Draghi vuole il federalismo pragmatico, ex premier: “L’Europa è sotto attacco”

A Oviedo, Mario Draghi rilancia la sua visione per l’Unione Europea: superare i veti nazionali con un federalismo basato sull'azione comune

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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L’ex premier Mario Draghi ha lanciato un nuovo allarme sull’Unione Europea: “Il mondo è cambiato e l’Europa fatica a rispondere”. Dal palco del Teatro Campoamor di Oviedo, dove ha ricevuto il Premio Princesa de Asturias per la Cooperazione Internazionale, Draghi ha parlato del futuro del continente e della necessità di un’azione comune contro la crisi di competitività e i nuovi rischi geopolitici.

Secondo l’ex presidente della Bce, i fondamenti dell’Unione sono “sotto attacco” e i meccanismi decisionali attuali non sono più sufficienti. Da qui la proposta di un federalismo pragmatico, costruito da coalizioni di Paesi europei disposti ad agire insieme sui temi strategici. Il messaggio arriva nel pieno di un dibattito acceso a Bruxelles sulla possibilità di superare il voto all’unanimità.

Il discorso di Draghi a Oviedo: le sfide per il futuro dell’Ue

Nel suo intervento a Oviendo, durante la cerimonia per le premiazioni per il Premio Princesa de Asturias, Draghi ha ricordato che l’Europa ha costruito la propria prosperità sull’apertura e sul multilateralismo, ma oggi si trova a fare i conti con protezionismo, guerre commerciali e instabilità geopolitica.

Ha detto:

Abbiamo creduto che la diplomazia potesse essere la base della nostra sicurezza, ma oggi assistiamo al ritorno della potenza militare come strumento per affermare i propri interessi.

Il riferimento è al fatto che l’Ue appare divisa su diversi temi, dall’Ucraina, alla competitività fino al Green Deal e le decisioni continuano a essere frenate dai veti nazionali. Solo nelle ultime settimane il Consiglio europeo ha tentato diversi, senza l’Ungheria, sul futuro di Kiev e il piano per utilizzare gli asset russi congelati a favore di Kiev è stato rinviato per l’ostacolo del Belgio.

La situazione economica non è meno complessa. L’Europa, ha ricordato Draghi, rischia di perdere terreno rispetto a Stati Uniti e Cina: “Abbiamo promesso leadership nella responsabilità climatica, ma ora sosteniamo costi crescenti mentre altri si ritirano”.

Federalismo pragmatico: la visione di Draghi

La risposta per Draghi è un federalismo europeo flessibile e tematico, capace di superare i limiti dei trattati senza doverli modificare. “Serve un’Europa che agisca su temi specifici e condivisi, guidata da coalizioni di volenterosi”, ha detto l’ex premier, che da mesi lavora al rapporto sulla competitività europea commissionato da Bruxelles.

Il documento, che sarà discusso nel Consiglio europeo straordinario del 12 febbraio 2026, propone misure per rilanciare gli investimenti comuni, rafforzare l’autonomia energetica e sostenere le imprese europee di fronte alla concorrenza globale. Insieme al rapporto di Enrico Letta sul mercato unico, sarà uno dei pilastri della prossima agenda economica dell’Ue.

L’Europa ha sempre reagito alle crisi, ha aggiunto Draghi, ma oggi serve più coraggio politico. La domanda che fa al pubblico politico e non è: “Quanto grave deve diventare una crisi prima che i nostri leader uniscano le forze e agiscano davvero?”.