Harris-Trump, dibattito in 90 minuti tra accuse reciproche: cosa si sono detti (e cosa c’entra Taylor Swift)

È stato il primo faccia a faccia tra Harris e Trump, dopo settimane di attacchi reciproci. Cosa hanno detto durante il confronto

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 11 Settembre 2024 08:01

Si è concluso al National Constitution Center di Filadelfia il primo dibattito televisivo tra Donald Trump e Kamala Harris. Il dibattito è durato 90 minuti, con ogni candidato che ha avuto due minuti per rispondere a ciascuna domanda, oltre a ulteriori due per una replica e un minuto per la controreplica. Nel loro primo faccia a faccia, la vicepresidente democratica e il candidato repubblicano hanno subito spostato l’attenzione su temi come economia, aborto e immigrazione.

Economia, Harris propone aiuti a famiglie e imprese

La prima domanda si apre proprio con l’economia. Alla domanda: “Pensate che gli americani stiano meglio di quattro anni fa?” Harris sceglie di concentrarsi sull’economia. Ha infatti affermato: “Credo nell’ambizione, nell’aspirazione e nei sogni del popolo americano,” citando i suoi piani per una “economia dell’opportunità” e sottolineando le detrazioni fiscali per il ceto medio.

Harris ha accusato Trump di voler imporre tariffe elevate sui prodotti esteri, descrivendo la sua proposta come una tassa sulla classe media. In risposta, ha presentato un piano per fornire agevolazioni fiscali alle famiglie e alle piccole imprese.

Trump ha criticato Harris per l’inflazione persistente durante l’amministrazione Biden, esagerando il livello dell’aumento dei prezzi. Ha descritto l’inflazione come “un disastro per le persone, per la classe media, per ogni classe”, enfatizzando gli effetti negativi della situazione economica attuale. “Lei è una marxista e se viene eletta sarà la fine del nostro paese”.

Scontro sulla politica estera

Nel dibattito, i leader repubblicano e democratico hanno anche affrontato i conflitti internazionali, tra cui la guerra tra Israele e Gaza e l’invasione russa dell’Ucraina, senza però entrare nei dettagli su come avrebbero risolto ciascun conflitto.

Harris ha accusato Trump di essere pronto ad abbandonare il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina per compiacere il Cremlino, affermando: “Se Trump fosse presidente, Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa. Sei amico di un dittatore che ti mangerebbe a colazione”. Ha definito Trump una “vergogna” per la sua posizione. Trump ha risposto promettendo che, se eletto, parlerà sia con Vladimir Putin che con Volodymyr Zelensky per cercare di risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina. Tuttavia, ha evitato di andare nei dettagli su come intende porre fine alla guerra.

Per quanto riguarda il conflitto palestinese, durante il dibattito Trump ha accusato Harris di “odiare” Israele, affermando che la sua decisione di disertare il discorso di Netanyahu al Congresso a favore di un’altra riunione dimostra che, se diventasse presidente, Israele non esisterebbe più nel giro di due anni. Harris ha risposto sottolineando che “la guerra a Gaza deve finire immediatamente,” insistendo sulla necessità di un cessate il fuoco e del rilascio degli ostaggi di Hamas. Ha aggiunto che, se eletta, continuerà a sostenere e aiutare Israele a difendersi dai terroristi e dall’Iran.

Immigrazione e aborto tra attacchi e fake news, cosa si sono detti

Due temi hanno ulteriormente acceso il dibattito, quelli sull’immigrazione e sull’aborto, due temi su cui Trump è stato corretto dai moderatori per aver detto cose non vere.

Trump ha dichiarato che gli immigrati haitiani a Springfield, Ohio, starebbero “mangiando i gatti domestici” dei residenti, un’affermazione completamente infondata che ha costretto i moderatori di Abc News a intervenire affermando che queste accuse non sono state provate. Questi scivoloni potrebbero aver soddisfatto i democratici, ma probabilmente non hanno modificato significativamente lo scenario.

