Bloccati gli aiuti statunitensi all’Ucraina, mentre l’Italia continuerà a inviare armi fino al 31 dicembre 2024, lo prevedere il nuovo decreto approvato dal Governo.
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Cosa c’è dietro lo stop USA agli aiuti in Ucraina
A fine dicembre 2023 tre comitati del Congresso guidati dai repubblicani hanno redatto un documento in cui veniva criticato l’operato del presidente Joe Biden per la sua gestione della guerra in Ucraina. Sono passate solo poche settimane e il Partito Repubblicano, noto anche come GOP, ha deciso di bloccare il disegno di legge della Casa Bianca che avrebbe stanziato le risorse necessarie per una “spesa di emergenza” che avrebbe garantito maggiori aiuti statunitensi all’Ucraina.
Biden sta “gestendo male la peggiore guerra in Europa dopo la seconda guerra mondiale”, hanno scritto i presidenti dei comitati per gli affari esteri, i servizi armati e l’intelligence della Camera in un documento intitolato “Piano proposto per la vittoria in Ucraina”.
“La sua debolezza non è riuscita a scoraggiare l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, continua a prolungare la guerra e rischia di invitare ulteriori aggressioni da parte degli avversari americani”, hanno poi aggiunto nello stesso.
Di fatto però, il veto sugli aiuti all’Ucraina è il risultato di un gioco di forza che ha coinvolto le opposizioni in queste settimane. Secondo il New York Times, il 6 dicembre i repubblicani avevano già approvato una legge di spesa che avrebbe fornito 50 miliardi di dollari in aiuti aggiuntivi all’Ucraina e 14 miliardi di dollari in aiuti a Israele. Cosa è cambiato allora? Nel frattempo, il disegno di legge è diventato un buon elemento di scambio, poiché i GOP della Camera e del Senato hanno chiesto – in cambio dell’ok alla legge per l’invio degli aiuti a Kiev – maggiori concessioni all’amministrazione Biden sulla riforma dell’immigrazione e sulla sicurezza delle frontiere.
La promessa del Presidente di concedere “compromessi significativi” al riguardo non è bastata, e intanto lo stop al sostegno al governo di Zelensky è arrivato.
Italia continuerà ad inviare armi all’Ucraina: approvato il decreto
Mentre in America maggioranze e opposizione si scontrano sulla questione, in Italia in Consiglio dei ministri è stato approvato il decreto-legge per la proroga di un anno delle cessioni di armi, mezzi e forniture all’Ucraina.
Su iniziativa del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, del Ministro agli Affari esteri, Antonio Tajani, e del ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, e con il consenso dell’intero governo, è stata decisa la proroga, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024, dell’autorizzazione alla “cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti alle Autorità governative dell’Ucraina”.
La Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato le risoluzioni di maggioranza che impegnano il governo – in linea con quanto stabilito in ambito NATO e Ue nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte – a continuare a sostenere l’Ucraina. La risoluzione alla Camera è stata approvata con 195 favorevoli, 50 contrari e 55 astenuti; quella al Senato con 103 favorevoli, 24 contrari e 27 astenuti.
In un nota del Ministero della difesa, è stato spiegato che: “Il prolungamento del conflitto russo-ucraino, in uno scenario internazionale aggravato dalla crisi mediorientale e dalla guerra tra Israele Hamas, impone al Governo Meloni una scelta di coerenza, di sostegno e, dunque, di proroga degli aiuti all’Ucraina, in linea con gli impegni internazionali assunti dall’Italia in sede UE e Nato”.
Il decreto-legge in questione consentirà al Governo, per un ulteriore anno, di supportare la popolazione ucraina, mettendo a disposizione, non solo armi, ma anche equipaggiamenti, gruppi elettrogeni e quanto necessario a sostenere le operazioni militari.
“Ancora una volta, dunque, l’Italia sceglie di essere dalla parte della libertà delle Nazioni e del rispetto del diritto internazionale, con l’obiettivo di arrivare, in linea con la posizione assunta dagli alleati NATO e UE, a una pace giusta e duratura” ha commentato il ministro Crosetto.
“Abbiamo scelto come dicastero e come governo di prorogare un atto di indirizzo, deciso ormai già un anno fa, dal governo precedente, lasciando immutato il dettato del decreto e decidendo di ottemperare, appena ve ne saranno le condizioni, a un passaggio parlamentare e abbiamo scelto di farlo senza utilizzare strumenti secondari come il decreto Milleproroghe o altri provvedimenti non omogenei per materia, come pensavano alcuni – ha poi aggiunto lo stesso -. Sul sostegno all’Ucraina, non esiste alcun problema politico all’interno della maggioranza che intende invece rispettare il ruolo e il vaglio del Parlamento”.
Il decreto, di fatto, conferma il cd. “pacchetto d’armi” composto da equipaggiamenti e sistemi utili a rafforzare le capacità difensive dell’Ucraina, ha spiegato il ministro della Difesa, intervenendo alla Camera sulla proroga degli aiuti a Kiev decisa dal governo.
”Il nostro sostegno all’Ucraina resta forte e totalmente inalterato. La strada da percorrere al fianco dell’Ucraina è ancora lunga, ma sarebbe un errore strategico e politico drammatico fare un passo indietro ora. Il nostro sostegno deve continuare finché non cesseranno gli attacchi dei russi” ha ribadito il Ministro.
Guerra in Ucraina, le ultime news: riprendono i colloqui di pace
Domenica Zelensky parteciperà per la quarta volta ai colloqui a Davos per arrivare a una possibile “Formula di Pace” per porre fine alla guerra con la Russia. Il piano verrà presentato ai consiglieri alleati per la sicurezza nazionale in Svizzerin vista del Forum economico mondiale.
Sia Ucraina che Russia affermano di volere che la guerra finisca. Ma esperti militari e politici sono fermi nel credere che non sono neanche lontanamente vicini a questa ipotesi.
Non è la prima volta che l’Ucraina presenta la sua “Formula di Pace” in 10 punti, ma la speranza questa volte è che, conquistando i partner internazionali e convincendoli si possa esercitare una certa pressione sulla Russia affinché ceda ad almeno alcune delle condizioni di Kiev per porre fine alle ostilità.
Non è scontato però che l’ultimo vertice incentrato sulla pace possa dare dei frutti, soprattutto ora che la guerra è in una delle sue fasi più attive, con nessuna delle due parti in vantaggio nel conflitto.
Intanto, crescono le preoccupazioni su quanti ulteriori aiuti avrà bisogno l’Ucraina per cambiare il quadro della guerra dopo che con la sua controffensiva, ormai giunta al secondo anniversario, non è riuscita a prevalere. I combattimenti rimangono intensi nell’Ucraina meridionale e orientale, dove le unità russe sono profondamente radicate, impedendo all’esercito di Kiev di compiere progressi significativi.
Anche se i partner occidentali dell’Ucraina hanno riaffermato il loro sostegno – Italia compresa – le prospettive per la continuazione degli aiuti militari sembrano instabili sia negli Stati Uniti che in Europa. Inoltre, le imminenti elezioni presidenziali americane potrebbero anche cambiare l’atteggiamento nei confronti di Zelensky e – per esempio con una vittoria di Trump o un repubblicano altrettanto radicale e simpatizzante per Putin – ostacolare i finanziamenti.