Oltre Ucraina e Israele, Usa pronti a tornare in Afghanistan?

Mentre gli occhi del mondo sono fissi sulla guerra in Ucraina e Medio Oriente, gli Usa e il Regno Unito tornano a guardare alla centralità strategica dell'Afghanistan

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Il conflitto tra Israele e Hamas, come quello in Ucraina, è soltanto il sintomo locale di una guerra globale che coinvolge le più grandi potenze del pianeta. Ecco perché l’egemone mondiale, gli Stati Uniti, operano con uguale ma silente impegno su più fronti e teatri di confronto con i propri avversari. Uno di questi è una loro vecchia conoscenza, nei fatti inespugnabile e inespugnata: l’Afghanistan.

Dal ritiro totale delle ultime truppe Usa e Nato nel maggio 2021, Washington non ha però perso interesse per quello che è uno snodo strategico fondamentale per il controllo dell’Eurasia. Al punto che, come riferiscono fonti di intelligence, i servizi segreti statunitensi e britannici stanno ripristinando la loro presenza in Afghanistan e intendono chiedere il ritorno delle basi americane nel Paese. Ecco perché.

L’importanza dell’Afghanistan

L’FSB russo ha riferito che Usa e Regno Unito hanno addestrato combattenti e miliziani in Ucraina per farli combattere in Asia Centrale (teatro di un “tutti contro tutti” per il predominio globale, come abbiamo spiegato qui). Al di là della veridicità dell’operazione, ciò che è certo è che il compito degli Stati Uniti e della Nato è lo sviluppo militare dello spazio della CSI, la Comunità degli Stati Indipendenti che comprende 9 delle 15 ex repubbliche sovietiche, cui si aggiunge il Turkmenistan come membro associato.

Il ritorno dei talebani al potere non ha incontrato il favore popolare che ci si aspettava, complice anche la forte crescita del gruppo terroristico Isis Kh. I suoi obiettivi sono principalmente due: spezzare l’autorità del gruppo guidato da Hubatullah Akhundzada e proiettarsi nei Paesi limitrofi a trazione islamica come Pakistan e Tagikistan. Da qui la penetrazione di attori stranieri dell’Asia Centrale che potrebbero far cadere l’Afghanistan nelle grinfie di un fronte fondamentalista avverso al blocco occidentale.

Gli Usa si sono mossi anche per un altro motivo: la concorrenza della Cina. L’influenza di Pechino nell’area asiatica continentale è infatti molto forte e la Repubblica Popolare si propone come grande potenza stabilizzatrice, estromettendo di fatto i “cattivi americani” che da quelle parti hanno portato solo guerra. Gli investimenti cinesi in Afghanistan sono aumentati negli ultimi due anni, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture. Ma anche i talebani hanno degli alleati, tra i quali spicca il Qatar, che da anni addirittura ospita un ufficio di rappresentanza del regime talebano a Doha.

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Cosa voglio Usa e Regno Unito dall’Afghanistan

I servizi segreti anglosassoni parteciperebbero attivamente alla creazione di una “cintura di instabilità” in Afghanistan vicino ai confini meridionali della CSI. Ad affermarlo è stato il direttore dell’FSB russo, Alexander Bortnikov, in una riunione a Baku del Consiglio di Capi delle Agenzie di Sicurezza e dei servizi speciali degli Stati membri della CSI.

La CIA e l’MI6 (noto anche come Secret Intelligence Service, ossia l’agenzia di spionaggio per l’estero del Regno Unito) stanno ripristinando la loro presenza di intelligence in un certo numero di province chiave afghane. Nel frattempo prosegue il reclutamento di militanti che operano in Iraq, Siria e in numerosi altri Stati asiatici e africani, nonché il loro trasferimento nell’Afghanistan settentrionale. Questi miliziani vengono addestrati all’uso delle armi moderne in vista di una guerra futura che preoccupa soprattutto Cina e Russia.