La Camera dei Deputati ha approvato, con 183 sì e 2 astensioni, il Piano strutturale di bilancio, che il Governo dovrà presentare all’Unione europea. Questo documento raccoglie tutte le misure che lo Stato italiano dovrà attuare per azzerare il proprio deficit e cominciare a rientrare dal suo debito pubblico, seguendo le regole imposte dall’Europa e concordate dall’attuale esecutivo.
Di conseguenza il suo contenuto, che verrà aggiornato nei prossimi anni a seconda dell’andamento del progetto e dell’economia italiana, sarà fondamentale per capire quali saranno le risorse a disposizione per le manovre finanziarie che dovranno applicare in maniera pratica la riduzione delle uscite dello Stato.
La Camera approva il Psb: il documento voluto dall’Ue
Durante l’ultima seduta la Camera dei Deputati ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Psb, il Piano strutturale di bilancio che l’Italia dovrà presentare all’Unione europea. La maggioranza ha votato compatta facendo passare la propria risoluzione con 183 voti favorevoli e 2 astenuti, mentre i voti contrari sono stati 118.
L’approvazione della risoluzione di maggioranza ha fatto decadere le cinque risoluzioni delle opposizioni su cui il Governo di Giorgia Meloni aveva espresso parere negativo. Il Psb è un documento fondamentale che impegna l’Italia a ridurre il proprio debito e il proprio deficit, con un piano di rientro di quest’ultimo da eseguirsi nei prossimi 7 anni.
Nella giornata dell’8 ottobre, alla vigilia di questo voto, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si era espresso sul Psb alla luce degli ultimi dati Istat che hanno costretto il Governo a rivedere le sue stime di crescita. Il Pil non aumenterà di più dello 0,8%, rendendo più complicato trovare le risorse necessarie a rispettare il piano nella legge di bilancio.
Le dichiarazioni di Giorgetti sul Psb
“Il Psb è un documento allo stesso tempo ambizioso ma realistico. La stabilità della finanza pubblica è un elemento di grande rilevanza. Il piano delinea un quadro di finanza pubblica che porta ad una stabile riduzione dello stock del debito pubblico e dei relativi oneri, che è una necessità ineludibile” ha esordito il ministro Giorgetti spiegando l’importanza del Psb.
“La presentazione di questo nuovo documento avviene in un momento caratterizzato da tendenze contrastanti: se da un lato l’andamento delle variabili economiche appare complessivamente in linea con le attese, dall’altro l’allargamento dei conflitti in atto, in particolare nel Medio Oriente sta aumentando ulteriormente l’incertezza che caratterizza lo scenario economico globale” ha poi continuato, chiarendo come le tensioni internazionali stiano influenzando anche la situazione economica italiana.
Giorgetti è poi tornato sulla questione della riduzione delle stime del Pil e sui problemi che questa sta causando: “La recente revisione delle stime trimestrali annuali da parte dell’Istat, pur elevando di molto il livello del Pil sia in termini nominali che reali, hanno comportato una correzione meccanica al ribasso della crescita acquisita per il 2024 che rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1% per l’anno in corso. I nuovi dati trimestrali, pur avendo un probabile impatto sulla lettura finale del 2024, non suscitano preoccupazioni per gli anni seguenti” ha dichiarato.
“Il governo renderà strutturale il taglio fiscale contributivo ai lavoratori di reddito medio basso. Proprio per venire incontro alle obiezioni che sono state fatte rispetto al calcolo del montante contributivo, gli stessi vantaggi, e quindi nessuno ci perderà assolutamente niente, verranno replicati in qualche modo in termini di traiettoria fiscale e in questo senso superiamo questo tipo di problema che oggettivamente poteva manifestarsi in termini contributivi” ha poi promesso. Il rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale è una delle questioni più complesse da affrontare in questa manovra finanziaria.