I toni tra Stati Uniti e Russia restano alti e cresce la tensione. In un discorso alla Camera dei rappresentanti, Lloyd Austin ha dichiarato che se Kiev dovesse perdere, tra Nato e Russia si rischia la guerra. Per il capo del Pentagono quindi lo stanziamento dei fondi all’Ucraina è cruciale. A dettare lo stato di tensione è la certezza che “se Vladimir Putin avrà successo non si fermerà. Continuerà a essere più aggressivo nella regione”.
Un atteggiamento che gli Stati Uniti, che hanno altri interessi oltre alla difesa dell’Ucraina, guardano con attenzione. Non a caso Austin fa riferimento agli altri leader del mondo, in particolare gli autocrati che potrebbero prendere ispirazione. “E saranno incoraggiati dal fatto che ciò è accaduto senza che noi siamo riusciti a sostenere uno stato democratico”, ha sottolineato. La risposta di Vladimir Putin non si è fatta attendere e, di fronte a quelle che sono definite “minacce dell’occidente”, torna a sbandierare lo spettro del conflitto nucleare.
L’Ucraina non può perdere, ecco perché gli Usa continuano a inviare aiuti
Nel corso di un’audizione al Congresso, il segretario della Difesa americana, Lloyd Austin, ha dichiarato che se Kiev cade, sarà guerra mondiale. Così “Se l’Ucraina cade, Putin non si fermerà – ha detto Austin – Continuerà ad avanzare e attaccare territori sovrani suoi vicini”. Un monito che serve a garantire lo sblocco di un nuovo pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari. “Non aiutare l’Ucraina è un cammino molto pericoloso”, ha continuato.
Secondo Austin infatti “tutti i giorni vediamo i rischi sul campo di battaglia dove gli ucraini combattono con coraggio per difendere il loro territorio”, mentre i russi conquistano terreno approfittando dell’esaurimento delle munizioni. “Sarà un regalo a Putin”, ha aggiunto, oltre che un fallimento per il ruolo degli Stati Uniti come alleato.
Tensione Nato-Russia: la risposta di Putin
Gli Stati Uniti hanno confermato ancora una volta la loro posizione accanto all’Ucraina, ma l’utilizzo di parole che richiamano a un conflitto ampio, una guerra globale, ha lasciato spazio alla Russia per un commento a caldo. “Parole irresponsabili”, ha detto Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. Più dura la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che punta il dito contro gli Stati Uniti e li descrive come i veri aggressori. “Le parole di Austin sono una minaccia diretta alla Russia o vogliono essere una scusa per Zelensky? In entrambi i casi è una follia, però ora tutto il mondo vede chi è l’aggressore: Washington”, ha scritto su Telegram.
Anche Vladimir Putin ha preso parola e ha ribadito che la Russia non ha intenzione di attaccare i Paesi della Nato. Le accuse di Washington vengono liquidate come false, come “uno stratagemma per trascinarci in negoziati alle loro condizioni”. Sulla possibilità di un conflitto allargato il presidente russo ha ribadito la propria posizione, ovvero che se attaccato risponderà. Per questo ha ricordato all’Occidente il destino di coloro che in passato hanno tentato di inviare truppe in Russia. “Ora le conseguenze per gli eventuali interventisti saranno molto più tragiche”, ha detto, facendo riferimento a un piano Occidentale per arrivare a un conflitto con armi nucleari e all’annientamento della civiltà.
Nel discorso di fronte ai vertici militari e non, Putin ha elogiato i soldati, ma ha anche parlato dei prossimi obiettivi economici, come quello di trasformare la Russia in una delle quattro più grandi economie al mondo. Un discorso da elezioni, a ormai poco meno di due settimane da quello che molto probabilmente sarà il suo quinto mandato. Un tema però non è stato toccato, ovvero quello sulla Transnistria che rischia una crisi socioeconomica senza l’aiuto (invocato ma ignorato al momento) della Russia.