Ponte sullo Stretto rinviato, nuovo blocco per Salvini: cosa cambia

La Corte dei Conti ha bloccato ancora il Ponte sullo Stretto e ora l'inizio dei lavori rischia di slittare a dopo l'inizio del 2026: i primi annunci parlavano dell'estate del 2024

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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Il Ponte sullo Stretto di Messina non potrà essere approvato entro la fine dell’anno. La Corte dei Conti ha posto fine alle ambizioni del Governo con una decisione che nega l’approvazione del decreto del 1° agosto scorso, con cui veniva regolata la convenzione firmata nel 2003 tra il Ministero dei Trasporti e la Società Stretto di Messina, che dovrebbe gestire il progetto.

Si tratta per lo più di un passaggio burocratico, che era previsto dopo la bocciatura della stessa Corte dei Conti della delibera del Cipess. Ci vorranno però 30 giorni per le motivazioni del nuovo stop, a cui il Governo dovrà rispondere. Di conseguenza, è escluso che il progetto del Ponte sullo Stretto riceva un via libera definitivo entro fine anno.

Le bocciature del Ponte sullo Stretto

Diventano quindi due i “no” della Corte dei Conti al progetto del Ponte sullo Stretto. Sia la delibera del Cipess, sia la convenzione del 2003 non sono regolari, anche se le ragioni precise di queste decisioni non sono ancora state pubblicate. Bisognerà aspettare la pubblicazione delle motivazioni delle sentenze, che saranno diffuse:

  • il 28 novembre per quanto riguarda il Cipess;
  • a metà dicembre per quanto riguarda la convenzione.

Si tratta di un problema importante per il Governo. Non tanto per le bocciature in sé, a cui l’esecutivo può rispondere modificando i decreti e conformandosi alle indicazioni della Corte, ma per le tempistiche. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha più volte promesso un avvio rapido dei lavori, ma le sue dichiarazioni si sono spesso scontrate con ritardi e imprevisti.

La risposta del Governo e le critiche delle opposizioni

È stata proprio di Salvini la prima reazione alla bocciatura della Corte. Il ministro ha minimizzato: “È l’inevitabile conseguenza del primo stop. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso” ha dichiarato il leader della Lega.

Attaccano invece le opposizioni. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha dichiarato in un collegamento con un’iniziativa del partito svoltasi a Siracusa:

È arrivato dalla Corte dei Conti di nuovo uno stop: non è stato dato il visto all’accordo tra il ministero e la concessionaria, bloccando un progetto ingiusto, sbagliato, dannoso, vecchio, come quello del ponte sullo stretto di Messina.

Duro anche Angelo Bonelli, leader di Europa Verde e di conseguenza di Alleanza Verdi Sinistra, che ha spiegato:

La bocciatura odierna preclude di fatto la possibilità di sottoscrivere l’accordo di programma tra Mit, Mef e la società Stretto di Messina per definire gli impegni amministrativi e finanziari necessari alla progettazione e alla realizzazione del Ponte. Viene meno, dunque, l’intero impianto giuridico-amministrativo che regola il rapporto tra lo Stato e la concessionaria. Meloni e Salvini non possono far finta di nulla: se rispettano legalità e cittadini, fermino subito questa operazione opaca, costosissima e inutile.

Tutti i rinvii del progetto

Le tempistiche della realizzazione o anche solo dell’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto di Messina sono state sempre un problema per il Governo. Lo dimostrano le varie dichiarazioni del ministro Salvini, che negli anni ha annunciato più volte l’imminente avvio del progetto, mai avvenuto:

  • a marzo 2023 Salvini annuncia che i cantieri sarebbero iniziati entro l’estate del 2024;
  • a fine maggio del 2024, Salvini dichiara che i cantieri sarebbero cominciati entro la fine del 2024;
  • a febbraio 2025 l’inizio dei cantieri viene spostato alla primavera del 2025;
  • ad aprile 2025 l’inizio dei lavori del ponte era questione di “poche settimane” secondo Salvini;
  • il 19 maggio del 2025 il ministro annuncia che i lavori sarebbero cominciati entro l’estate del 2025;
  • il 7 settembre Salvini dichiara che i cantieri sarebbero cominciati “tra settembre e ottobre”;
  • negli stessi giorni il Mit comunica però un più prudente inizio “entro la fine dell’anno”.

Gli stop della Corte dei Conti hanno però quasi sicuramente causato il rinvio anche di quest’ultima data.