Kamala Harris ha dedicato gran parte del suo intervento al tema dell’aborto, parlando con passione delle donne a cui sono state negate cure di emergenza e delle vittime di incesto che non hanno potuto interrompere la gravidanza a causa dei divieti statali aumentati dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha eliminato il diritto nazionale all’aborto nel 2022. “Il governo e soprattutto Donald Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo”, ha affermato Harris, accusando Trump di “diffondere un mucchio di bugie” sulle interruzioni di gravidanza.

Trump ha in effetti risposto con una serie di affermazioni infondate, ripetendo che i democratici sono favorevoli a “uccidere il bambino al nono mese” e a “decidere cosa fare del bambino dopo la nascita”. Queste dichiarazioni hanno costretto la moderatrice Linsey Davis a intervenire, chiarendo che negli Stati Uniti non è permesso abortire al nono mese o “uccidere” un bambino dopo la nascita.

Previsto un secondo dibattito?

Subito dopo il dibattito trasmesso da Abc, lo staff della campagna elettorale di Kamala Harris ha chiesto un secondo confronto con Donald Trump. Jen O’Malley Dillon, direttrice della campagna, ha dichiarato alla Cnn che “il popolo americano ha visto la scelta che affronteranno alle urne: andare avanti con Kamala Harris o tornare indietro con Trump. Questo è ciò che hanno visto stanotte e dovrebbero vederlo di nuovo in un secondo dibattito a ottobre. La vicepresidente Harris è pronta. Lo è anche Trump?”.

Il tycoon, invece, ha commentato che i democratici chiedono un altro dibattito perché “hanno perso quello appena concluso”. L’ex presidente ha lasciato aperta la possibilità di partecipare a un secondo confronto, ma solo “se sarà su un network corretto”, accusando i moderatori di Abc News di essere stati parziali.

Nel frattempo, Fox News si è proposta per ospitare un eventuale secondo dibattito a ottobre, rivelando di aver già contattato le campagne dei due candidati prima del confronto su Abc.

Taylor Swift sostiene Kamala Harris

A fine dibattito è arrivato anche l’endorsement di Taylor Swift a Kamala Harris. La cantante, nota sostenitrice del Partito Democratico, aveva già appoggiato pubblicamente Joe Biden nel 2020. In un recente post su Instagram, Swift ha espresso preoccupazione dopo aver visto immagini generate con l’intelligenza artificiale, condivise dagli account di Trump, che falsamente suggerivano il suo sostegno al candidato repubblicano. Swift ha spiegato di aver deciso di “combattere la disinformazione con la verità”, riaffermando il suo impegno a contrastare le fake news.

“Non c’è stata partita” tra Kamala Harris e Donald Trump, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un post su X, elogiando la performance della sua vice durante il dibattito televisivo con il candidato repubblicano. Biden ha aggiunto: “La vicepresidente Harris ha dimostrato di essere la scelta migliore per guidare la nostra nazione in futuro. Non torneremo indietro.” Un chiaro segnale del sostegno di Biden alla sua vice in vista delle prossime elezioni.

Dibattito Harris-Trump, cosa dicono i sondaggi

Subito dopo il dibattito televisivo, i sondaggisti hanno iniziato a raccogliere i primi dati. Secondo PredictIt, la probabilità di vittoria di Trump è scesa dal 52% al 47% durante il dibattito, mentre le probabilità di Harris sono aumentate dal 53% al 55%.

Un sondaggio Cnn tra gli spettatori del dibattito mostra che gli elettori registrati sono divisi su quale candidato comprenda meglio i loro problemi. Il 44% ritiene che Harris comprenda meglio le problematiche, mentre il 40% opta per Trump. Questo segna un cambiamento rispetto al periodo pre-dibattito, quando il 43% degli intervistati pensava che Trump avesse una migliore comprensione delle loro preoccupazioni, rispetto al 39% per Harris.

Tuttavia, Trump mantiene un vantaggio significativo su Harris nella gestione dell’economia, con il 55% degli elettori che attribuiscono a Trump una gestione migliore contro il 35% per Harris. Questo margine è leggermente più ampio rispetto alla situazione prima del dibattito.