Mercedes Bresso è una ben nota economista e politica italiana. Nel corso della sua carriera ha ricoperto il ruolo di presidente della Regione Piemonte, dal 2005 al 2010. In precedenza era stata presidente della Provincia di Torino dal 1995 al 2004, il che evidenzia da quanti anni sia impegnata nel campo politico. Oggi è europarlamentare, con mandato iniziato ad aprile 2023.
Una nuova Europa
Quando si parla di Europa, la sua idea è ben chiara. È necessario lavorare tutti insieme per riuscire a garantire una voce sola per l’intero continente, o comunque per l’Ue. Ciò che serve, nello scenario politico odierno, è “un’Europa più capace di decidere, che non si impantani in grovigli politici, derivanti da quelli che talvolta sono capricci nazionalistici, e per questo bisogna fare in fretta a riformare le modalità di voto interne”.
Il vecchio continente è in grande fermento, dal momento che si ha un gran bisogno oggi dell’Europa. Uno dei temi più caldi è quello della salute, che non conosce frontiere: “Occorre che tutti i cittadini con la carta europea si possano muovere in maniera omogenea e intelligente, per il bene di tutti”.
Uno snodo importante è stato quello dell’approvazione, a larghissima maggioranza, della proposta di riforma dei Trattati. È avvenuto a ottobre 2023 e ciò apre a una richiesta per una convenzione che conduca a cambiamenti in funzione di un’Europa più federale.
Nell’Ue di domani, ha spiegato Mercedes Bresso, il Parlamento dovrà essere finalmente protagonista, con un potere di iniziativa legislativa: “Vogliamo modificare i processi decisionali per superare su molte materie il diritto di veto, introducendo di norma il voto a maggioranza qualificata in Consiglio. Chiediamo di aumentare le competenze dell’Unione in materia di difesa e affari esteri. È necessario che l’Europa parli con una sola voce, se vogliamo che continui ad essere protagonista nel mondo la riforma dei Trattati è indispensabile”.
Uno sguardo all’Italia
Per quanto sia cruciale il discorso europeo, quello italiano non è di certo secondario per Mercedes Bresso. Anche in questo caso si augurerebbe un fronte comune, che però pare decisamente irrealistico. A febbraio di quest’anno ha parlato di isolazionisti, con riferimento al Movimento 5 Stelle, Calenda e Renzi. Un netto contrasto rispetto al progetto della destra che, per quanto non perfetto, garantisce una certa unità d’intenti.
Di fatto le elezioni in Sardegna, per quanto positive, hanno rappresentato la fine dei tentativi di accordo tra Pd e M5S. Si sperava in un fronte comune, più importante che mai, e invece le differenze di visione paiono avere la meglio.
Fautrice di una necessaria ricostruzione del centrosinistra, ha dovuto purtroppo ricredersi. Trovare un terreno comune è, per lei, indice di “far bene l’opposizione”. La costruzione di rapporti con le altre forze, di minoranza e non solo, è di fatto l’unica chance per offrire un reale dualismo al Paese. Al di là di singole e sporadiche eccezioni, però, non sembrano esserci le basi per un dialogo serio e duraturo: “Non è questione di aritmetica e di somma dei voti dei singoli partiti. Servono alleanze larghe, che facciano percepire come competitiva la coalizione agli occhi degli elettori. Nessuno vota per chi è diviso ed è dato per perdente”.