Giorgia Meloni ha fatto il suo ritorno in video, che la mostra mentre percorre la “galleria dei presidenti” a Palazzo Chigi, circondata dalle immagini dei suoi predecessori dall’Unità d’Italia. La sua passeggiata si interrompe di fronte al vuoto accanto alla foto di Mario Draghi, e con un sorriso afferma che ci vorranno ancora quattro anni prima che la sua immagine vi trovi posto.
Il ritorno degli “Appunti di Giorgia” ieri, la sua periodica video-rubrica sui social, sembra essere stato un preludio alla possibile campagna referendaria sulla riforma del sistema di governo, programmata oltre un anno prima dell’evento elettorale imminente. La leader di Fratelli d’Italia pone subito una domanda agli italiani attraverso la sua dichiarazione: “Questa riforma non è utile solo a qualcuno, ma a tutti, anche a coloro che la contrastano. Cosa desiderate fare: prendere parte alle decisioni o rimanere spettatori mentre i partiti decidono al vostro posto? Questa è la sfida che lanceremo, se e quando sarà necessario”, afferma guardando direttamente in camera. In questo modo, Meloni sfida le opposizioni prima che inizi il dibattito e prima della complessa ricerca della maggioranza dei due terzi in Parlamento.
I possibili tempi del referendum
La spinta principale dietro la riforma costituzionale è l‘importanza di conferire stabilità ai governi, evitando ribaltoni. Si sottolinea che la riforma “non tocca i poteri del presidente della Repubblica” e si cerca di ottenere un ampio consenso in Parlamento. Nel caso in cui ciò non sia possibile, si prevede di consultare direttamente i cittadini per conoscere la loro opinione, come ribadito in due videomessaggi inviati durante la giornata, uno all’assemblea degli artigiani della Cna al mattino e l’altro a quella della Confindustria di Brescia e Bergamo.
Nei confronti di un pubblico amichevole, la presidente del Consiglio focalizza l’attenzione sulla volontà di modificare l’approccio tra lo Stato e i cittadini in materia fiscale, basato sulla reciproca “fiducia”. Si enfatizza la lotta contro l’evasione fiscale reale, affermando che il recentemente approvato concordato preventivo biennale rappresenta un simbolo di svolta.
La leader del governo sostiene che quanto più lo Stato dimostra comprensione e flessibilità, tanto più deve essere incisivo nelle azioni contro chi tenta di eluderlo. Questo nuovo paradigma mira a “spezzare l’insopportabile equazione secondo cui un artigiano, una partita Iva, deve essere un evasore per nascita”.
Cosa ha detto Meloni sulla Manovra
L’obiettivo dell’esecutivo è la riduzione della pressione fiscale, confermato anche da Maurizio Leo, viceministro all’Economia. Dopo la riduzione a tre aliquote, si punta a un meccanismo a due aliquote, concentrandosi sui redditi da 50.000 euro, poiché, secondo Leo, non è giusto far pagare loro il 43% di tasse, considerandoli iper-ricchi. Riguardo alla manovra, Giorgia Meloni, nei suoi “Appunti”, ne sottolinea la serietà e afferma che non spreca risorse.
A poche ore dal giudizio di Fitch sul rating del debito italiano, Meloni ribadisce la solidità della manovra. La prossima settimana è attesa l’audizione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in commissione Bilancio, e si lavora sui nodi principali, con particolare attenzione alle pensioni. Di fronte alle richieste dei medici, la ministra del Lavoro, Marina Calderone, definirà a breve l’intervento più opportuno, valutando la revisione del meccanismo solo per chi sceglie il pensionamento anticipato o il differimento dell’entrata in vigore della norma.