dei magistrati permetterà di avere un quadro un po’ più chiaro sugli eventi. Intanto il ministro Santanchè corre ai ripari cercando di difendere la campagna, difendersi in prima persona e, soprattutto, cercare di chiarire cosa sia successo.
Secondo quanto riferito da La Repubblica, contattata negli scorsi giorni, il ministro avrebbe infatti riferito che la sospensione delle attività dell’influencer digitale non sarebbe frutto di un intoppo o di problemi di contratto con l’agenzia di comunicazione incaricata, quella Armando Testa finita nella bufera con tutta la campagna, ma al contrario sarebbe “una scelta ponderata” per “far atterrare le campagne sul portale italia.it”.