Briatore e Bonelli litigano via social sulle concessioni balneari: imprenditore all’attacco

L'imprenditore attacca, il leader dei Verdi replica e punta il dito contro il 73enne: la bagarre tra Briatore e Bonelli sulle concessioni balneari anima i social

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Scoppia la polemica tra Flavio Briatore e Angelo Bonelli sulle concessioni balneari, con l’imprenditore che ha rivolto via social un attacco al leader dei Verdi che da anni combatte sulla questione. Un litigio a distanza, con risposte e contro-risposte tra i due che hanno animato il dibattito sul web non facendosi sconti e, soprattutto, senza mandarsele a dire.

E a colpi di videomessaggi Briatore e Bonelli hanno cercato di spiegare all’uno la posizione dell’altro, con tanto di invito per “fare la pace” al Twiga che però il politico e deputato alla Camera ha rifiutato, spiegando che “ai bagni dei ricchi preferisco il lido di Ostia”.

Briatore attacca, Bonelli risponde

Il primo a puntare il dito e ad affondare l’attacco è stato Flavio Briatore, che sui propri canali social ha dedicato un messaggio al leader dei Verdi che da anni si fa condottiero della causa sulle concessioni ai balneari. L’imprenditore, però, l’ha fatto a modo suo, provocando Bonelli facendo finta di non ricordarsi il suo nome e, soprattutto, piazzando la stoccata in materia elettorale.

“Ho scoperto che in Italia esiste un certo… Angelo Benelli, anzi scusate, Angelo Bonelli” ha detto Briatore, facendo finta di consultare un appunto per ricordarsi il nome del politico. Parlando del leader dei Verdi lo ha definito “fuori di testa” perché lo accusa di avere “la residenza a Montecarlo” rispondendo di poterla avere “anche in Kazakistan, se le aziende sono in Italia, gli stipendi li paghiamo qui e con il Twiga io do lavoro a 180 persone”.

L’imprenditore ha quindi esortato che “questa gente non bisogna votarla” perché “non serve a niente, sono rami verdi, nemmeno buoni per fare il fuoco” e definendo Bonelli un disfattista che vorrebbe lui e gli imprenditori balneari tutti rovinati.

E Bonelli ha preso la palla al balzo, rispondendo per le rime: “C’è un signore, tale Britore, Bratore, forse Briatore, che mi accusa di non capire nulla”. Il deputato, incassando le accuse, le gira nuovamente al mittente spiegando che quanto pagato allo Stato (20mila euro all’anno su un fatturato di 10 milioni) è “un regalo inaccettabile“.

Il leader dei Verdi ha quindi piazzato l’attacco sottolineando che “questi sostenitori del governo Meloni” vogliono “privatizzare e cementificare le poche spiagge libere rimaste”.

L’invito al Twiga a lavorare, la stoccata del politico

Intervistato poco dopo da Libero Quotidiano, Briatore ha replicato a Bonelli che gli ha dato del “patrioti con la residenza fiscale a Montecarlo” rispondendo all’accusa prima mossa dall’imprenditore di essere “uno scappato di casa”. E sulle concessioni balneari, ai quali il governo ha fornito uno sconto, Briatore ha sottolineato: “La sinistra da sempre ha problemi con chi crea ricchezza, c’è un odio sociale. Io ho molto più rispetto di un cameriere che lavora da noi che di questa gente qui”.

“Persone come Bonelli non hanno mai lavorato e prendono 150 mila euro di stipendio pagato dagli italiani” l’accusa di Briatore che ha invitato il politico al Twiga per tre mesi: “Lo assumo, così capirà finalmente cosa sia la fatica“.

“Quella contro la privatizzazione delle spiagge è una mia battaglia di una vita, questi balneari non pagano quasi nulla, i beni dello Stato non possono essere svenduti” ha contro-risposto Bonelli, che rispondendo a Briatore ha ricordato all’imprenditore di essere “nato e cresciuto a Casal Bertone e per pagarmi gli studi andavo a raccogliere l’uva e i pomodori sulla Pontina e la sera facevo il cameriere”.

Insomma, una replica non tanto velata, con il deputato che ha rifiutato l’invito al Twiga di un Briatore definito “cafone”.